C’è grossa crisi
Pubblicato: 5 marzo 2009 Archiviato in: Senza categoria | Tags: spleen 9 commentiVi ricordate Quelo, il personaggio di Corrado Guzzanti? Quello del “C’è grossa crisi” e “La seconda che hai detto?”. Bene, come sappiamo, anche oggi, a distanza di più di dieci anni, c’è grossa crisi e devo dire che c’è grossa crisi anche in me. Mi sento anche un po’ in colpa perché questo dovrebbe essere un periodo in cui dovrei sprizzare gioia da tutti i pori e invece non ci riesco, sono a terra, non ho entusiasmo, non riesco neanche a scrivere mail o venire sui blog perché mi sento triste e sconfortata, che ci posso fare? Credevo di avere trovato quell’amicizia che cercavo da tutta la vita e invece manca il coraggio (non in me) di vivere un sentimento in profondità. Chissà, forse questa idea dell’amicizia come sentimento assoluto, più puro anche dell’amore, è un’illusione che è sbagliato coltivare o un concetto buono per i libri dei filosofi (penso ad Aristotele e Seneca, per es., a tutte le belle pagine che hanno dedicato a questo sentimento e che mi sono bevuta con entusiasmo). O forse quel tipo di amicizia totale che si vive durante l’adolescenza è solo una caratteristica di quell’età ed è inutile e immaturo ricercarla anche durante l’età adulta (penso a com’è cambiato il rapporto – pur restando saldo – con le amiche con cui sono traghettata dall’adolescenza all’età adulta). So una cosa: non mi piacciono quelle persone che, crescendo o invecchiando, diventano nichiliste nel modo di concepire i sentimenti. Per esempio quelle donne che, attorno ai quarantanni, cominciano a parlare male degli uomini in generale o delle amiche. Quelle persone che la sanno lunga e in realtà mascherano – forse anche a se stesse – i loro personali fallimenti nei rapporti umani nascondendosi dietro affermazioni ciniche e disilluse. Piuttosto che diventare così preferisco soffrire cento e cento volte, crederci sempre e restare delusa e ricrederci ancora. Però è comunque molto triste, ecco. Mi sento in una bolla d’incertezza e mi chiedo come reagire. Come dite? La risposta è dentro di me? Sì, ma – come direbbe Quelo – «però è sbagliata»!
Aggiornamento: Be’, forse sono stata un po’ troppo catastrofica e frettolosa (diciamo che attraverso un periodo di particolare insicurezza)… l’allarme è più o meno rientrato. Ma il post resta perché una riflessione sull’amicizia non è mai fuori luogo…
troppo simpatica la chiusura…direi perfetta (la stessa che di solito mi do da sola di fronte a domande senza risposta). Però…no, la penso come te sull’amicizia: non c’è sentimento che valga di più. Anzi. Come sostengo da sempre, gli amori passano, gli amici restano. Non che l’amicizia sia priva di momenti difficili e scontri epocali. Ma, a differenza di ogni altro rapporto, una bella amicizia, proprio perché gratuita, senza secondi fini, sentimento dell’anima che fa appello alla parte più profonda di noi stessi, sa che gli “scontri, i malumori, le liti (che capitano), sono una sfida e un’opportunità di conoscere meglio la’ltro. Quindi non si arrende, cerca spiegazioni, lascia magari passare del tempo ma poi torna a cercarti. Come mi pare poi sia successo anche a te. Certoil periodo è davvero penoso. Non so come, ma esprimi un malessere che è uguale al mio. Senza motivi apparenti, ma uguale.
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A 40 anni(età valida in generale, ma anche 50) si può ancora scommettere sui sentimenti, ma ne deve valere la pena. Buttarsi alla cieca non è più possibile come a 18.
Credo.
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se fosse cane Bau
se fosse gatto Miao
se fosse tardi Ciao
bhe…i nichilisti dei sentimenti magari sono solo delusi…
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Simona Ventura, filosofa televisiva: “crederci sempre arrendersi mai”.
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Il sentimento dell’amicizia è qualcosa di insostituibile. Quando si incontra un vero amico con il quale condividere situazioni , confidenze,
gioie e sconfitte, vuol dire avere un punto di riferimento speciale. Le donne dopo i quarant’anni parlano male degli uomini perchè dopo aver subito matrimoni deludenti o rapporti deludenti hanno l’amaro in bocca. Ma la vita non è sempre così, ci sono anche matrimoni che funzionano, rapporti che funzionano, lascia perdere le lamentele e vivi la tua vita. La crisi ti passerà, capita di sentirsi giù, non saremmo umani.
Un caro abbraccio, Annamaria.
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Brava, la risposta c’è ma è…sbagliata! 🙂
Certamente ognuno parla attraverso la bolla dei suoi successi e dei suoi sentimenti, si chiama *eperienza*. Diciamo che Amici se ne incontrano pochi ed amici ( minuscoli) molti. L’importante è non pretendere dagli uni quello che invece possono dare gli Altri. E’ come con l’amore, ogni botte dà il vino che ha.
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Kittymol: sì, è proprio così, anche le liti servono a conoscersi meglio 🙂 Riguardo al malessere, è davvero difficile in un periodo come questo non provare un certo disagio… confido almeno nell’arrivo di una primavera che tarda ad arrivare…
Mel: questa distinzione che fai, in effetti, mi interessa. Non ci avevo mai pensato…
CeP: sì, delusi, lo penso anch’io. Ma non mi va di darla vinta alla delusione e alla rassegnazione…
Listen: eh eh, mi sa che son d’accordo con questa filosofia… è grave? ;-))
Annamaria: sì, io faccio proprio così, sono circondata da matrimoni trentennali che continuano a funzionare (a partire da quello dei miei genitori)… C’era stata un’incomprensione e questo mi ha mandato momentaneamente nel pallone (provengo da un periodo in cui ero un po’ fragile)…:-)
Flavia: già, be’, dipende anche dalla relazione che si instaura, non è detto che due persone meravigliose prese singolarmente stiano bene insieme, comunque sono d’accordo, è un discorso collegabile a quello di Mel nel suo commento!
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E’ più bello butttarsi alla cieca a 50 🙂
Che cosa c’è più da perdere? Da giovani si fanno progetti, si vogliono casa e famiglia o comunque interessa il contesto sociale. Da “vecchi” tutto è possibile! 🙂
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Flavia: è vero, i vecchi si dividono in due categorie: quelli che si rinchiudono in se stessi a rimpiangere il passato e quelli che vivono più intensamente perché tanto, ormai, non hanno più niente da perdere… mah, tra i primi e i secondi preferisco i secondi.
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