Largo ai vecchi

Quando in autunno ho perso il lavoro, sono diventata un’affezionata lettrice di tutti quei giornaletti gratuiti di annunci di lavoro, nonché di siti internet con la stessa funzione. Tale lettura è servita solo a deprimermi e, ora che ho deciso di mettermi in proprio, una delle cose che mi dà più gioia è proprio non dover più sentire quel senso del dovere che mi imponeva di leggere annunci inutili e perlopiù umilianti. L’altro giorno però la forza dell’abitudine ha fatto sì che ne sfogliassi uno, di questi giornaletti, abbandonato sul bancone del bar. Su due pagine dedicate agli annunci di lavoro, entrambe erano dedicate alle domande di lavoro; c’era un solo annuncio di offerta di lavoro: rivolto a pensionati. Leggendolo, ho provato il consueto nodo alla gola provocatomi da questo specifico tipo di annunci che ultimamente va per la maggiore. L’attuale trend è proprio questo: cercare pensionati, da assumere in genere per lavori di segreteria/amministrazione ma, dato che evidentemente la cosa conviene ai datori di lavoro, ne ho visti per call center come addirittura per volantinaggio. Volantinaggio! Il tipico lavoretto del cavolo, solitamente appannaggio di studenti per raccattare qualche euro, un lavoro (che ho svolto, ai tempi del liceo), che richiede anche di stare in piedi a lungo, muoversi, camminare, insomma un lavoro per gente agile. Macché, ai pensionati pure quello! Non so voi, magari me la prendo troppo, ma davvero questa cosa mi sconvolge: con la crisi che c’è, pur di non dar lavoro ai giovani lo si dà ai pensionati, che una pensione – magari piccola, certo – ce l’hanno già!!! Non è giusto.


12 commenti on “Largo ai vecchi”

  1. messier ha detto:

    Altro che volantinare i depliant dell'ipermercato… Gli anziani italiani dovrebbero fare tre cose, secondo me: 1) spegnere il loro televisore quando un giovane entra nella stanza 2) smettere di 'recarsi alle urne' come dei cagnolini di 200 anni 3) chiedere perdono ai giovani, per tutto quanto non hanno voluto vedere nè sentire'mazza che richieste…

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  2. utente anonimo ha detto:

    Cara Flalia,hai la mia piena solidarietà , che purtroppo è ben poca cosa. Siamo di fronte al solito problema del circolo vizioso, per cui ai datori di lavoro conviene assumere pensionati per pagarli meno, ai pensionati non sembra vero di trovare un lavoretto per tenersi occupati… Scarsa coscienza sociale, e anche un po' di avidità. Prova a chiedere a questi anziani ancora validi di dedicarsi al volontariato in qualche ospizio , magari…Noi spesso dimentichiamo che non tutti i pensionati sono nell'indigenza. Molti sono più ricchi , in proporzione , dei loro stessi figli , che con uno stipendio solo, anche se più che dignitoso devono mantenere una famiglia di quattro o più persone.Ma i cari vecchietti non vengono nemmeno sfiorati dal pensiero, continuano a vestire le loro vecchie maglie, camicie , pigiami, mangiano poco, non vanno da nessuna parte, si lagnano che i BOT non rendono più come una volta, e che i figli , che escono di casa alle sette  e ritornano alle nove di sera non vanno mai a trovarli….Potremmo scrivere un bel fumetto ironico , tipo Linus, ma con protagonisti  settantenni e ottuagenari!Ornella 

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  3. EllaWinter ha detto:

    Mi dispiace per te.. e purtroppo hai scritto una amara verità…coraggio!

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  4. melchisedec ha detto:

    La mania del taglio e del risparmio è diventata endemica; un pensionato o un anziano possono benissimo fare altro! Nel mio liceo una docentessa è stata spedita di corsa in pensione: si è infuriata(ha l'età e il servizio), ha cercato di smuovere mari e monti per rimanere. Niente da fare! Ma non si arrende: ha chiesto al dirigente di fare volontariato a scuola.

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  5. kittymol77 ha detto:

    Alimentare la convinzione che il problema siano i pensionati che "non si arrendono" e "rubano" opportunità di lavoro ai giovani è una trappola. Impedisce di inserire questa realtà nel contesto in cui si sviluppa. Non è una scelta opportunistica quella dei pensionati (non vedo perché chi ha ancora energie da spendere dovrebbe ritirarsi dal gioco per cedere il proprio posto – che in realtà non c'è – ai "giovani"). Le odierne leggi sul lavoro di fatto favoriscono chi costa meno ed è maggiormente ricattabile. Il pensionato fa ciò che può fare per dare alla propria vita un senso. Vedere in questo il danno, vedere nel lavoro dei pensionati l'ingordigia di chi non sa mollare l'osso, è fare il gioco perverso di chi ha contribuito a trasformare le leggi sul lavoro in un ribasso pericoloso dei diritti minimi per tutti. Ciò che manca, che continua a mancare, è la consapevolezza del diritto a un lavoro giustamente retribuito (un lavoro mi deve consentire di far fronte alle mie necessità minime di casa, cibo, calore, dignità), con contributi versati e tutela dei lavoratori di qualsiasi età. Su questo, a me pare, i giovani non sono abbastanza corporativi, si arrendono allo stato delle cose come sono, senza battersi per cambiarle. Anziché gridare al ladro (di opportunità di guadagnare una paghetta, come fossimo eterni studenti cui provvedono i genitori, alla fine)contro il pensionato, dovrebbero formarsi una maggiore coscienza dei propri diritti e non smettere mai di esigerli, di rivendicarli, costi quel che costi. Eppoi, alla fine, a me pare che fare le battaglie contro i pensionati è un pò darsi la zappa sui piedi rispetto al proprio futuro: prima o poi invecchiamo tutti, e a me piacerebbe poter scegliere se continuare a fare qualche lavoretto e sentirmi utile e viva, anziché aspettare davanti alla tv il tempo dell'ospizio. Vedere in chi distribuisce volantini per pochi euro il nemico, è avere già rinunciato a fare battaglie per avere maggiori garanzie e prospettive per il futuro. E' la logica per cui sono gli extracomunitari ci "rubano" il lavoro senza realizzare che noi, i muratori o i raccoglitori di pomodori, non lo faremmo mai e che, invece, ci piacerebbe che anche chi fa questi lavori avesse quei diritti che anche a noi mancano. Le lotte fra disgraziati per un tozzo di pane, non ci fanno accorgere che adottiamo esattamente la logica di chi (il governo, lo stato, il mercato) ci vuole ricattabili e proni.

