Il favoloso mondo dell’autospurgo

La gente normale, in caso di esame invasivo, si prende un giorno di malattia e dopo l’esame passa il resto della giornata distesa a letto o sul divano, in riposo totale; non si mette a dirigere una squadra di autospurghi nel fango e sotto un diluvio, pensavo mentre decidevo con i tecnici (nell’improvvisata veste di “esperta della logistica condominiale”) da dove fosse meglio far passare la pompa per liberare la colonna condominiale intasata.

Ma com’ero arrivata a quel punto?

Quando, su suggerimento di Erik l’idraulico, avevo telefonato all’amministratore perché mandasse questo miracoloso autospurgo, costui aveva accennato al fatto che sarebbe stato utile allertare un “consigliere” (così si è espresso) in grado di guidare i tecnici ai sifoni relativi alla colonna incriminata (Eeeh? Esiste una cosa chiamata sifone?). Io, scrupolosa e più che altro ansiosa di creare le condizioni più adatte a una rapida risoluzione del problema, mi sono subito attivata telefonando al vicino di casa Tuttofare, quel classico pensionato saputello che si occupa un po’ di tutte le questioni condominiali e passa più di metà della sua giornata a trafficare (o ciappinare, come si dice da queste parti) in garage. Di Tuttofare così, il mio condominio (età media: molto elevata) è pieno, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ho scelto, dunque, e ho chiamato. Tuttofare n.1 mi ha detto di rivolgermi a Tuttofare n. 2, il famoso vicino di casa idraulico che due anni fa aveva attentato alla virtù di mia madre e che da allora nessuno in famiglia saluta più, tranne me che lo incontro tutti i giorni in garage; incredibile come tutto torni. Ho poi allertato anche i vicini che condividono la stessa colonna (un simpatico su e giù per le scale). Per farla breve, all’arrivo dell’autospurgo era già stata approntata una mini squadra di consiglieri euforici pronti ad aprire il proprio garage (il sifone era ubicato nel soffitto del garage di Tuttofare 1, poveretto) e a controllare l’operato dei tecnici.

Tale efficienza, unita alla competenza che ho mostrato nell’esplicare a Luca l’autospurgo il problema in questione (le lezioni di Erik l’idraulico non sono passate invano), ha fatto sì che, al grido di: “Di solito non ci capita mai di trovare tutto pronto!”, la sottoscritta sia stata praticamente reclutata nella squadra e trascinata sull’onda dell’entusiasmo in garage.

Da mesi Bologna era flagellata dalla siccità ma proprio quel giorno le cateratte del cielo avevano deciso di spalancarsi onde beneficare la città assetata. Perciò, quando dopo una serie di tentativi falliti, Luca l’autospurgo e Alex l’autospurgo hanno concluso che non si poteva risolvere il problema da sotto ma occorreva lavorare da sopra (cioè dal mio bagno), la mia mente ha visualizzato ciò che si è poi puntualmente verificato: il pavimento di marmo del corridoio (l’orgoglio di mia madre, per preservare il quale siamo costretti a utilizzare le famigerate pattine, entrando in casa, per non lasciare impronte) brutalmente insozzato da pedate nere di fango, con relativo attacco isterico di mia madre, una volta rincasata; nonché me stessa nell’atto di pulire e sterilizzare meticolosamente il bagno, a lavoro finito, con la pancia dolente per le biopsie fatte al mattino. Ma dato che non c’era altra scelta, eccoci, io, Luca e Alex, loro a smontare il wc, io a passare stracci e chiavi inglesi a loro richiesta; loro che azionavano la pompa e Tuttofare 1 che, da sotto (tenevamo la finestra aperta), sentiva il bisogno di aggiornarci sulle schifezze condominiali che di volta in volta gli piombavano nel garage dal sifone aperto: per l’aere temporalesco si udivano dunque le seguenti urla – immaginate un tono vieppiù concitato – provenire dal garage:

– È arrivata una montagna di carta! –

– È arrivato un pezzo di mattone! –

– Una massa di calcare! –

Fino a un esasperato:

– A tutti i condòmini: nel water si butta solo carta igienicaaa! –

Cosa che ci ha fatti esplodere tutti, noialtri in bagno, in una risata abbondantemente isterica.

I lavori sono finiti solo alle sette di sera; io che avevo progettato un pomeriggio di riposo interrotto solo da una lauta merenda a base di tè e torta al limone mi sono ritrovata a faticare fino alle dieci di sera per sterilizzare il bagno ridotto in uno stato pietoso; mi sembrava di addormentarmi in piedi. Ma nonostante ciò non riuscivo a innervosirmi; gli imprevisti hanno un che di surreale, spesso, nel modo in cui sconvolgono le nostre giornate; Luca e Alex erano simpatici, siamo partiti dandoci ovviamente del Lei e siamo finiti ridendo e facendo battute. E io avevo bisogno di riposo, sì, ma soprattutto di ridere, di ridere tanto.

C’è poi un’altra cosa bella: quando durante il giorno ci si stanca fino ad arrivare allo stremo delle forze, è semplicemente paradisiaca la sensazione che si prova quando finalmente ci si ritrova la sera nel letto caldo, nella tanto agognata posizione orizzontale, pronti per perdersi nel mondo dei sogni. A volte vale la pena stancarsi soltanto per questo.

