La trappola del polpettone romantico

32015È da una settimana che ho un rovello… Dovete sapere che domenica scorsa, mentre ero nel vortice del trasloco, con mezza stanza ancora da inscatolare, a metà mattina mi sono ricordata che dovevo fare colazione. Ho preso il mio yogurt e acceso la tv. Ho l’abitudine di fare colazione di fronte alla tv; di solito all’ora in cui la faccio abitualmente c’è “La storia siamo noi”, che due volte su tre parla di Hitler e dei lager nazisti o di Stalin e delle epurazioni sovietiche o del Vietnam. Non un bel modo di iniziare la giornata.

Quel giorno non c’era Hitler ma un film d’amore, da poco iniziato. Trattavasi de “I ponti di Madison County”, che io non avevo mai visto. Sapete com’è con i film, cominci a guardarne cinque minuti ed ecco che già vuoi sapere come andrà a finire, anche se il film in questione non è esattamente nelle tue corde o se prevedi lo svolgimento della storia già dal primo fotogramma. E così, finita la colazione, ho inserito una videocassetta e fatto partire la registrazione del film, dopodiché sono tornata nel delirio degli scatoloni. Ma mentre ero lì che inscatolavo, nel mio cuore avevo la certezza che di lì a sera, grazie al mio fedele videoregistratore, qualunque cosa stesse succedendo in quel momento tra Robert (alias Clint Eastwood) e Francesca (alias Meryl Streep), io l’avrei saputa.

Così la sera, pronta a immergermi in un’appassionata love story, mi sono piazzata davanti alla tv e ho fatto partire il film. Tutto bene, mi immergo con adeguata sospensione dell’incredulità e comincio ad accettare senza battere ciglio qualunque cosa: il marito della protagonista con i figli parte per la fiera dell’Illinois e due secondi dopo che il furgone ha svoltato l’angolo appare casualmente davanti a casa Robert, fotografo vagabondo, che ha perso la strada; accetto che Francesca, anziché limitarsi a indicargli la direzione da prendere, ritenga più efficace accompagnarlo direttamente sul posto salendo con lui sul furgone (certo, a tutte noi verrebbe spontaneo salire sul furgone di uno sconosciuto per andare con lui nel punto più isolato e meno frequentato di tutto lo Iowa, dovendo poi dipendere da lui per essere riportate a casa); sopporto la recitazione della Streep che interpreta Francesca in modo troppo sguaiato e gesticolante per i miei gusti (forse perché la protagonista ha origini italiane?), metto agevolmente tra parentesi il fatto che sto parteggiando caldamente per un adulterio, mi sorbisco un andamento tremendamente lento del tutto ma finalmente, e grazie a tutto ciò, arrivo con la giusta preparazione per godermi la scena clou: Francesca prepara una bella cenetta romantica e si veste con un vestitino nuovo comprato per l’occasione, Robert la guarda intensamente e le dice con voce suadente che è bellissima, glielo ripete tre volte avvicinandosi pericolosamente, quella a ogni volta è lì sul punto di stramazzare e tra un «Sei bellissima» di qua e un «Oh, Robert…» di là, i due capitombolano nella passione. Che cosa meravigliosa. Solo che dura poco, ed ecco che parte il dramma. Francesca non se la sente di buttare tutto all’aria per lui, lui insiste, tutti sappiamo che in fondo non potrebbe durare e che però è crudele che finisca così, nel frattempo la disperazione accresce la passione fra i due e quindi ecco che comincio a sentire cedimenti emotivi, il cuore si stringe, mi viene la lacrima, parlo a voce alta rivolta alla tv («E dai, deciditi!», o «No, pure la collanina con le iniziali gli regala, a imperitura memoria!» e giù fiumi di lacrime). E in tutto questo, mentre ormai senza ritegno mi scioglievo in pianto all’ultimo suono di clacson del furgone di Robert che disperato abbandonava la scena, la videocassetta si è fermata e ha cominciato a riavviarsi.


Sì.

Avete capito bene.

Proprio al culmine del pathos, mi sono persa il finale.

