Di alcune irrefrenabili vocazioni didattiche

Mi sono accorta che quasi ogni giorno lancio un pensierino al buon Max Weber, il quale sosteneva che è tipico della modernità il fatto di usare macchine di cui non conosciamo composizione e funzionamento.
In effetti è proprio vero: noi usiamo ogni giorno macchine e aggeggi che sappiamo far funzionare (o che qualcuno fa funzionare per noi) ma perlopiù non sappiamo spiegare esattamente come vengano costruite e come effettivamente funzionino. E neanche ci interessa molto. Saliamo sull’autobus e l’autobus va. Digitiamo su una tastiera e pubblichiamo il nostro post.

Il problema è quando le macchine si rompono. In questi casi – a meno che uno non sia un patito del fai-da-te (e non è il mio caso) – bisogna chiamare il Tecnico. L’esperto. Colui che sa. Il depositario di un sapere scientifico-tecnologico a me così lontano da risultare esoterico, tanto che mi fido ciecamente di qualunque cosa lui decida.
In pochi casi nella vita mi sento così arrendevole e fragile come davanti a uno di questi Saggi.

I tecnici che finora ho conosciuto si dividono in due categorie: quelli affetti da mutismo, che svolgono il loro lavoro in rigoroso silenzio e se proprio devono ti rispondono con un grugnito, e quelli con la vocazione per l’insegnamento, che non si limitano ad aggiustare il lavandino rotto o il pc in tilt, ma devono spiegarti meticolosamente tutto quello che stanno facendo; questo dopo averti ovviamente già illustrato il meccanismo che caratterizza l’oggetto in questione (con tutte le possibili varianti) non prima di avere riassunto, ma con grande precisione, la storia del tale oggetto nel corso dei secoli o dei decenni (nonché i possibili futuri sviluppi).
Il mio tecnico del computer, poi, è anche un appassionato dei problemi relativi alle questioni di diritto informatico (ho ancora impressa nella mente un’interessante e non richiesta lezione sulla firma digitale) ed è impossibile placare il suo entusiasmo per questo genere di spiegazioni.

Lo scorso weekend è stata la volta dell’idraulico. Le tubature del mio bagno sono andate in tilt, usciva acqua dappertutto tranne che dai punti giusti. Panico. Siccome l’unico idraulico che conoscevamo è stato bandito  due anni fa dalla nostra casa per avere allungato le mani sulle gambe di mia madre (lui apparteneva alla categoria dei muti) non avevo idea di chi chiamare. In modo del tutto fortuito, sono riuscita a intercettare un idraulico che, casualmente, aveva già un appuntamento col mio barista. Era anche giovane e bello, avrà circa la mia età, il che ha reso un po’ meno deprimente il passare la serata di venerdì e la mattina successiva a passare lo straccio in bagno. Per farla breve, quando è arrivato gli ho spiegato il mio problema, che era semplicissimo, utilizzando termini, diciamo, intuitivi, tipo:

– Se apro questo rubinetto o tiro lo sciaquone, oltre al fatto che esce acqua da ogni dove, sento un glu glu nella vasca e poi anche nel lavandino. –

Al giovane idraulico si sono illuminati gli occhi e con grande enfasi ha cominciato a spiegarmi come tutte le tubature siano tra loro collegate e come, a seconda dell’epoca in cui un edificio è stato costruito, ci si possa aspettare di avere le tubature in un modo o in un altro e di come quindi l’aria possa incanalarsi così e cosà… eccetera eccetera.

– Sì, ma quando avrà sistemato tutto, sparirà anche il glu glu? –, ho chiesto io dopo mezzora di lezione, tornando sul mio problema.

– Ah, questo non te lo posso garantire, perché questo palazzo è stato costruito negli anni ’70 e quindi la pressione dell’aria… – ed è ripartito.

Alla fine – dopo avermi lui mostrato i vari attrezzi di cui si stava servendo e avermene illustrato importanza e funzionamento – il guasto è stato aggiustato e io posso dire di essermi goduta un corso intensivo di idraulica teorica e applicata durato un’intera mattina e tenuto da un docente dotato di simpatia e competenza. Non ci ho comunque capito nulla ma almeno il glu glu è sparito e l’acqua è tornata al suo posto.


16 commenti on “Di alcune irrefrenabili vocazioni didattiche”

  1. listen ha detto:

    Anche da te Joe l’ idraulico??!! Ma quanti soldi guadagna questo qui?

