Viva gli sposi
Pubblicato: 28 Maggio 2017 Archiviato in: felicità, feste | Tags: amore, matrimonio 4 commenti
Marc Chagall, Gli sposi della torre Eiffel
I matrimoni, per chi è invitato, possono essere una gran noia (diciamo una vera e propria gran palla) o un’occasione di profonda gioia, a seconda soprattutto del rapporto che si ha con gli sposi. Io personalmente non sono una grande fan delle cerimonie (sto parlando del contorno di festeggiamenti e banchetti, non del significato dei riti di per sé) quali battesimi, comunioni, cresime e appunto matrimoni. Quando però si sposa una delle tue amiche più care, quando tutto – sia in chiesa che fuori – si svolge all’insegna della semplicità, della spontaneità e della condivisione gioiosa; quando non ci sono trecento invitati ma quelli che veramente conoscono e amano gli sposi; quando il posto prescelto per il pranzo insieme non è distante 60 chilometri rispetto alla chiesa ma lo si raggiunge comodamente a piedi tutti insieme e quando poi ci si mette pure il sole a regalare una splendida giornata e un cielo azzurro che qui a Bologna non è poi così frequente poiché più spesso, anche col sole, è offuscato di umidità e foschia risultando biancastro, tutto congiura verso la perfezione.
Così la sottoscritta, cui ultimamente venivano in mente solo post seri a tema mortifero (perché del tutto casualmente – ma sarà poi davvero un caso? – ho letto dei gran libri intrisi di morte a ogni riga), si trova oggi nello stato d’animo più lontano e avulso da pensieri di stasi, a riprova del fatto che in genere la nostra realtà del momento non coincide con tutta la realtà – o non è una buona, nel senso di unica valida, lente attraverso cui guardare il mondo fuori – e che sani bagni di folla fanno pur bene.
I post mortiferi comunque arriveranno pure quelli… 😉
Intanto lunga vita agli sposi, al loro bambino di nove mesi che nell’occasione è stato battezzato e che, vedendo e sentendo battere le mani, se le è spellate pure lui applaudendo felice in prima fila ai genitori sposi, e ammettiamo che ascoltare tra le letture l’inno alla carità di San Paolo fa solo bene al cuore, considerando il contesto in cui viviamo; perdoniamo anche il prete per il suo guardare evidentemente un po’ troppa televisione, date le citazioni durante l’omelia.
Come nutrita cinematografia insegna, il ricevimento post cerimonia è una delle migliori occasioni per trovare l’anima gemella. Sono riuscito a fare eccezione anche in questo frangente. Ricordo gli occhi sbigottiti della bella che mi interrogava: Sei Sposato? Fidanzato? Forse separato? No? Allora devi essere gay! Povero me e accidenti alle conclusioni affrettate…..
Auguroni ai tuoi amici.
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E’ vero che spesso capita di incontrare l’anima gemella in quell’occasione, e non solo al cinema, tuttavia l’anima gemella dovrebbe essere abbastanza scaltra da non fare proprio un interrogatorio così stringente! 😉 Sì, c’è in giro questa teoria che se non sei o non sei stato sposato a una certa età allora devi avere qualcosa che non va. Ci vuole pazienza coi luoghi comuni…
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Che bello! Stupendo.
L’inno vibrante che preferisco è questo:
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Grazie, Dario! Hai ragione, è un inno che ti riempie il cuore.
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