Davanti alla legge

«Tutti tendono verso la legge, come mai in tutti questi anni nessuno ha chiesto di entrare?». Il guardiano si rende conto che l’uomo è giunto alla fine e per farsi intendere ancora da quelle orecchie che stanno per diventare insensibili, grida: «Nessun altro poteva entrare qui perché questo ingresso era destinato soltanto a te. Ora vado a chiuderlo».


Mi ricordo che un tempo ero solita, d’inverno, ammalarmi della classica influenza stagionale, il che mi permetteva di stare felicemente a casa da scuola almeno quattro/cinque giorni, di restare beata tra le coltri a farmi servire e riverire, mentre approfittavo di tanto tempo libero per divorare libri o guardare la tv. Tra un brodino caldo e una bistecchina di pollo con patate lesse (il cibo del malato, a casa mia), mia nonna si premurava di cucinarmi la sua famosa torta Mantovana (una torta giallissima per tutte le uova che ci metteva), utile, secondo lei, a “rimettermi in forze”. Insomma, per una settimana all’anno ero autorizzata a poltrire beata e senza rimorsi. Cosa si poteva desiderare di più? Certo, avevo febbre e raffreddore, ma pazienza, non morivo mica. Ma a spezzare tale beatitudine, è arrivato il Vaccino stagionale. A un certo punto, il mio dottore ha preteso di vaccinarmi ogni novembre onde impedirmi di ammalarmi. Inutili le mie proteste pro-influenza. E siccome ‘sto benedetto vaccino funziona, io è da credo dieci o undici anni che non prendo più l’influenza.

Quest’anno, oltre al solito vaccino antinfluenzale normale, essendo classificata come “soggetto a rischio” dovrei fare anche il vaccino suino. E qui casca il maiale, ehm, no, l’asino. A fronte dell’allarmismo televisivo propinatoci quotidianamente, il vaccino – almeno nella mia regione, che di solito in queste cose è sempre ben preparata – manca. Non manca solo il vaccino, manca proprio l’organizzazione, cioè pare che all’asl non abbiano le idee chiare sulle procedure, oltre a non avere le scorte. Poi, dato che in Italia si vede che i medici hanno la coscienza ipertrofica, c’è il problema dei medici obiettori, quelli cioè che non vogliono somministrare il vaccino A/H1N1 ai loro pazienti perché non lo ritengono sicuro. Il mio medico di famiglia è tra questi, pur non opponendosi a che io lo faccia alla asl, mentre il mio gastroenterologo vuole che io lo faccia, in quanto immunosoppressa.
Io per farlo devo comunque aspettare di ricevere una lettera di convocazione dalla mia asl, come tutti i soggetti a rischio. Solo che, mentre l’epidemia è già in pieno corso (più di ventimila bolognesi ammalati), le lettere non arrivano.

Stamattina ho telefonato di nuovo alla asl, chiedendo informazioni:

– Eh, signorina, deve aspettare la lettera! –

– Sì, ma intanto che aspetto la lettera l’influenza galoppa. Andrà a finire che la lettera arriverà quando sarò già malata o forse deceduta… –

– Eeeehhh… ha ragione, infatti, lo dico anch’io. Ma non ci si può fare niente, qui siamo in alto mare, sa? –.

Allora, premesso che secondo me questa è una normalissima influenza e che mi sta bene non fare il vaccino perché non mi sento per niente fragile e sarò anche immunosoppressa ma è da tre anni che non prendo neanche un raffreddore (adesso che l’ho detto immagino che domani sarò a letto col raffreddore del secolo), un comune mortale si chiede: se i soggetti a rischio devono assolutamente vaccinarsi, perché non ci sono i vaccini? Se c’è questo lassismo allora significa che non c’è poi tutta questa necessità di vaccinarsi anche se si è a rischio? Io penso che sia valida la seconda ipotesi, perché in caso contrario avremmo uno Stato che mette gravemente a rischio la salute di migliaia di suoi cittadini. Dunque perché ci ingannano? Cioè se non è affatto indispensabile, perché ce lo vogliono far fare e non ci lasciano in pace? (mio padre dice che non ci sono abbastanza scorte e non hanno il coraggio di dirlo…).

Inoltre, perché solo un medico su quattro ha deciso di vaccinarsi? Perché solo a Bologna ben il 40% dei medici di base non vuole assumersi la responsabilità di vaccinare i propri pazienti? E perché bisogna firmare un consenso informato per il vaccino A/H1N1, mentre per il vaccino stagionale no? Sinceramente io mi fido molto del mio medico di famiglia, non è certo un complottista o un dietrologo, quindi se lui considera il vaccino più un rischio che un beneficio, un motivo ci sarà.

Perciò, a questo punto, io mi auguro che questa mitica lettera non mi arrivi, così evito il vaccino senza sentirmi responsabile della scelta di non farlo. Invece domani andrò a fare il solito, caro, vecchio vaccino stagionale.

Che poi, sarebbe seccante morire per una roba dal nome così poco nobile (suina…).

Però, per via di questa lettera di cui tutti siamo in attesa e che ancora nessuno ha visto e che forse arriverà ormai troppo tardi, ho avuto il brivido di sentirmi come il protagonista di Davanti alla legge, il racconto di Kafka che descrive l’eterna attesa di un uomo che vuole entrare nella porta che conduce alla Legge ma la cui attesa si rivelerà inutile ed eterna.

Morale della favola: Kafka vs SSN*: 1-0.

