In odore di santità

Nella lotta ingaggiata fin dalla più tenera infanzia per conquistare l’anelato amore materno (o almeno un po’ di considerazione), credo che l’apice sia stato raggiunto quando, fallito ogni altro tentativo e giunta ormai alla ragguardevole età di otto anni (età in cui, come già narrato qui, avevo l’abitudine di spararle veramente grossissime) sostenni di avere avuto una visione mistica.

Dovete sapere che mia madre è una donna molto religiosa, in un modo diciamo molto convinto. Dunque io intuii che l’unico modo in cui potevo cercare di toccarla era provare almeno a sfiorare quel suo rigido mondo interiore. E così, un giorno, di ritorno dalla messa, con aria trasognata e raggiante beatitudine, le raccontai che durante la recita del Padre nostro avevo avuto una visione: mentre guardavo verso l’altare, una luce intensissima e del tutto particolare, sprigionatasi dalle candele, aveva avvolto il celebrante e i chierichetti, i quali apparivano quasi trasparenti; avevo poi sentito una voce potente che chiamava il mio nome due volte (durante la recita del Padre nostro avevo effettivamente avuto l’accortezza di rivolgermi a mio padre chiedendogli con tono ansioso, facendo in modo che mia madre sentisse, se per caso mi aveva chiamata). Le dissi che avevo provato un’intensa emozione e che ancora mi sentivo strana.
Mia madre mi credette (non so se questo testimonii più del suo fanatismo o della sua ingenuità e buona fede; probabilmente, di entrambi). Certo, prima mi sottopose a un lungo e dettagliato interrogatorio; ma io lo superai egregiamente (sentendomi tremendamente in colpa all’idea di ingannare un genitore, cosa che non mi perdonai per molto tempo). Non dimentico come il suo sguardo da incredulo si fece sempre più convinto e quindi felice: proprio a lei era capitato di avere una figlia cui era apparsa una visione. Mi abbracciò. E mi guardò a lungo con ammirazione. E infine, saggiamente, disse che poteva anche non significare nulla, che poteva anche essere solo una mia suggestione e di non pensarci più di tanto, ma di conservare questo fatto e il suo eventuale significato nel mio cuore, anche «come monito a essere più buona» (eh be’, il predicozzo non poteva mancare). Per un breve periodo mia madre mi trattò effettivamente in modo più benevolo e affettuoso; ma poi, ovviamente, tutto tornò come al solito.

La cosa mi si ritorse anche contro quando, nei vari litigi, mia madre rimproverandomi mi rinfacciava che una volta «Dio mi era apparso e io sembravo non tenerlo minimamente in conto!». In altre occasioni, invece, lei semplicemente mi ricordava l’episodio, e rivedevo nei suoi occhi quello stesso sguardo pieno di speranza: che toccasse proprio a lei, donna così devota, di avere una figlia santa? Sarebbe stato certo il giusto premio, sarebbe stata senz’altro lei la persona più adatta, sarebbe stata così ripagata di tante fatiche sopportate con fiducia.

Vorrei dirle che Dio non mi ha mai parlato e che anzi quella “visione” era il frutto di una messa in cui mi ero annoiata e distratta più del solito, tanto da lambiccarmi il cervello fino a escogitare un simile inganno; ma non ci sono mai riuscita e in fondo, ormai, non cambierebbe niente. L’ha già capito da sola che, visione o non visione, non ha una figlia santa.

Questo episodio ve lo racconto perché, mettendo tra parentesi un attimo la mia “disonestà”, lo trovo anche buffo: che cosa non si arriva a fare per un po’ d’amore! E che cosa, infatti, mi capita di vedere, se mi guardo intorno! E questa è una cosa anche bella: non quando si arriva a perdere la dignità per ottenere amore, ma quando si è disposti a perdere un po’ se stessi per arrivare a un altro. Non si ottiene spesso altro che lo scoprirsi fragili e soli, eppure ci si è almeno messi in gioco.


