L’estasi nel quotidiano

Non è vero poi che non ho visto il mare. Così era nei progetti, ma chi può resistere chiusa in casa sapendo che a poca distanza c’è quell’immenso accogliente grembo d’acqua, sentendone il profumo portato dall’aria (pur in mezzo all’immancabile, anche in riviera, odore di benzina)? Io no di certo.
Così, indossato il costume e la divisa da mare, corro verso la spiaggia per celebrare il rito del Primo Bagno di Stagione, che consiste nel prendere la rincorsa dall’inizio della passerella e correre, possibilmente con le braccia aperte, incontro al mare, senza la minima pausa o esitazione al momento fatale dell’ingresso in acqua, nella quale poi l’abbandono accade, totale e inebriante.
Ovviamente tutto ciò andrà fatto in un orario consono (poca gente in spiaggia) o in una zona in cui si sia conosciuti (e, possibilmente, benvoluti) un po’ da tutti: condizioni, nel mio caso, soddisfatte entrambe.

Immersa nel mare, nuotando verso l’orizzonte fin dove le forze mi sorreggono, vivo una grande felicità.
Sono quei momenti di estasi che ognuno di noi può ritagliarsi nel suo quotidiano.
Per me il mare è sempre stato anche un grande Consolatore; spesso la sera, estate dopo estate, gli ho portato le gioie e le tristezze della giornata.


È stato bello, all’arrivo, trovare nel viale, nei dintorni e in spiaggia le stesse persone che incontro da un anno all’altro, con le quali scambiare saluti calorosi o anche retorici convenevoli.
È stato molto triste entrare in casa e non dovermi come al solito precipitare verso la poltrona per baciare la mia prozia né vedere mia nonna corrermi incontro sorridente e stringermi forte in un abbraccio (facendomi provare la deliziosa sensazione di avere cinque anni o poco più).
La casa era vuota, per la prima volta. Nonna e prozia sono rimaste a Piacenza, a spegnersi lentamente e inesorabilmente di fronte alla malattia che le ha colpite entrambe. Avevano sempre detto che, dopo avere vissuto una vita insieme, sarebbero certamente morte insieme. Mia mamma rideva, quando lo dicevano, ma io ho sempre creduto che sarebbe andata proprio così. E infatti. E dico che questa mi sembra una cosa buona e giusta, anche se per noi che restiamo è un duro colpo perderle insieme, ma dal loro punto di vista – che è ciò che conta – è la cosa migliore di tutte.

Non hanno voglia di spargere troppo la notizia in giro; da orride borghesi quali si definiscono tengono alle apparenze, al decoro e alla riservatezza.
Con understatement invidiabile mia nonna, quando al telefono qualche conoscente (non intimo) chiede Come va?, risponde invariabilmente:
– Non ci possiamo lamentare –
E anch’io, in effetti, mentre mi approprio come ogni anno della mia solita camera o mentre mi avvoltolo goduriosamente nel mare – mentre penso a loro due – so che non mi posso lamentare, nonostante sia strano questo vivere divisa su due binari con direzioni opposte: la mia felicità di vivere da un lato, la loro morte in arrivo, dall’altro.


14 commenti on “L’estasi nel quotidiano”

  1. barbara34 ha detto:

    tanto per dire una cosa banale, la nostra felicità è sempre contemporanea al dolore o alla morte di qualcun altro, spesso vicino. un giorno può accadere il contrario… è la vita che sommerge tutto e continua la sua strada. belle queste cose che hai scritto. i miei approcci al mare sono sempre timidi e impacciati, invece, bello appropriarsene così, tutto in un colpo. 🙂

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  2. PaoloFerrucci ha detto:

    Flalia, ti ho mai detto che hai talento? Oltre a un’enorme sensibilità?

    E’ bellissimo quello che scrivi.
    ciao :-*

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  3. diegodandrea ha detto:

    Ha perfettamente ragione Paolo 😉
    Bacio
    D

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  4. commediorafo ha detto:

    Non credo sai che le direzioni dei binari siano opposte. Quale consolazione più grande per le tue anziane parenti del sapere che la loro nipote gode della felicità di vivere?
    Massimo

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  5. soffiodimaggio ha detto:

    E’ molto bello il tuo post. E’ particolarmente coinvolgente, complimenti. 🙂

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  6. Masso57 ha detto:

    è bello anche questo tuo amore per il mare, quando tuffarsi è anche stappare una emozione o un ricordo….

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  7. lauraetlory ha detto:

    Bentornata cara, ci sei mancata molto. Non avevo dubbi che il mare avrebbe vinto la battaglia contro la volontà. Andare in riviera a studiare è una contraddizione in termini, anche se sono convinta che sei rientrata preparatissima. Il tuo pensiero per quelle due donne così importanti nella tua vita è bellissimo, e tu sei la giusta continuazione del loro amore per la vita.
    Laura

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  8. lauraetlory ha detto:

    Credo che nonna e prozia siano orgogliose di te, di ciò che sei diventata e di quello che sarai in futuro, orgogliose perchè dal mondo in cui le descrivi, dal modo in cui parli di loro, è evidente che anche quando non ci saranno più continueranno a vivere nel tuo ricordo e nel tuo esempio.
    Bentornata
    Lory

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  9. bez ha detto:

    La situazione che descrivi mi è familiare…
    Mi vien solo mandarti un abbraccio, che sembra una cosa così sciocca e invece aiuta a giore ancora di più della felicità, e sostiene quando si prova dolore.

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  10. bez ha detto:

    *gioire…

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  11. caterinapin ha detto:

    Che bello, anch’io vorrei tanto ricevere un abbraccio dalla mia nonnina per sentire nuovamente di avere 5 anni… Almeno per pochi minuti!
    Un bacio
    Cate

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  12. flalia ha detto:

    Barbara: è vero, in fondo siamo sempre così “divisi”, ma a volte lo si sente di più. Il mare… ci sguazzo fin da piccola! 🙂

    Paolo: grazie! Ho sempre paura di annoiare… 🙂

    Diego: ciao! Che bello leggerti! Un bacione anche a te! E buon divertimento 🙂

    Massimo: sì, quando mi sento “in colpa” per la felicità che provo, scaccio subito il pensiero sapendo che loro sono felici se io sono felice…

    Grazie mille, Soffiodimaggio, ciao!

    Masso: eh sì, pensa che anche solo a pensarlo, il mare, mi risolleva il morale…

    Laura: anche tu e Lory mi siete mancate. In effetti l’esame è andato benissimo e non mi sono pentita della mia “trasgressione”!

    Ciao Lory: sì, questo è certo. Sono e sono sempre state una tale miniera di storie, esempi e insegnamenti che niente andrà perduto!

    Bez: un abbraccio, anche se a distanza e virtuale, non è mai sciocco, aiuta veramente, cara Bez. Ti ringrazio molto 🙂

    Cate: un bacio a te, cara. A volte anche solo pensare intensamente a quell’abbraccio inconfondibile di una nonna può risollevare un po’…

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  13. ByronCorner ha detto:

    Come sei dolce. Buonanotte Flalia.

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  14. flalia ha detto:

    Ciao Byron, grazie 🙂

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