 

*Sistema Sanitario Nazionale


9 commenti on “Davanti alla legge”

  1. melchisedec ha detto:

    Flalia, penso che il tono umoristico sia il migliore per affrontare il tutto. Io sono sereno. Tengo a freno però la fifa di mia madre, condizionata dai tg che comunque fanno ai telespettatori flebo silenziose di paura.  
    sai?
    Entrambi oggi parliamo del nostro medico nel blog, neanche se l’avessimo concordato!
    Un abbraccio.

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  2. commediorafo ha detto:

    Aggiungi che un tuo amico veronese volontario in ambulanza non vuole saperne di vaccinarsi
    Comunque sulla nobiltà del termine suina, ti ricordo che del maiale non si butta via niente!
    Massimo

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  3. flalia ha detto:

    Ragazzi, oggi ho fatto il vaccino antinfluenzale normale (quello non adiuvato); ho deciso che il vaccino per la suina non lo farò. Se mi verrà la suina starò a letto al caldo finché non mi sarà passata 😉 Se poi ho anche l’approvazione del mio "infermiere di fiducia", sono a posto 🙂

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  4. latendarossa ha detto:

    Leggendoti mi è venuto in mente che anch’io ci sono anni e anni che non mi ammalo neanche a bastonate (beh no forse a bastonate sì) e altri nei quali sono stato fragilino. Forse dipende dai periodi che si attraversano, dalle cose di cui ci stiamo occupando, ecc. (quando si sta inseguendo qualcosa di importante, un lavoro che ci assorbe completamente, un amor, ecc.) il nostro corpo reagisce in maniera diversa. O almeno spero. Non farò vaccini, credo di non averne mai fatto, l’allarmismo elargito a piene mani dalla tv, in mancanza di certezze, lo trovo irresponsabile.

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  5. kittymol77 ha detto:

    Concordo con il tuo medico di base e gli obiettori. Da quello che ho trovato e letto (pubblicato dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) sulla suina e sul vaccino già nel 2007 e 2008 (quindi la suina è nata vecchia, e per questo forse non fa "buon brodo") direi che il sospetto della macchina da soldi pattuita a sostegno dell’industria farmaceutica non è così strampalato. Che poi, visto che di qualcosa bisognerà pur morire, perché non di un’influenza curata con brodini caldi e letture soavi fra calde coperte e parenti servizievoli?

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  6. flalia ha detto:

    Marcello e Kittymol: penso che il vaccino antinfluenzale (sia quello normale sia quello "suino") sia da raccomandare a un numero di persone molto più limitato rispetto a quel che vogliono farci credere: persone con problemi di cuore e alle vie respiratorie, persone gravemente immunodepresse: per loro ci vuole. Ma non assolutamente per le persone sane; e anche per chi ha patologie autoimmuni (tipo me) è da valutare attentamente perché è più un rischio che un beneficio (infatti non lo faccio). Quello che mi colpisce è il pressing che le autorità stanno facendo sui medici perché "diano il buon esempio" e si vaccinino: lo trovo gravissimo. E anche quando dicono che è bene che la popolazione si vaccini perché se no, se tutti stanno a casa malati, crolla il Pil. E che crolli il Pil! Bisogna avvelenarsi per non far cadere il pil?

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  7. commediorafo ha detto:

    Riporto un fatto, o meglio, una situazione che spesso mi si presenta davanti: una delle prime cose che noi soccorritori facciamo quando interveniamo su un paziente, in qualunque tipo di intervento, è la valutazione dei parametri vitali. Tra questi c’è la pressione arteriosa. Dopo averla misurata chiediamo sempre al paziente come la porta abitualmente, per farci un’idea del suo stato di salute, per capire se il parametro da noi rilevato sia in linea con quello della persona quando sta bene.
    Ma alla domanda "Di solito la pressione come la porta?" troppo spesso la risposta è: "Non lo so, non la misuro mai!", e non è una bella cosa, specialmente per una persona che comincia ad essere anziana
    Temo che le persone che ora vanno nel panico e nella psicosi da vaccino siano le stesse che abitualmente non si curano di tenere sotto controllo un parametro tanto importante quanto semplice da misurare come la pressione arteriosa.
    Ah, la mia è 12080…
    Massimo  

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  8. autobiogrquanto ha detto:

    Flalia, avevo 14 anni e una terribile pandemia, alla quale avevano dato il nome di "asiatica",  contagiò milioni di persone solo in Italia e causò oltre diecimila decessi.
    Una normale influenza stagionale coinvolge milioni di persone e migliaia di decessi
    E’ arrivata la "suina" siamo a qualche migliaio di contagi e a ben una "cinquantina" di decessi (ridicolo), persone già debilitate per altre patologie. Che dire? Semplice: qualche mese fa, alcune società farmaceutiche, desiderose di salvaguardare la nostra salute, hanno enfatizzato la pericolosità di un virus, si sono organizzate per la produzione di vaccini ad hoc e hanno lanciato l’allarme E’ una grande orgia che coinvolge media e strutture sanitarie. Saranno prodotti miliardi di dosi di vaccino, la festa sarà grande. La maggioranza dei medici è contraria, Sprovveduti, masochisti, incapaci? 
    Ciao. 

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  9. flalia ha detto:

    Massimo: eh eh, neanch’io misuro mai la pressione! La tua mi sembra un po’ altina…

    Angelo: infatti io mi fido dei medici… se quasi nessuno di loro si vaccina… un motivo ci sarà! Comunque sembra che chi c’era ai tempi dell’asiatica sia immunizzato rispetto a questa… a volte l’età serve! 🙂

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