30 commenti on “In odore di santità”

  1. 403 ha detto:

    Per raccontarvi una cosa negativa su di me

    mia cara, io penso che tu sia davvero troppo troppo candida 🙂

    scrivi un post (quello di Rata/Rita) in cui ne esci come una persona splendida, capace di fare qualcosa che probabilmente nessuno dei tuoi commentatori sarebbe capace di fare (di sicuro non io) e alla cascata di complimenti che (giustamente) ricevi rispondi che a te pare di non farci bella figura (!) perché a quella ragazza avevi dato un soprannome (!!) un po’ irridente…

    scrivi questo post che testimonia, teneramente, solo quanto deve essere stata difficile parte della tua infanzia (nulla di eccezionale probabilmente, ma non per questo sempre facile) e dici che ci stai raccontando qualcosa di negativo su di te (!!!)

    io sono certo che la tua è vera modestia, però penso che – prima o poi – dovrai cominciare a valutarti in modo un po’ più obiettivo 🙂

    con affetto
    a.

    (io starò via per un po’, ti saluto, ciao!)

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  2. PaoloFerrucci ha detto:

    Birichina sei stata, Flalia!
    Ma era per cercare l’amore materno che sentivi mancare, un atto nobile e buono, una ricerca d’amore.
    E per questo hai sfruttato la tua fantasia e le tue capacità recitative.
    Come giustamente dici: ci hai provato, insomma, ad avvicinarti a tua madre come avresti voluto.

    Un bacio. :-*

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  3. utente anonimo ha detto:

    io se per caso incontro ‘sto Quint Buchholz per strada lo butto sotto un tram

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  4. Ipofrigio ha detto:

    scusa, sono io quello che vuol male a quella specie di madonnaro tedesco (svizzero, forse?); lo preciso perché dei miei sentimenti negativi io vado fiero.

    Cigolino

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  5. Nella tua vita succedono cose veramente romanzesche. 😉

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  6. acquaforte ha detto:

    I tuoi post sono piccoli quadri… e come tali, regalano emozioni contrastanti a seconda dello stato d’animo o del punto di vista con cui li si legge. Ma quanti anni avevi?

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  7. commediorafo ha detto:

    Quanta tenerezza in questo racconto!
    Riguardo il voler raccontare qualcosa di negativo su di te, beh, è capitato anche a me qualcosa di simile, come ben sai. Ma ho anche capito che non è poi necessario dover per forza “bilanciare” ciò che appare di bello con qualcosa di brutto…
    Massimo

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  8. cappelliavolute ha detto:

    Penso che sia molto bello lottare per ottenere l’amore di chi si ama. Certe volte, quando in casa le cose vanno particolarmente male, vorrei trovare la forza di mandare al diavolo l’orgoglio, e far vedere che soffro, piangere davanti a loro, fare qualcosa di estremo perchè capiscano. Ma non ce la faccio mai.
    Invece tu… e poi, insomma, hai mostrato anche una certa inventiva nella scelta del metodo!! =)

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  9. silvii ha detto:

    Devo essere sincera: il tuo post mi ha commosso. Avrebbe dovuto farmi sorridere, per l’ingenuità, la freschezza, il fatto che tu ce lo presenti come la prova della tua poca bontà, e invece mi mostra come sempre la tua dolcezza.
    Ti mando un caro abbraccio
    Silvia

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  10. melchisedec ha detto:

    Solo tenerezza uno può leggere nell’episodio. Non altro. Ma sei “tremenda”!
    🙂

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  11. Decano ha detto:

    Flalia ciao!E’ giusto mettersi in gioco è moneta dell’esperienza.Non c’è niente da perdere e insegna ad accogliere e darsi.Attenzione però,
    non sono tutti sono anime belle come te!

