Davanti alla legge
Pubblicato: 6 novembre 2009 Archiviato in: attualità, malanni, umorismo | Tags: vaccino a/h1n1 9 commenti«Tutti tendono verso la legge, come mai in tutti questi anni nessuno ha chiesto di entrare?». Il guardiano si rende conto che l’uomo è giunto alla fine e per farsi intendere ancora da quelle orecchie che stanno per diventare insensibili, grida: «Nessun altro poteva entrare qui perché questo ingresso era destinato soltanto a te. Ora vado a chiuderlo».
Mi ricordo che un tempo ero solita, d’inverno, ammalarmi della classica influenza stagionale, il che mi permetteva di stare felicemente a casa da scuola almeno quattro/cinque giorni, di restare beata tra le coltri a farmi servire e riverire, mentre approfittavo di tanto tempo libero per divorare libri o guardare la tv. Tra un brodino caldo e una bistecchina di pollo con patate lesse (il cibo del malato, a casa mia), mia nonna si premurava di cucinarmi la sua famosa torta Mantovana (una torta giallissima per tutte le uova che ci metteva), utile, secondo lei, a “rimettermi in forze”. Insomma, per una settimana all’anno ero autorizzata a poltrire beata e senza rimorsi. Cosa si poteva desiderare di più? Certo, avevo febbre e raffreddore, ma pazienza, non morivo mica. Ma a spezzare tale beatitudine, è arrivato il Vaccino stagionale. A un certo punto, il mio dottore ha preteso di vaccinarmi ogni novembre onde impedirmi di ammalarmi. Inutili le mie proteste pro-influenza. E siccome ‘sto benedetto vaccino funziona, io è da credo dieci o undici anni che non prendo più l’influenza.
Quest’anno, oltre al solito vaccino antinfluenzale normale, essendo classificata come “soggetto a rischio” dovrei fare anche il vaccino suino. E qui casca il maiale, ehm, no, l’asino. A fronte dell’allarmismo televisivo propinatoci quotidianamente, il vaccino – almeno nella mia regione, che di solito in queste cose è sempre ben preparata – manca. Non manca solo il vaccino, manca proprio l’organizzazione, cioè pare che all’asl non abbiano le idee chiare sulle procedure, oltre a non avere le scorte. Poi, dato che in Italia si vede che i medici hanno la coscienza ipertrofica, c’è il problema dei medici obiettori, quelli cioè che non vogliono somministrare il vaccino A/H1N1 ai loro pazienti perché non lo ritengono sicuro. Il mio medico di famiglia è tra questi, pur non opponendosi a che io lo faccia alla asl, mentre il mio gastroenterologo vuole che io lo faccia, in quanto immunosoppressa.
Io per farlo devo comunque aspettare di ricevere una lettera di convocazione dalla mia asl, come tutti i soggetti a rischio. Solo che, mentre l’epidemia è già in pieno corso (più di ventimila bolognesi ammalati), le lettere non arrivano.
Stamattina ho telefonato di nuovo alla asl, chiedendo informazioni:
– Eh, signorina, deve aspettare la lettera! –
– Sì, ma intanto che aspetto la lettera l’influenza galoppa. Andrà a finire che la lettera arriverà quando sarò già malata o forse deceduta… –
– Eeeehhh… ha ragione, infatti, lo dico anch’io. Ma non ci si può fare niente, qui siamo in alto mare, sa? –.
Allora, premesso che secondo me questa è una normalissima influenza e che mi sta bene non fare il vaccino perché non mi sento per niente fragile e sarò anche immunosoppressa ma è da tre anni che non prendo neanche un raffreddore (adesso che l’ho detto immagino che domani sarò a letto col raffreddore del secolo), un comune mortale si chiede: se i soggetti a rischio devono assolutamente vaccinarsi, perché non ci sono i vaccini? Se c’è questo lassismo allora significa che non c’è poi tutta questa necessità di vaccinarsi anche se si è a rischio? Io penso che sia valida la seconda ipotesi, perché in caso contrario avremmo uno Stato che mette gravemente a rischio la salute di migliaia di suoi cittadini. Dunque perché ci ingannano? Cioè se non è affatto indispensabile, perché ce lo vogliono far fare e non ci lasciano in pace? (mio padre dice che non ci sono abbastanza scorte e non hanno il coraggio di dirlo…).
Inoltre, perché solo un medico su quattro ha deciso di vaccinarsi? Perché solo a Bologna ben il 40% dei medici di base non vuole assumersi la responsabilità di vaccinare i propri pazienti? E perché bisogna firmare un consenso informato per il vaccino A/H1N1, mentre per il vaccino stagionale no? Sinceramente io mi fido molto del mio medico di famiglia, non è certo un complottista o un dietrologo, quindi se lui considera il vaccino più un rischio che un beneficio, un motivo ci sarà.
Perciò, a questo punto, io mi auguro che questa mitica lettera non mi arrivi, così evito il vaccino senza sentirmi responsabile della scelta di non farlo. Invece domani andrò a fare il solito, caro, vecchio vaccino stagionale.
Che poi, sarebbe seccante morire per una roba dal nome così poco nobile (suina…).
Però, per via di questa lettera di cui tutti siamo in attesa e che ancora nessuno ha visto e che forse arriverà ormai troppo tardi, ho avuto il brivido di sentirmi come il protagonista di Davanti alla legge, il racconto di Kafka che descrive l’eterna attesa di un uomo che vuole entrare nella porta che conduce alla Legge ma la cui attesa si rivelerà inutile ed eterna.
Morale della favola: Kafka vs SSN*: 1-0.
*Sistema Sanitario Nazionale