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  2. commediorafo ha detto:

    Ricordo la pubblicità di una ditta di rubinetti negli anni 80, con l’idraulico che correva qua e là a tappare buchi.
    Mi faceva ridere
    Mi hai rallegrato la giornata
    Massimo

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  3. flalia ha detto:

    Listen: infatti, l’ho pensato anch’io! Il mio comunque si chiama Erik (sempre che sia il suo vero nome!) ;-)) E per guadagnare, guadagnano eccome…

    Massimo: non la ricordo quella pubblicità ma son contenta di averti rallegrato 🙂

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  4. utente anonimo ha detto:

    Mi sa che la pubblicità era questa:
    http://it.youtube.com/watch?v=8Cfo06DvA5M

    🙂

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  5. lauraetlory ha detto:

    Si, ma il cellulare dell’idraulico lo hai ottenuto? Ti ha invitata a cena? Insomma, esistono ancora gli idraulici di una volta oppure no?
    Laura

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  6. flalia ha detto:

    Utente anonimo: grazie! Adesso che l’ho vista me la ricordo, è vero che fa ridere (cavolo, ’87, però… ne son passati di annetti!) 🙂

    Laura: be’, dopo l’idraulico molestatore precedente, questo mi sembra gentile e simpatico; comunque ho il suo cell e poi deve tornare per il lavandino della cucina… chissà 😉

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  7. kittymol77 ha detto:

    Pensa che a me piacciono molto idraulici, falegnami, muratori, ect che mi spiegano ogni cosa dettagliatamente. Forse perché ho una strana passione per il fai da te e una buona manualità. Quindi attingo ad ogni insegnamento con in mano il blocco degli appunti. Tranne che per questioni particolari.Fra queste, mi rifiuto di fare un buco nel muro dove so che passa il tubo di scarico della lavatrice che deve avere una perdita e forma chiazzette bagnate…ma mi tenta molto,lo confesso. Secondo me lo saprei riparare quel tubo e l’idea di riparare quel tubo da sola ogni tanto torna prepotente. Nel frattempo, aspetto con a portata di mano il cellulare di un idraulico molto carino e bravo che è venuto tempo fa a smontare il lavabo perché mi ci era finito dentro un anello. Non si sa mai che serva un pronto soccorso. Però, se mi vedessi quando mi aggiro fra gli scaffali del Brico, fra viti, chiodi, listelli i legno e cacciaviti, secondo me ridi.Che ci posso fare? Mi affascina mettermi alla prova sulle cose pratiche…

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  8. flaviablog ha detto:

    Tua mamma deve avere gambe molto belle! :-)))
    Preferisco i tecnici muti, di solito. Se ho da far domande, mi fa piacere che rispondano. Di solito tendono a farti una lezione sulla genesi del tubo :-), ma se fai una domanda specifica o pronunci la fatidica parola “preventivo”, diventano improvvisamente chiari come Alberto Tomba quando raccontava di sé e delle sue gare.

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  9. lauraetlory ha detto:

    Il problema è muti o non muti quando tirano fuori il prezzo per l’intervento, ti fanno restare senza parole!
    Un bacio
    Lory

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  10. flalia ha detto:

    Kittymol: io invece sono negata per i lavori manuali (o forse mi son solo convinta di esserlo); finché si tratta di montare mobili o cose dove insomma puoi anche sbagliare senza creare danni, ok; ma l’idea di mettere le mani in cose di cui non sono esperta, col terrore di far saltare tutto… mi paralizzo e preferisco affidarmi all’esperto! Però qualche giretto al Brico me lo faccio, anche perché di idee ne avrei, è la realizzazione la cosa complicata… 😉

    Flaviablog: eh eh, mia mamma, oltre a essere davvero bella, si diverte a fare la civettuola un po’ con tutti (ma come gioco, in buona fede), ma poi ci rimane male se qualcuno la prende sul serio e allunga le mani, come fece il nostro povero idraulico dopo averla avuta attorno per diversi giorni… 😉
    Anch’io preferisco i muti, comunque…

    Lory: ah ah, questo è ciò che li accomuna tutti, in effetti. Certi prezzi poi non riesco proprio a spiegarmeli! Un bacio 🙂

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  11. melchisedec ha detto:

    Sono incontri che lasciano un segno, se comunque si impara qualcosa.

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  12. latendarossa ha detto:

    Ma insomma…manca la parte finale, quella che tutti si aspettano di leggere: il bagno fa sempre glu glu, in compenso però vi siete fidanzati e progettate per l’anno prossimo di sposarvi. Il viaggio di nozze presso una nota ditta di tubature? 😀

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  13. flalia ha detto:

    Mel: sì, più che altro la cosa che apprezzo è vedere una persona competente e appassionata rispetto al proprio lavoro, fiera di ciò che sa fare… ciò mi permette di sopportare con calma anche le lezioni meno comprensibii… 😉

    Marcello: eh eh… be’, a dire il vero, non ho bisogno di rincorrere Erik l’idraulico perché qualche soddisfazione ce l’ho già 🙂

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  14. latendarossa ha detto:

    Aaaaah beh…non sapevo, pardon 🙂

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  15. listen ha detto:

    ….ed io che mi ero iscritto ad un corso d’ idraulica per corrispondenza!!!

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  16. flalia ha detto:

    Marcello: figurati 🙂

    Listen: ma davvero? ;-)) Sono lusingata… 😛

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