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  12. flalia ha detto:

    403: siccome io non voglio essere solo “ammirata” sto cercando di presentarmi in tutti i miei aspetti…
    Grazie per essere passato a salutarmi: buon viaggio e a presto! 🙂

    Paolo: hai scelto proprio l’immagine giusta! Sono stata di sicuro una brava attrice! 😉

    Ma… Ipofrigio… non sarai mica Cigolino? :-O E comunque a me quelle immagini piacciono. 🙂

    Davide: è vero! Ma secondo me nella vita di tutti succedono cose romanzesche, bisogna solo accorgersene e raccontarle (tu lo sai meglio di me). Ciao 🙂

    Acquaforte: avevo otto anni! Ciao!

    Massimo: sì, hai ragione, però vorrei, come hai fatto anche tu, farvi conoscere anche i miei difetti e prima o poi ci riuscirò! Grazie dell’appoggio!

    CaV: sì, ti dirò che da bambina ho sempre avuto una certa “creatività”!
    Quel che penso io è che quando in una famiglia certi rapporti si stabilizzano in un certo modo è davvero difficile rompere gli equilibri, per quanto negativi. Io le ho provate tutte: dalla ribellione all’indifferenza alle scenate all’acquiescenza… risultati: pochi. Ciò non significa che io in fondo non sia felice della famiglia che ho! 🙂

    Silvia: grazie! Ti abbraccio anch’io! Ma il lato buffo c’è: insomma, scomodare Dio per una balla simile!

    Mel: eh eh… un po’ “tremenda” lo sono. Diciamo che sono fantasiosa! Buon ponte del primo maggio!

    Decano: Ciao! Grazie 🙂

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  13. flalia ha detto:

    Ipofrigio: ma sì! Tu sei Cigolino! :-))) Ma è una sorpresa incredibile e divertentissima! E io che mi chiedevo chi fosse questo Cigolino, e invece lo conoscevo e sei tu (che poi in effetti non è che ci conosciamo)! Mi sei simpatico, Ipofrigio! 😀
    (Oppure fai finta di essere Cigolino?…)

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  14. Ellee ha detto:

    Ho trovato molto tenero questo piccolo aneddoto e mi ha fatto un po’ sorridere la tua innocenza puerile, non intaccata certo da quel piccolo inganno.
    un caro saluto! 🙂

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  15. utente anonimo ha detto:

    ah! no! no! mi ero fatto una buona opinione di te…
    Sono belli questi ricordi!
    Io ne ho uno mistico artistico dai risvolti melodrammatici…lo racconterò, un giorno.

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  16. ondalungablu ha detto:

    scusami l’anonimo sono io, non mi ero reso conto…ciao

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  17. utente anonimo ha detto:

    Mi sei simpatico, Ipofrigio! 😀

    Tu mi vuoi offendere!

    [Cigofrigio]

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  18. Higurashi ha detto:

    Non la chiamerei “disonestà”.
    La persona disonesta è colei che mente per riuscire ad essere su uno scalino più alto nei confronti delle altre persone. E’ chi vuole trarre vantaggio da delle situazioni.

    Il desiderare di farsi voler “più bene” e di essere accettati dagli altri non è disonestà.
    E’ insicurezza.

    Post splendido, scrivi in un modo secondo me divino.

    Un saluto

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  19. neoscapigliato ha detto:

    Della serie: “Le Azioni nefande della Stellina”….questo post è esilarante…però l’hai scampata bella…perchè tua madre avrebbe potuto parlarne con il prete…e tu ti saresti ritrovata ad essere la nuova Bernadette-Mensognera 😉

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  20. OzzyRotten ha detto:

    Che storiella intrigante.
    Va bhe che avevi otto anni, però prendere così per i fondelli tua madre dovrebbe essere, come dire, un peccato marcatamente veniale…:-))

    Per conto mio debbo dire che da quando ho cominciato ad avere capacità di intendere e di volere, ho sempre cazziato quello lì, quello che sta in croce, che nemmeno mai si è degnato, non dico di apparirmi, anche senza appuntamento, che diamine! Ma nemmeno di mandarmi, qualche volta, almeno un pacchetto di marlboro, e che caspita!

