Mi trovo qui!

Nonostante le iniziali buone intenzioni, mi sono goduta il mio scampolo di vacanza senza quasi aggiornare il blog! Be’, mi sembra giusto: sarò un po’ all’antica, ma per me la vacanza deve comportare un temporaneo distacco dalle abitudini quotidiane, anche da quelle piacevoli ma “cittadine” (a parte leggere e pedalare, attività di cui non potrei mai privarmi e che anzi in vacanza intensifico).
Ciò non toglie che spesso, girovagando tra i miei amati lidi, e osservando, mi si formassero quasi automaticamente dei pensieri sotto forma di post, alcuni dei quali sono rimasti scritti nella mia mente e che provvederò con calma a riversare qui sopra, cercando di evitare però di ammorbarvi con i miei ricordi vacanzieri, onde evitare la classica sindrome da filmini delle vacanze.
E devo anche dire che – lo so, sembra retorico ma invece è proprio vero – mi sono mancati i miei amici di blog. Insomma, mi è capitato di passeggiare sulla battigia con i capelli scompigliati dal vento di mare e di chiedermi contemporaneamente cose come: Quanti post avranno scritto nel frattempo Laura e Lory? (e mi son posta più o meno la stessa domanda per ognuno dei miei bloggers amici).

Una volta il mio amatissimo prof. di filosofia del liceo, durante una delle nostre conversazioni a due, mi fissò a lungo sorridendo e mi disse, con l’aria di uno Sherlock Holmes che la sa lunga – che io sono una persona che, in qualunque contesto si trovi, per sentirsi bene ha bisogno di crearsi attorno un nido, una piccola rete di affetti e simpatia in cui sentirsi accolta e sostenuta (e a cui, a sua volta, cercare di dare il meglio di sé). Credo proprio che avesse ragione, e che io sia riuscita a crearmi il mio piccolo nido anche qui su internet, grazie a voi amici.

Ieri, dunque, io e la mia bici siamo salite su un treno che ci ha riportate a Bologna. Il binario era affollato di turisti che tornavano a casa e che, arrivato il treno, lo hanno praticamente assaltato per guadagnarsi il meritato posto a sedere. Io e Spinoza (ho chiamato così la mia bici, in onore alla tradizione familiare di attribuire ai mezzi di locomozione – in particolare alle da noi poco amate automobili – nomi di filosofi; però anche se Spinoza era un maschio la mia bici – azzurra, tra l’altro – è una femmina con un nome da maschio) ci siamo avviate verso la carrozza di testa, dove c’è lo spazio apposito per le biciclette. Il mio problema, in questi casi, è che non ho abbastanza forza per far salire e scendere la mia bici dal treno e ho sempre paura di non trovare qualcuno che mi aiuti, cosa che finora però non è mai successa. Anche stavolta, un signore gentile, vedendomi in difficoltà, ha caricato Spinoza in carrozza e all’arrivo il capotreno e il macchinista, dato che la porta del vagone si era rotta, l’hanno presa e fatta scendere dal locomotore, assieme a me (mi sono sentita felice come una bambina quando ho potuto entrare nel posto di guida del macchinista, e scendere dalla ripida e alta scaletta del locomotore!).

Poi, attraversando una Bologna semi-deserta, siamo arrivate a casa.
Sono tornata e non mi sembra neanche di essere partita.

È il primo anno che non trascorro a Riccione l’intera stagione. Sono curiosa di vedere come sarà l’agosto in città, trascorso tra ore di studio, passeggiate e qualche incontro con amici. E con i blog-amici. Ciao a tutti!


14 commenti on “Mi trovo qui!”

  1. PaoloFerrucci ha detto:

    Ilarietta, io di post credo di averne fatto solo uno, però galeotto!
    Bentornata!!
    :-)****

    p.s.: ti ho mai detto che sei la mia scrittrice preferita?

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  2. girliegirl ha detto:

    Spinoza? O_O
    il mio motorello si chiama Mazinger… mi ritiro nel pozzo della mia insipienza 😀

    bentornata, baci 🙂

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  3. melchisedec ha detto:

    Si vive bene in città ad agosto. L’unica cosa odiosa potrebbe essere il tempo meteo.
    Quanto ai blog, c’è il deserto o quasi, come se scrivere implicasse pure le ferie. La cosa mi fa stupire ad essere sincero. Io, se ho tempo e voglia, aggiorno solo per il gusto di scrivere.
    Un abbraccio 🙂

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  4. lauraetlory ha detto:

    So bene di essere prevedibile ma… mi sei mancata! Spero che tu ti sia rilassata, riposata, ritemprata sufficientemente.
    Un saluto a te e a Spinoza.
    Lory

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  5. Masso57 ha detto:

    Quella di battezzare con nomi così impegnativi la bici mi giunge nuova e piacevolissima: pensa che mentre ho sempre battezzato le auto, non ho mai fatto così con le (poche) bici che ho avuto, forse perchè le ho sempre considerate una prolunga della mia voglia di girare per città, mentre l’auto è quasi un corpo estraneo.
    Bentornata, dunque: ed occhio a non passare sotto i portici perchè i vigli, deboli coi forti e forti coi deboli, stangano…..

