Il prodigio
Pubblicato: 6 luglio 2007 Archiviato in: curiosità, musica 15 commentiSuperate le tristezze, vado al mare per qualche giorno, anche se solo nominalmente (starò chiusa nella casa del mare a studiare, ma almeno saprò di essere al mare, pur non vedendolo).
Ma per concludere il discorso mozartiano, vi lascio con una frase che ogni tanto rileggo perché mi fa ridere (è troppo esagerata per crearmi complessi d’inferiorità). È tratta dalla biografia di Mozart scritta dallo storico Peter Gay, pubblicata da Fazi. Nel primo capitolo leggo la seguente affermazione:
Poco dopo aver compiuto cinque anni Wolfgang fece l’inevitabile salto – inevitabile per lui – da esecutore a creatore.
Capite? A cinque anni, fu inevitabile per lui cominciare a comporre musica anziché limitarsi a eseguirla!
Non so a voi, ma a me – sarò stupida – questa frase fa ridere (oltre a riempirmi d’ammirazione).
Io a cinque anni avevo grossi problemi e patemi nel cercare di memorizzare le canzoni da cantare alle feste della scuola materna… e anche adesso non va molto meglio, in effetti.
Buona fine settimana a tutti, genî e non!
Io a cinque anni ero impegnata a trovare tutte le scuse possibili per disertare l’asilo che era gestito da suore severissime. Temo che questa piccola differenza tra me e il grande Amadeus la dica lunga sulla mia genialità… Spero che nonostante la “clausura” lo spirito del mare giunga fino a te. Cerca di rilassarti piccola.
Un bacio
Lory
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Beh, però non buttiamo giù. Mozart era un genio indiscusso, un tantinello esagerato, direi. Ma a quanti è capitato, poco dopo aver imparato a leggere, di aver voglia di scrivere? Io avevo otto anni quando ho scritto la mia prima favola con tanto di illustrazioni, Lory credo poco più… insomma, ognuno nel suo campo e con i suoi risultati, ma il salto da esecutore (o lettore) a creatore non è poi così difficile se gli spunti sono buoni e il terreno è fertile. Poi è chiaro, le melodie di Mozart, anche quelle scritte a cinque anni, restano eterne. Le nostre favolette non sono più neanche in fondo al cassetto, ma è bello vedere le potenzialità della mente umana quando lavora quella magia chiamata “ispirazione”.
Laura
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Io ho problemi tutt’oggi, sappilo ehehe 😉
Beh ma Mozart era Mozart. Personalmente, pur definendomi un mozartiano, non amo queste esaltazioni della sua genialità. Il concetto di genio è assai discutibile, spiega tutto e non spiega niente (vedi anche le esaltazioni del genio celestiale, apollineo,e cc. che trovo incomprensbili, perché dimenticano l’aspetto tecnico, di ricerca della sua arte). Io in questi giorni sto alternando l’Arte della fuga di Bach ad un cd con canzoni di Bacharach :))
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Giuro l’ultima frase sembra una battuta, un gioco di parole, e invece è proprio così, mi ci manca solo Don Backy 🙂
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A 5 anni assomigliavo più a te che a Mozart. Dai Flalia, siamo in buona e reciproca compagnia…
Massimo
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Meglio tacere… invece sereno buon fine settimana! 🙂
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Beh, io a quell’età facevo delle “fughe” meravigliose, non musicali ma quelle vere e proprie a piedi, fino a raggiungere le periferie, e così facendo riuscivo a catturare l’attenzione dei miei genitori, che non potevano perdermi d’occhio per un attimo, meglio di Mozart.;-)
Buon fine settimana anche a te 🙂
Jedredd
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Io a 5 anni giocavo coi lego.
Ed ero bravissimissima.
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Un genio della musica. Una frase trita e ritrita proprio perché vera. Tu mi ricordi un tizio che conosco. Non so quanti anni hai, ma stare al mare e studiare è una cosa che facevo anch’io. Poi ho capito (vedi cosa vuol dire essere dei geni?) che potevo studiare anche senza andare al mare e infatti il mare…chi se lo ricorda più?
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La musica è esattamente come una lingua, è costituita da frasi, ha regole sintattiche, ecc… Se a 5 anni si parla, senza aver mai preso in mano un libro di grammatica, non dovrebbe stupirci che Mozart cominciasse così precocemente a comporre… Poi evidentemente c’è molto di più, altrimenti, 250 anni dopo, non parleremmo ancora di lui a questo modo…
Ciao! 🙂
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non erano un gran che le cose scritte da Mozart a quell’età…
Sto scherzando, ma volevo solo dire una cosa: attenzione alla retorica del fanciullo di genio. Le cose più belle le ha scritte dopo aver tanto studiato, appreso, ragionato, operato.
Certo, ci metteva di meno di chiunque altro. Ma se fosse rimasto il fenomeno da baraccone che era non avrebbe fatto gran cosa.
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Ciao Lory, sì mi sono riposata, e anch’io a 5 anni non ero impegnata in affari più complicati dei tuoi (le mie suore però erano buone!). Un bacio!
Laura: che bel punto di vista, in effetti è vero, il passaggio da fruitore a esecutore a creatore avviene per tutti (anche se con esiti diversi)!
Marcello: hai ragione sulla “genialità”, ma io qui non volevo parlare del genio di Mozart bensì della comicità involontaria insita (a mio parere) nella frase del biografo! Quel inevitabile salto riferito a un bambino di 5 anni (anche se era Mozart) mi suona comunque ridicola! :-))
Riguardo ai tuoi ascolti “disinvolti” ti dico solo che io nel giro di poche ore son passata dall’ascolto di Mozart a quello di Romagna mia, Rose rosse per te e compagnia bella (a Riccione, tale è l’offerta muscale predominante)… 😉
Massimo: caro Massimo, ti dirò che la nostra “normalità” non mi dispiace affatto. Sarà che sono pigra, ma sai che ftica essere un genio??! ;-))
Melchisedec: grazie, e buon inizio settimana a te!
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Jedredd: be’, credo sia più sano fuggire ai genitori, a quell’età, anziché comporre sinfonie… 🙂
Higurashi: eh eh, modestamente, anch’io 😉 E sono d’accordo con te: ognuno ha i suoi talenti e può eccellere in qualche cosa…
Byron: ecco, caro Byron, io a volte vorrei fare esattamente il contrario: scordarmi i libri (o buttarli direttamente in mare, come nella famosa scena collodiana) e immergermi in uno stato di natura (non idilliaco o mitizzato, ma accontentandomi di quel che c’è, pure del mare romagnolo, per dire). Ma non so quanto durerei senza libri… mi tengo tutt’e due! 😉
Doriannn: anche questo è vero, in effetti il linguaggio musicale era quasi la sua lingua naturale, ormai…
Giacomino: concordo pienamente. Io qui non volevo parlare della genialità di Mozart o dei bambini prodigio (per i quali, da “brava” educatrice, nutro un forte scetticismo) ma sul fatto che quella frase del suo biografo mi fa ridere nella sua “esagerazione”. Sono pienamente d’accordo nel dire che il talento è importante, ma se non c’è studio, esercizio, tecnica, consapevolezza acquisita eccetera, da solo frutta poco… Ciao 🙂
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Lo so benissimo perché anche a me capita la stessa identica cosa.
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Sappiamo benissimo che è una fatica essere un genio! Ciascuno di noi a modo suo lo è, no?
Massimo
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