Le mail sbagliate

Circa due anni fa cominciarono ad arrivare al mio indirizzo di posta elettronica alcune mail che tra l’altro, al solo leggere l’oggetto, sul momento mi facevano ogni volta prendere un colpo: riguardavano tasse, fatture, conti, banche… tutte cose abbastanza ansiogene finché, nel giro di pochi secondi, non mi rendevo conto che non riguardavano me. L’arcano fu presto svelato: la destinataria era una mia omonima, impiegata presso lo studio di un commercialista di un’altra regione. I nostri indirizzi mail differivano soltanto perché i rispettivi nome e cognome, separati dal punto, erano invertiti di posizione. Resami subito conto dell’equivoco, ho inoltrato alla mia omonima la prima di questa serie di mail accompagnata da due mie parole di spiegazione e con l’occasione ci siamo anche salutate tra noi, scoprendo anche di essere quasi coetanee. Dopo questi convenevoli superficiali, ho semplicemente preso l’abitudine di inoltrarle le mail quando le ricevevo, senza aggiungere altro; finché, abbastanza rapidamente, queste mail sbagliate hanno cominciato a essere sempre meno ‒ man mano che lei evidentemente riusciva ad avvertire tutti i suoi contatti di memorizzare il suo indirizzo nel modo giusto ‒ fino praticamente a scomparire. L’ultima è stata una mail scherzosa inviata da una sua amica (e non, come al solito, da qualche cliente) che, quando l’ho inoltrata all’altra Ilaria, ha portato a un nuovo piccolo scambio divertito tra noi.
Dato che poi non ci sono state più mail sbagliate a favorire contatti, benché minimi, da un po’ abbiamo preso l’abitudine di mandarci una simpatica mail di auguri a Natale e a Pasqua. Non ci siamo mai scambiate informazioni personali a parte l’anno di nascita e non abbiamo mai sentito l’esigenza di cercarci sui social o comunque di approfondire la conoscenza. Ieri quando le ho scritto i miei auguri le ho però confidato una bella novità riguardante la mia sfera lavorativa, dato che si tratta di un bel cambiamento per me. D’altra parte io il suo lavoro lo conosco, no? Questo nostro contatto strampalato, di quelli che solo internet riesce a creare, mi fa davvero sorridere. Siamo solo due “colleghe di nome” e non sappiamo quasi niente l’una dell’altra ma mi sento comunque affezionata all’altra Ilaria.

Auguri di buona Pasqua ai miei blogger amici e a chi passa di qui!

easter