Vivere strabici
Pubblicato: 3 dicembre 2016 Archiviato in: esercizi spirituali, felicità, impegno 4 commentiMi capita spesso di pensare che probabilmente l’ideale sarebbe vivere un po’ strabici. Lo penso per esempio quando incappo nell’elogio della “felicità nelle piccole cose”, un vero evergreen anche nel mondo dei blog, soprattutto quelli femminili; che è giustissima, di per sé e, tutto sommato, anche se non ne faccio un Manifesto, nella pratica è anche alla base del mio personale modo di vivere. Però, se ci si ferma solo lì, diventa una gabbia, comoda e dorata ma sempre gabbia che ti isola dal mondo, dalla vita, dal tempo storico mentre ti chini solo su te stesso, sulla tua famiglia, nel chiuso del tuo piccolo mondo. Allora bisognerebbe essere strabici, e tenere un occhio ‒ e parte del cuore ‒ sulle piccole cose del presente per le quali essere grati ogni giorno e l’altro occhio ‒ e il resto di noi ‒ teso invece al fuori, all’Altro, a ciò che è grande e spesso anche triste, ingiusto, doloroso e a cui non restare indifferenti. Anche perché in molti modi, più di quanto non si pensi, possiamo fare qualcosa anche per quella Dimensione Grande. La Storia cammina anche sulle nostre gambe.
Rinascita
Pubblicato: 20 Maggio 2013 Archiviato in: impegno, sport, uomini al lavoro | Tags: josefa idem, meeting della rinascita, nolympic sporting games, terremoto emilia romagna 5 commentiEsulo un po’ dallo stile del blog per fare una segnalazione che riguarda la mia regione. Esattamente un anno fa ci svegliavamo spaventati e scossi da un terremoto che, come ci avevano insegnato a scuola, mai pensavamo potesse colpire con tanta forza la nostra terra. E invece… le nostre vite ne sono state cambiate, in misura ovviamente molto diversa a seconda che si stia stati direttamente colpiti (perdendo la casa, le proprie cose o addirittura i propri cari) o che ci si sia trovati ad affrontare la paura prima e l’emergenza poi, portando aiuto e solidarietà nelle zone più ferite.
Tra le iniziative che, a un anno dal terremoto, sono state messe in campo ne voglio segnalare una che ho potuto seguire da vicino fin dall’origine, conoscendo bene chi la organizza: il Meeting della Rinascita, una manifestazione che raccoglie gli sport non olimpici (tantissimi e divertenti da conoscere e sperimentare) i quali scenderanno in campo con tornei, gare e dimostrazioni aperte a tutti, dal 24 maggio al 2 giugno nei comuni colpiti dal terremoto. Alla cerimonia di apertura, a Crevalcore, sarà presente la ministra dello sport Josefa Idem. Proprio un paio di giorni fa ho visto le foto degli ultimi sopralluoghi nel campetto di basket di Crevalcore; mi sono emozionata, guardandole, perché poco meno di un anno fa – nei giorni della massima emergenza – mi ero seduta esattamente ai bordi di quello stesso campetto dopo un intero pomeriggio passato in tendopoli coi ragazzini terremotati. Tutto, attorno, era rovina e distruzione; il paese un’unica “zona rossa”, inaccessibile. La psicologa dell’infanzia che sedeva con noi ci illustrava i sintomi del trauma più ricorrenti nei bambini che vivevano in quella tendopoli. Noi eravamo lì con noi stesse, i nostri albi illustrati, i nostri libri che speravamo curativi (e in parte le storie curano davvero) e la nostra buona volontà. Nel campetto alcuni ragazzini delle nazionalità più diverse giocavano insieme. Ricordo lo stato d’animo turbato con cui li osservavo, facendomi tante domande sul futuro. Ora mi emoziona pensare che in quello stesso campetto, che allora sembrava una minuscola oasi in un deserto di paura, si farà festa, perché la festa si può fare: in quest’anno non si è stati con le mani in mano e la ricostruzione si è avviata bene fin da subito. C’è ancora tanto da fare e da ricostruire ma anche la fiducia di poter tornare meglio di prima. E anche nove giorni di sport, condivisione e aggregazione aiutano a riportare vita, fiducia, gioia e normalità. Se siete o passate da quelle parti, fateci un salto.
Qui il link alla pagina facebook della manifestazione:
https://www.facebook.com/MeetingDellaRinascita
Questo il sito ufficiale, col programma delle giornate: http://www.nolympicsports.net
In tendopoli
Pubblicato: 10 giugno 2012 Archiviato in: educazione, impegno | Tags: terremoto 12 commentiMercoledì sono andata in uno dei paesi colpiti dal terremoto, che chiamerò Paesino, per rispetto delle persone di cui descriverò la condizioni in questo o in altri post.
L’intero paese è attualmente zona rossa, non ci si può entrare.
In periferia – fuori dunque dalla zona rossa – vi sono le classiche villette monofamiliari, ognuna col suo giardino; e in ogni giardino, o quasi, vi è una tenda. Anche se queste case sono agibili, i loro abitanti si sentono più sicuri a dormire in giardino.
Dopo la periferia, c’è la tendopoli.
