Francesco

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Dopo la fumata bianca, vista in diretta, ho silenziato la tv lasciandola accesa, pronta a riattivare il volume solo quando avessi visto aprirsi i tendaggi della loggia dalla quale sarebbe apparso il cardinale protodiacono che avrebbe annunciato il nome del nuovo papa. Niente chiacchiere giornalistiche per quel momento importante; volevo concentrarmi. Quell’ora di attesa tra la fumata e lo svelamento del papa è stata in realtà affollata di: scambi su facebook coi vari amici, con argomento: papa; sms che mi arrivavano sul cellulare, con argomento: papa; telefonate di altri amici e di mia mamma, con argomento: papa. Ma tra uno scambio e l’altro, nel silenzio del mio soggiorno mi concentravo e cercavo di immaginare cosa potesse stare vivendo in quegli stessi momenti quel papa di cui ancora non conoscevo né il volto né il nome; quale tumulto di sentimenti stava attraversando mentre si vestiva e si preparava a presentarsi al mondo? In realtà poi quando è apparso sembrava molto più calmo di me, che avevo da circa un’ora il cuore a mille; per fortuna non corro il rischio di diventare papa perché mi verrebbe un infarto fulminante solo all’idea di dovermi affacciare da quel balcone, figuriamoci tutto il resto. Sì, diciamo che mi sono sentita molto in sintonia col protodiacono Tauran, visibilmente emozionato nel fare il grande annuncio: ho temuto per la sua salute. Ma poi, dopo  quell’ora di sospensione e di stress, con mio padre su un treno, lontano da tv e internet, che chiedeva aggiornamenti; mia madre che in questi giorni, avendo vissuto connessa col comignolo papale 24 ore su 24, doveva sfogare l’emozione e mi telefonava ogni cinque minuti; amici credenti emozionati quanto me, amici atei che si davano da fare per lanciare sfottò e provocazioni varie ma anch’essi emozionati; insomma in mezzo a tutte ‘ste palpitazioni, con la curiosità che mi divorava, alla fine il tendaggio si è mosso, ho riattivato il volume, è apparso Tauran mezzo infartuato, ha cominciato a dare l’annuncio, è arrivato al nome del papa e io… non l’ho capito. Eeeh? Cosa? Ber… chi? Sarà che non era tra i pronostici, sarà che sono ignorante in tema di cardinali (anche se, per questo conclave, ne ho adottato uno), sarà che Tauran non aveva proprio il tono di voce fermissimo, ma boh. Poi, però, ho capito “Franciscum”. Il nome nel quale speravo. Sognavo un papa che scegliesse come nome Francesco.

Infine è arrivato lui, e ha detto “Buonasera”; ha fatto una battuta; poi ha fatto la cosa più semplice e bella: ha detto “Preghiamo” e ha invitato a recitare tre preghiere, quelle in cui anche chi non frequenta più una chiesa dai tempi della Cresima si ritrova subito, e infatti so di persone che si sono ritrovate a pregare così, assieme al papa, dopo chissà quanto tempo; potere della tv e dell’emozione del momento storico vissuto in diretta.

Così mi ispira fiducia questo papa, col suo sorriso, la sua semplicità e quel dolce nome. Speriamo che riesca a fare un buon lavoro, con questa Chiesa da raddrizzare e questo mondo con cui riuscire a dialogare.

Buon lavoro, papa Francesco.

E ora, il papa lo abbiamo. Ci manca giusto il governo…


5 commenti on “Francesco”

  1. melchisedec ha detto:

    Avrei voluto scrivere un post con il tuo stesso spirito, ma mi bastano le tue parole e il tuo racconto. Hai reso tutto. Anch’io speravo in un nome nuovo e pochi minuti prima pensavo proprio a quello di Francesco.
    Tauran sembrava un pupazzo in procinto di un “collasso”. 🙂

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  2. ediaco ha detto:

    Povero Tauran, ha il parkinson…
    Bellissimo racconto, grazie! Quando l’ho visto, a me è venuto subito in mente Papa Giovanni! 🙂

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