Avevo inserito una videocassetta da due ore senza sapere che quel dannato melodramma ne durava tre.
Un «NOOOOO!!!» lancinante è risuonato in tutto il palazzo, turbando le digestioni postnatalizie dei vicini. Scavalcando scatoloni e pile di vestiti mi sono fiondata al pc precipitandomi su You Tube. Di solito You tube è la salvezza, in questi casi. Ma non stavolta; quella che su You tube viene spacciata come scena finale del film non è affatto il finale ma solo la scena della separazione tra i due. Dopo, a concludere il film e a dargli un senso, c’è un altro pezzo. Che io non conosco. Sono arrivata al punto in cui Francesca, dopo tipo ventanni e dopo che il marito è morto, riceve da Robert un pacco pieno di oggetti che ricordano il loro amore. Cosa significherà mai? Si riuniscono, ormai vecchi e incanutiti ma liberi di vivere in pace la loro antica passione (questo è il finale che vorrei)? Oppure lui è morto (questo è il finale che purtroppo temo)?

Ora, nell’attesa che riaprano le biblioteche (in cui potrò recuperare il dvd del film e vedere ‘sto agognato finale), la mia mente, involandosi da sé, ha potuto nel frattempo elaborare qualsiasi tipo di finale, dal più lieto al più straziante, dal più semplice al più arzigogolato. Se qualcuno sa qualcosa, me la anticipi pure, che non resisto più. E comunque ricordate di controllare sempre la durata dei film, anziché buttare dentro una videocassetta a caso: potreste pentirvene amaramente. 😉


15 commenti on “La trappola del polpettone romantico”

  1. lauraetlory ha detto:

    Il finale preciso non lo ricordo, ma non finisce bene. Il loro amore resta sospeso e proprio per questo durera’ in eterno. I ponti di Madison County e’ un film che ho amato moltissimo, almeno quanto L’uomo che sussurrava ai cavalli. Entrambi sono accomunati da una rinuncia che io, personalmente, non concepisco. L’amore e’ troppo importante per abbandonarlo in nome delle convenzioni. E’ evidente che entrambe le protagoniste non sono felici del proprio matrimonio e quindi io, al posto loro, avrei salutato baracca e burattini e sarei partita verso il grande amore, duri quel che duri.

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  2. flalia ha detto:

    Laura: boh, non so cos’avrei fatto io, perché 4 giorni di passione sono un po’ pochi per buttare all’aria un matrimonio, come minimo occorre un po’ più tempo. Ho visto anch’io "L’uomo che sussurrava ai cavalli", è vero che la tematica è simile… però uffi, sono contraria ai finali tristi!!! 😦

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  3. Lucyette ha detto:

    Ti sono vicina nel dolore (:P). A me era successa la stessa identica cosa con Anna and the King, del quale mi ero persa gli ultimi dieci minuti (al punto che non sapevo nemmeno se i protagonisti sarebbero sopravvissuti a un attacco!!).
    E’ veramente, veramente fastidioso, quando capita.

    Un saluto da Lucia, che ti legge spesso in anonimo, e… oggi aveva voglia di uscire dal lurking 😉

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  4. stelladiluna3 ha detto:

    non finisce bene..al semaforo quando lei non scende dalla macchina è l’ultima volta che si vedono…lei resta col marito..il marito muore ..i figli scoprono da grandi questa passione della madre attraverso le sue lettere..lei muore anziana e mi sa che le sue ceneri vengono diperse dal ponte famoso dell’incontro..

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  5. ludmillaParker ha detto:

    Film da lacrima sicura.. ma santi DVD!