Una tendopoli, un conto è vederla al tg, ben diverso è starci dentro, respirare la calura umida della bassa tra le tende, l’erba e il cemento; osservare bambini piccoli e di ogni età vagare da soli o a gruppetti in spazi non pensati per essere abitati e trovarsi a toccare con mano la precarietà pressoché assoluta di una vita del genere. La maggior parte degli abitanti di quel campo (i 2/3) sono persone immigrate, di diverse nazionalità. Infatti una delle cose che saltano subito all’occhio sono i cartelli scritti in arabo. Questo perché, come ci ha spiegato la neuropsichiatra, la maggior parte degli italiani ha parenti che può ospitarli o seconde case al mare o in montagna, mentre chi finisce in tendopoli (soprattutto se per restarci a lungo), italiani o stranieri che siano sono i veri “diseredati”, quelli che non hanno qui niente e nessuno, se non appunto una piccola tenda offerta dallo stato in mezzo al nulla.
La neuropsichiatra con la quale avevamo appuntamento ha approntato lì, dal primo momento, un piccolo “punto di ascolto” (cioè un piccolo gazebo bianco), poiché tra bambini e adulti sono davvero tante le persone rimaste traumatizzate dal terremoto, quindi con ansia, depressione e difficoltà a dormire. Come attività per bambini, al momento non c’è quasi niente: nel pomeriggio arriva il prete dell’oratorio del paese (giovanissimo, simpatico e si chiama don Matteo…) con qualche ragazzo della parrocchia e fanno giocare un po’ i bambini. I bambini sono tanti e in molti di loro si sono spontaneamente avvicinati a noi: chi facendo domande, chi volendo giocare, chi cercando coccole. Abbiamo proposto (io ero in rappresentanza dell’università ma anche assieme alla cooperativa culturale con cui collaboro) un’idea di progetto rivolto soprattutto ai bambini del campo, che prevede letture partecipate, drammatizzazioni, musica in coro e giochi di orientamento (con mappa del territorio e bussola) per aiutarli a prendere possesso di quello spazio a loro estraneo – attualmente un vero e proprio non luogo – in modo divertente e giocoso, accompagnati da noi educatori (volontari).
Il progetto deve ora essere valutato e approvato da una commissione composta da: ASL, Protezione civile e sindaci del territorio. Ma alla neuropsichiatra (che rappresenta la ASL) è piaciuto molto, quindi direi che vi sono buone possibilità che venga approvato.
Lo spero con tutto il cuore, perché ho visto bambini bisognosi di cure educative e di giocare, sognare e sperare, e vedo che c’è bisogno di educatori e di affetto.
È in occasioni come queste che, incrociando lo sguardo altrui, capisci cosa significa quello strano concetto che va sotto la dicitura “il prossimo tuo”. Oh, lo capisci benissimo. Non ci vogliono tante parole o teorie. Basta uno scambio di sguardi in mezzo a una fila di squallide tende. E tra zanzare, umidità e solleone, sai che passerai una delle estati più significative della tua vita, perché dove la terra distrugge, l’uomo (e la donna) ricostruisce.
Santa Cunegonda aiutami tu ;-)
Pubblicato: 4 gennaio 2012 Archiviato in: genialate, impegno, umorismo 6 commentiE così per questo nuovo anno avrò una compagna di viaggio molto speciale, nientepopodimeno che una santa, dal nome originale e dalla storia che infonde speranza: mi riferisco a santa Cunegonda!
No, non sono completamente impazzita, è solo che sono un’affezionata lettrice del blog di Lucyette, che ha un modo così divertente e accattivante di raccontare – tra le tante cose di cui parla sul suo blog – le vite dei santi che perfino io, che non sono mai stata granché interessata alle biografie di costoro, ho cominciato ad appassionarmi. Perciò quando un paio di sere fa Lucyette ha parlato su facebook della singolare iniziativa di una chiesa di Pavia a proposito di santi estratti a sorte si è trovata praticamente costretta dai suoi cari amici di facebook (me compresa) a realizzare anche sul suo blog un’iniziativa analoga. Rimando al post di Lucyette per la ricostruzione della vicenda e per il senso di tale iniziativa. In quel post troverete il link per estrarre anche voi il santo o la santa che vi accompagnerà in quest’anno e che potrete prendere come modello e punto di riferimento…
A me, dicevo, è capitata santa Cunegonda. Che ha una storia bellissima (se siete curiosi la trovate qui), una storia d’amore come in fondo tutte noi (o, dati i tempi, la maggior parte di noi; o comunque: un buon numero di noi) sogniamo. E così, impegnandomi a essere dolce, simpatica e virtuosa come santa Cunegonda e a invocarla costantemente (Eh, cara Cunegonda, d’altra parte ascoltarci è il tuo mestiere, questo ti tocca!), prendo questo sorteggio come buon auspicio: magari quest’anno troverò finalmente marito! Eh eh… 😉
Se anche voi avete bisogno della compagnia di un santo (o una santa) che vi sopporti vi sostenga, cliccate dunque qui, seguite le istruzioni e… buona e santa fortuna! 🙂
Dare valore all’esistenza
Pubblicato: 14 Maggio 2011 Archiviato in: impegno 7 commentiAnche se è da tantissimo che non scrivo più qui (sempre in attesa di passare su altra piattaforma ma senza tempo né grande motivazione per farlo), questo mio post lo voglio linkare, perché è una delle lezioni più belle imparate in questa campagna elettorale (faccio parte di un comitato elettorale per queste elezioni amministrative):