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  6. utente anonimo ha detto:

    Concordo con chi mi precede e segnalo, come lettura, "Diario della guerra del maiale" di Bioy Casares, per anni sodale di Jorge Luis Boges. Un assaggio della trama qui.

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  7. flalia ha detto:

    Messier: a me basterebbe che si godessero la pensione…Ornella: allora ti consiglio il blog umarells In molti casi i pensionati sostentano i figli e le famiglie dei figli, loro sono il nostro vero welfare state. Ma quando sarò pensionata io, probabilmente non sostenterò nemmeno me stessa…Ella e ZiaCris: grazie per la solidarietàMelchisedec: ah ah, pensa che mia mamma invece scalpita per andare in pensione, di certo non vorrà tornare a scuola…Kittymol e utente anonimo: forse mi sono espressa male: il post non è "contro i pensionati" ma contro un sistema del lavoro che sfrutta soggetti deboli (i pensionati) a discapito di altri soggetti ancora più deboli (i giovani, che poi tanto giovani non sono neanche più). Se le aziende cercano pensionati non è certo per valorizzarli ma solo perché economicamente più convenienti, e questo non mi sta bene.

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  8. Masso57 ha detto:

    La situazione è complicata parecchio, e mi identifico con quello che ha scritto Kitty. Piano piano stiamo scivolando dalla sacrosanta lotta di classe (e non voglio fare il veterocomunista, ma dio solo sa quanto ce ne sarebbe bisogno oggi, in un paese dove i pochi ricchi sono sempre più ricchi, mentre cresce il numero di coloro che sono sotto la soglia di povertà) alla guerra per corporazioni: si identifica un problema, si crea un "nemico" possibilmente debole e ricattabile, se ne acuiscono le divisioni con campagne mirate a creare opinioni spacciate per "maggioranza" di pensiero.Insomma, i capponi di Renzo più impegnati a beccarsi tra loro che a cercare una possibile comune sopravvivenza………… 

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  9. utente anonimo ha detto:

    Cara Flalia, il blog Umarelles l'ho  già individuato e consultato.Non metto in dubbio che i pensionati siano un aiuto per i figli ancora da sistemare , ma: – non è giusto, non per dare ragione a Brunetta, ma i giovani devono avere la possibilità di emanciparsi dalla famiglia, appena possono, come ho fatto io e come , se non mi sbaglio , hai fatto tu di recente. E avrebbero il diritto di farlo in tranquillità ( in tutti i sensi , spirituali e materiali ).- a volte fa comodo anche agli anziani che i figli rimangano con loro; e spesso il loro aiuto lo fanno pagare , e  come…. anche quando i figli sono fuori di casa, e anche in modo inconsapevole, lo riconosco, ma che fatica con i sensi di colpa!- ammetto che quanto ho detto non è sempre sempre vero , ci sono pure le eccezioni, quindi non rimarcatemelo , ma ciascuno di noi parla in base alla propria esperienza. Cordialmente , Ornella 

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  10. kittymol77 ha detto:

    flalia: so che non è certo tua intenzione esprimerti "contro i pensionati". In parte lo dici anche nel post e per il resto immagino che magari non volessi che dire un uffa! senza complicazioni…Però, quando leggo nel commento di Ornella "scarsa coscienza sociale e anche un pò di avidità", oppure "devono chiedere perdono ai giovani" come scrive messier, il pensiero che si inizi a ragionare vedendo in chi trova lavori da fame il nemico, quello che ci ruba le occasioni di lavoro, viene…Magari sono solo banalità scritte senza pensarci troppo e riducendo la questione ai minimi termini, però è proprio questo che è allarmante: pensare in termini banali e minimi a questioni che dovrebbero farci saltare sulla sedia tanto sono drammatiche.Sul lavoro e sulla qualità di vita che questo dovrebbe offrire a chi lavora, si tesse la struttura stessa di una società. Se, magari ridendo, vediamo un nemico in chi "una minima pensione già ce l'ha" senza ricordare che non gliela sta regalando nessuno, che ha lavorato una vita e fatto battaglie sindacali e scioperi in gioventù, per avere quella pensione che oggi è erosa da un costo della vita che la rende insufficiente nel 70% dei casi, diciamo delle cose che sembrano la fotocopia di ciò che pretendono come giuste industriali, governo, banche. Tutti uniti a combattere contro l'unica cosa buona ancora rimasta in questo sfacelo: il diritto a incassare una pensione dopo 40 anni di versamento di contributi. Cioè soldi detratti dalla busta paga, non regali dello Stato o del governo. Forse bisognerebbe farsi chiedere scusa dai sindacati, dagli industriali, da quel "sistema" che ci sguazza con queste guerre fra sfigati, non dal pensionato che con la paghetta arrotonda una misera pensione e con quella aiuta pure i figli e i nipoti, ti pare?

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  11. flalia ha detto:

    Kittymol: sì, mi pare, è quel che intendevo dire anch'io 🙂

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