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  6. flalia ha detto:

    Paolo: grazie! Mi sento onorata! 😉

    Alice: ciao, grazie e benvenuta (allora anche tu mi leggi! Io sono una tua fedelissima) 🙂

    Ciao Mel! Hai ragione, le persone vanno in vacanza anche dai blog. Be’, a me piace scriverci e ogni volta che mi verrà l’ispirazione lo farò, che mi legga qualcuno o meno. Un bacio :-*

    Ciao, cara Lory! Sì, sto benissimo, serena e riposata. Grazie 🙂

    Masso: già, soprattutto d’estate i vigili sono particolarmente “attivi”… ma io vado per strada (a rischio della vita, a volte)!

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  7. lauraetlory ha detto:

    Bentornata! Come immaginavi, e come hai potuto vedere, io e Lory non ce ne siamo state con le mani in mano e, forti del fatto di essere in due, il nostro è un blog mai chiuso per ferie. Concordo con Mel, noi scriviamo perché ci piace, quindi anche a rischio di avere zero commenti causa fuga agostana, scriviamo lo stesso. Ho letto con piacere, come sempre, di te e della tua bici dal nome importante. Io non so andare in bici (ebbene si, lo confesso) e pur adorando la mia Ka cicciottella e gialla come un limone, non ho trovato un nome adatto. Vuoi darmi una mano tu?
    Non c’entra nulla, ma sono alla ricerca di chi mi suggerì di leggere Don DeLillo, sei forse stata tu? Ho letto UNDERWORLD (860 pagine!!!!) e l’ho trovato… straniante, bello, pesante, difficile, a volte anche noioso, altre volte splendido. Un romanzo che ne contiene almeno altri quattro e tutto intorno ad una palla da baseball. Geniaccio il nostro (nel senso di origini italiche) DeLillo, ma non adatto a tutti i palati.
    A presto la recensione sul blog.
    Laura

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  8. flalia ha detto:

    Ciao, carissima Laura, non a caso ho fatto il nome tuo e di Lory; primo, perché vi sono molto affezionata, secondo, perché ero certa che non sareste state con le mani in mano!
    Riguardo a De Lillo, mi pare di ricordare che sia stato Oyrad a suggerirne la lettura. Sono curiosa di leggere la tua recensione perché quel romanzo ce l’ho e mi incuriosisce ma, anche a causa della lunghezza, lo confesso, non ho ancora avuto il coraggio di iniziarlo!
    Per la macchina, vedrò se mi viene qualche idea, ma di solito è il proprietario che, conoscendo bene il mezzo, intuisce quale nome sia più appropriato! La nostra macchina precedente, una Uno blu carta da zucchero, si chiamava Pascal. Quella attuale, una Punto blu, si chiama Lady Conway, che era una donna molto colta e appassionata di filosofia, che intrattenne un’importante corrispondenza col filosofo Henry More!

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  9. commediorafo ha detto:

    Bentornata!
    La mia bici si chiama semplicemente La Rossa, per il colore, non per il credo politico…
    Massimo

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  10. flalia ha detto:

    Ciao Massimo! Be’, devo dire che La Rossa è un bel nome, spavaldo e simpaticamente combattivo (anche la mia Scassona – quella che uso in città – è rossa, anzi bordeaux, ma è un vecchio relitto ormai, una reduce!)

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  11. maggicatrippy ha detto:

    beh, buona estate allora.
    dalla calda sicilia…ghghgh

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  12. Jedredd ha detto:

    Bentornata Ilaria.
    Mi ha fatto sorridere l’idea di una bicicletta in treno, per bagaglio a mano.:-)
    Non ho mai assegnato un nome a nessun mezzo, auto, moto, bici, invece da bambino, n’avevo dati ai quei carretti a cuscinetti che mi costruivo, ricordo, “rin tin tin”, ed il mitico, “capitan fresh”, pesante e rumoroso, mi dava tanti guai con i vicini di casa!;-)

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  13. caterinapin ha detto:

    Ben tornata Ilaria, mi sei mancata!
    Che bel nome Spinoza per una bici, mi piace molto, è un modo per umanizzare un mezzo di locomozione e dargli anima e intelletto…
    Ti abbraccio
    Cate

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  14. flalia ha detto:

    Che beata, Trippy!

    Jedredd: ciao, che bello ritrovarti qui! Ognuno dà i nomi alle cose che ritiene preziose… 🙂

    Cate: ciao, carissima, mi sei mancata anche tu e mi ha fatto piacere avere trovato un tuo post felice, al mio ritorno. Spinoza è uno dei miei filosofi preferiti, e certamente quello che amo di più 🙂

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