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  21. flalia ha detto:

    Grazie, Ellee, un caro saluto anche a te e buona settimana!

    Ondalungablu: sono curiosa di sapere il tuo ricordo mistico-artistico-melodrammatico (addirittura!)!! Ciao!

    Cigofrigio: be’, allora ti offenderò spesso, perché per es. “Cigofrigio” mi ispira ancora più simpatia! 😉

    Higurashi: grazie, davvero!

    Stefan: bravo! Hai colto l’aspetto divertente dell’episodio! Speravo che qualcuno leggendolo si facesse due risate. Meno male però che mia mamma non l’ha detto al prete…

    Ozzy: che pretese! ;-D Però ti dirò che dopo aver inventato quella balla, un po’ lo desideravo che mi apparisse, insomma mi sembrava quasi un’ingratitudine che non mi degnasse di un’apparizione dopo che me l’ero così ben raffigurata… Ciao!

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  22. flimsy ha detto:

    Mi hai fatto venire in mente quante volte ho raccontato e inventato per amore d’ avere un pò di attenzione da mia madre. Ora che non vivo più con lei mi ascolta, solo che io non ho più nulla da chiederle, da comunicarle. Avrei voluto che mi stesse vicina nei momenti atroci che l’adolescenza ci costringe a vivere. Tutto ha il suo tempo. Mi fa tristezza ma in fondo, è un passaggio dovuto ..

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  23. latendarossa ha detto:

    Eppure io non riesco a vederti sotto una cattiva luce. Complice la tua giovane età di allora, il suo fanatismo o ingenuità (parole tue eh). Beh hai saputo raccontarlo con tanta dolcezza e candore che…come si fa a non crederti. Ma non è che, come diceva Carmelo Bene, sei apparsa alla Madonna (intesa come Louise Veronica Ciccone)? :)))

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  24. flalia ha detto:

    Flimsy: è così… c’è un tempo per ogni cosa. E quel tempo in cui non abbiamo avuto nostra madre vicina quando ne avevamo il massimo bisogno, non può essere “compensato” in alcun modo. Resta come una piccola ferita curata male. Per fortuna la vita è più generosa dell’egoismo o dell’incapacità di un singolo essere umano e non preclude a nessuno la possibilità di essere felici nonostante le sofferenze che abbiamo vissuto. Oddio, che predicozzo degno di una suora se non di una santa… e vabbè, mi sono immedesimata… ;-D
    Marcello: no non no! Nessuna apparizione a nessuno e di nessun tipo! Meglio per tutti! Ciao 🙂

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  25. biancac ha detto:

    Sei davvero una ragazza candida.
    Se questos econdo te dovrebbe essere un racconto negativo…. bé
    ….
    è bellissimo e positivo, invece
    baci

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  26. diegodandrea ha detto:

    Anche mia madre è piuttosto religiosa… una volta all’asilo le dissi che ero diventato Papa… purtroppo, però, la mia non fu una bugia… tutto vero… ma era solo una recita… 😉 maledette selesiane!!
    Ciao D

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  27. OzzyRotten ha detto:

    Bhe pretese…..Tutti i miei amici mi hanno regalto almeno un pacchetto di sigarette da quando ci conosciamo.

    Gesù Cristo non lo ha fatto, e dunque, che Thro lo fulmini…:-))

    Benediko

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  28. flalia ha detto:

    Grazie, Bianca… 🙂

    Diego: Ah ah… che immagine! Tu all’asilo vestito da papa! Anch’io andavo dalle salesiane all’asilo e posso capirti (che torture certe recite!) ;-D

    Ozzy: che duello sarebbe! Mi sa che Gesù soccomberebbe… 😉

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  29. flimsy ha detto:

    La tua risposta al mio commento è perfetta. Penso che avrei risposto anch’io così se qualcun altro avesse scritto quello che ho scritto io. Un sorriso largo per te :)))

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  30. flalia ha detto:

    Un sorriso grande anche a te, Flimsy!

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