A tutta birra

mrs armitage

A colpirmi è stato il suo sorriso: gioioso, compiaciuto e un pizzico impertinente. E poi l’automobile che guidava con tanta soddisfazione: una fiat 500 vecchio modello, ancora più minuscola a vedersi, ormai, rispetto ai macchinoni cui siamo abituati e che infatti le incombevano addosso; col suo colore rosso si stagliava nel grigio umido del mattino piovoso. Lei avrà avuto un’ottantina d’anni e anche per questo, mentre con la sua auto sfrecciava via e ancora, poi, ritrovandola poco più in là, ferma al semaforo e scalpitante, lo sguardo teso in avanti e il sorriso sempre fresco in volto, mi tornava in mente mia nonna: stesso spirito gagliardo ma dolce, stesso compiacimento nel fare ciò che le piaceva. Al pensiero di mia nonna mi s’è allargato il cuore e la simpatia verso l’allegra guidatrice è ulteriormente aumentata.
“Buona corsa”, ho augurato dentro me. Per poi ritrovarmi, dopo trecento metri, presso una rotonda, di fronte alla seguente scena: la piccola vettura ferma, affiancata da due vigili, uno dei quali redarguiva l’anziana mentre l’altro compilava un verbale: e la detentrice del sorriso, dell’automobile e dell’impertinenza era ancora lì, ritta in piedi, sempre col sorriso, solo un po’ dispiaciuto; minuta e sottile guardava dal sotto in su i due vigili, sorridenti anch’essi e chiaramente più dispiaciuti di lei.