Nell’addormentarmi, ho ricordato un episodio di quella mattina: dopo la colonscopia, in ospedale, mi era passata accanto una vecchietta su una carrozzina, con una fasciatura in testa: ascoltandola parlare con l’infermiera, nel modo colloquiale tipico delle vecchiette, ho capito che a causa di un malore (poi verificatosi non grave ma che l’aveva spaventata molto) era caduta in casa e aveva battuto la testa. Aveva concluso il racconto esclamando:

– Mi sa che questo 28 ottobre lo ricorderò a lungo! –.

Ecco, credo che valga anche per me. Ma soprattutto: ora che abbiamo spurgato tutto quello che c’era da spurgare, di questioni di bagno non voglio più dovermene occupare per un bel pezzo. Questo è certo.

Torniamo a involarci sulle nostre eteree ali d’argento.


13 commenti on “Il favoloso mondo dell’autospurgo”

  1. PaoloFerrucci ha detto:

    Sei grande, Ilarietta!
    Mi è piaciuto alla fine: “nella tanto agognata posizione orizzontale…”
    :-)))

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  2. melchisedec ha detto:

    Gli “incidenti” di questo tipo sono il classico vaso che ti casca in testa senza che tu lo voglia. Mi pare che tu stia affrontando alla grande queste necessarie incombenze e poi la tua sottile autoironia smorza ogni asperità. Almeno così mi pare di capire. Forza, dai!
    Bella giornata! 🙂

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  3. Masso57 ha detto:

    quel classico pensionato saputello: la grande tradizione petroniana degli umarells….una vera fucina, inesauribile, di autorevoli esponenti….come poter pensare di starne senza?
    [ti capisco, da me ce ne sono un paio che riducono i miei pomeriggi estivi in una succursale delle officine Breda…].

    Ma che bello, poi, sfasciarsi sul letto…..

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  4. cappelliavolute ha detto:

    Hihi… perdonami, ma hai uno stile e un’ironia che, pure nel dramma, riescono a farmi ridacchiare! Grazie! =)

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  5. listen ha detto:

    Sulle cose più banali riesci a costruirci un post che è un quadro sinceramente godibile.D’ accordo, L’ auospurgo di un condominio non è una cosa banale….(mi sa tanto di consigliato ad un pubblico adulto e minori accompagnati dai genitori ) e la comunità che alberga in un condominio esce fuori con le sue figure che sono delle icone, come il vecchietto del Far West.
    Bentornata Ilaria!
    Listen

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  6. flaviablog ha detto:

    I tuoi condomini considerano il water una discarica! Passi per il calcare, ma i pezzi di mattone!!! Come son finiti frammenti di mattone per le tubature? Oddio, dove abitavo un tempo ci han trovato pezzi di piastrella. Ci dev’essere una strana perversione di cui i testi psichiatrici non parlano, che induce a infilare nei tubi quello che tende ad incastrarsi. Vorrei però che mi si spiegasse l’assai recondito significato di tale gesto!

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  7. lauraetlory ha detto:

    Ilaria dalle mille risorse!
    😉
    lory

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  8. flalia ha detto:

    Paolo: eh eh, non si può vivere solo in verticale ;-))

    Melchisedec: sì, è così, sono serena, Mel. Grazie 🙂

    Masso: eh sì, ho usato la perifrasi perché non tutti capirebbero la parola umarells, ma si tratta proprio di loro… il mio garage e il bar sotto casa è interamente colonizzato da loro :-))

    CaV: meno male, CaV, lo scopo del post è proprio far ridere… ;-))

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  9. flalia ha detto:

    Grazie, Listen! Adesso l’hai capito cos’è e come agisce un autospurgo, eh? :-))

    Flavia: me lo son chiesto anch’io cosa ci facesse un mattone nella colonna!! E i tecnici mi hanno spiegato che loro nelle colonne ci trovano di tutto, compresi resti di piastrelle o i calcinacci di lavori fatti per es. per ristrutturare i bagni: alcuni operai per far prima, invece di raccogliere tutto per bene, buttano il materiale giù nella colonna e questa ovviamente poi s’intasa… Come al solito, basterebbe un po’ di menefreghismo in meno per evitare certi disagi.

    Lory: mi sto fortificando, non c’è che dire… ;-))

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  10. lauraetlory ha detto:

    Un omaggio[..] Oggi, semplicemente, voglio rendere omaggio a una delle persone piu’ splendide (si dice piu’ splendide?) che abbiamo avuto la fortuna di incontrare grazie a questo piccolo blog. Quella persona e’ Ilaria alias Flalia e vi invito a leggere in sequenza q [..]

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  11. listen ha detto:

    Dopo questa tua “Introduzione all’ autospurgo, elementi di base” Vol. I e II credo d’essere pronto a sostenere gli appositi esami sotto la Commissione Generale diretta da Erik l’Idraulico.
    Ho dovuto studiare fino, ma oramai credo di essere in grado a riconoscere un tentativo di disinnescamento di una bomba della II guerra mondiale dalla frenetica attività di un Condomino in fase di autospurgo.Ed io che pensavo a un’ ondata di onanismo generale…

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  12. flalia ha detto:

    Listen: bravo alunno. Siccome nel frattempo il mio pc è completamente fuori uso causa virus (adesso sto usando quello di mio padre), può anche darsi che pubblichi un corso accelerato di informatica grazie agli insegnamenti di Luca il tecnico del computer… ;-)) Ma direi che questa te la risparmierò!! 😀

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  13. aleike ha detto:

    E quanti ne esistono di pensionati saputelli!A volte sono anche simpatici, spesso no….:o)

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