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  6. commediorafo ha detto:

    Massimo rispetto per i tuoi gusti conematografici, ma…
    Ma che ci fa Clint Eastwood in un film strappalacrime? Come vedere Alvaro Vitali in un film impegnato.
    Vabbè, de gustibus

    Massimo

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  7. flalia ha detto:

    Lucia: eh eh, tu mi puoi capire… terribile! 😛

    Stelladiluna: Uffi, come temevo… 😦 Odio i finali tristi! Grazie per avermelo detto, però!!! 🙂

    LudmillaParker: e santa la mia biblioteca sottocasa che ce l’ha! 😉

    Massimo: a dire il vero, non è proprio il mio genere di film… solo che è il classico film che se cominci a guardarlo vuoi vedere come prosegue… Però ti dirò che anch’io ero scettica sul buon Clint per quel ruolo e invece, insomma, devo dire che ci sta proprio bene

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  8. latendarossa ha detto:

    Una roba fastidiosisima, povera Flalia. Anche a me è capitato qualche volta, e la cosa nella quale maggiormente mi sono riconosciuto – leggendo il post – è che quando per un motivo o per l’altro perdi gli ultimi minuti di un film, il finalone, insomma, poi elabori eventuali finali nella tua testa, che quasi mai corrispondono a quello reale del film.
    Non hai pensato di controllare su wikipedia?
    Attenzione: cliccando sul link c’è scritto come va a finire.

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  9. flalia ha detto:

    Marcello: grazieeee! Che scema, mi dimentico sempre che esiste wikipedia!! Ho letto! Ora so!! (ovviamente noleggerò comunque il dvd per vedere e commuovermi coi miei occhi;-))

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  10. melchisedec ha detto:

    Non ne so nulla; ma vedi cos’è che uno becca in tv. Magari, se capiterà, lo vedrò in tv.

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  11. TonyM ha detto:

    BIS 2010


     

    E’ solo un fiore

    ma te lo dono con amore

    Amore per l’amore

    senza nessuna pretesa

    Non si sente l’odore

    ma ha un dono molto raro

    non sfiorisce col tempo

    come le passioni umane 

    E’ lo specchio senza vetro

    di un anima arresa

    un bacio come fiore

    per farsi ricordare.

    Tony 

    Felice Anno Nuovo ma sopratutto
    Buona Vita

     

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  12. flalia ha detto:

    Melchisedec: non ti sei perso niente, comunque… 😉 E’ che io anche se comincio a vedere per sbaglio un filmetto smieloso di Natale, per es., poi devo vedere come va a finire… sono curiosa! 🙂

    TonyM: grazie per la poesia e per l’augurio. Buona vita anche a te 🙂

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  13. stefanover ha detto:

    il bello del periodo natalizio sono i filmetti tra il simpatico ed il commovente… l’ho visto tutto, meritava…

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  14. kittymol77 ha detto:

    Immagino che a questo punto ti sia vista il dvd e il finale, quindi posso confessare: a me questo film è piaciuto moltissimo. I due sono una coppia perfetta per la storia. Romatica, tristissima e quindi bellissima. Impossibile non avere il magone quando verso la fine lui segue l’auto nella speranza che lei scappi fuori da quella del marito per andarsene con lui. Commovente il finale, quando realizzi che quell’amore ha tenuto nonostante gli anni, le distanze, l’impossibilità di ripetersi. Insomma, a me gli amori tragici piacciono più dei lieto fine. Non ho il Dvd ma se capita lo rivedo con piacere. Non di mattina però, difficile che ne abbia l’ispirazione. La tv sta nascosta da qualche parte e per vederla devo proprio decidere che vale la pena spolverarla e attaccarci le spine per farla funzionare. Roba che faccio se proprio sono decisa a vedere qualcosa che so mi può interessare.

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  15. flalia ha detto:

    Stefano: eh eh, sotto Natale è quasi d’obbligo guardare qualche film sentimentale… 🙂

    Kittymol: è vero, la scena delle due automobili al semaforo con lui che spera fino all’ultimo e lei che vorrebbe aprire la portiera è… meravigliosamente straziante! Però… io detesto i finali tristi… sì, sono banale e conformista ma soprattutto nei film d’amore esigo sempre l’happy end… e questo finale, sì, da un lato è "giusto" ed è positivo… ma è pur sempre un amore troppo idealizzato forse, cioè ha tenuto negli anni come ideale… insomma, che amarezza!!!;-)

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