Libertà

Ho visto che tanti amici blogger hanno raccolto l’appello per la Birmania, ma a cosa volete che serva che ci vestiamo di rosso o postiamo un’immagine rossa sui nostri inutili blog? Secondo me, serve più alla nostra coscienza che non a un popolo che sta lottando da solo per la sua libertà.

Da solo perché al di là dei proclami non vedo come le nazioni che contano possano o vogliano intervenire. La Birmania è un piccolo stato senza alcunché di utile per gli interessi di noi Potenze occidentali (vedi petrolio o altro).
E da solo perché la libertà è una conquista solitaria.

Comunque, posto anch’io il mio rosso, non rosso come le vesti dei meravigliosi e coraggiosi monaci ma rosso come il sangue delle vittime innocenti. Sangue che per me, qui, è solo un’immagine; per altri, laggiù e altrove, è la vita che se ne va.

Ma chissà, magari aveva ragione Gandhi e io sono troppo pessimista:
E’ una bestemmia dire che la nonviolenza possa essere praticata solo dagli individui e mai dalle nazioni, che sono composte di individui.


19 commenti on “Libertà”

  1. commediorafo ha detto:

    La cosa triste è che ciò che serve alla nostra coscienza dopo un po’ se ne andrà via, e della Birmania ce ne dimenticheremo…
    Massimo

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  2. utente anonimo ha detto:

    ciao , grazie per aver lasciato il link del tuo blog sul mio…molto carino il tuo blog!
    baci ciaUu =)

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  3. caterinapin ha detto:

    E’ così triste questa situazione che invece di non-violenza a me fa scattare una gran rabbia…
    Sapere che Bush ha mandato le truppe americane in nome della libertà e che per questo popolo non proferirà nemmeno una parola di circostanza mi mette una grandissima tristezza!
    Chi può arrogarsi il diritto di difendere Tizio anziché Caio? E in nome di COSA???
    Petrolio?
    Bè allora siamo davvero messi male…
    ^________________^

    Cate

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  4. caterinapin ha detto:

    Le truppe americqane in Iraq, naturalmente…
    Ho scritto di getto e mi son persa qualche parola.
    Sorry!

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  5. latendarossa ha detto:

    Come ti capisco, Flalia! Anche io ho messo una maglietta rossa sul blog, come un segno, ma mi sento impotente, deluso… 😦

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  6. flalia ha detto:

    Massimo: già, è quello che è sempre successo e che temo anch’io… 😦

    Cara Anya, grazie a te della visita! Ciao 🙂

    Cate: già, purtroppo mi pare che sia così: quando le potenze occidentali scendono in campo a favore o contro altri governi e/o nazioni, lo fanno quasi sempre perché mosse da interessi politici e soprattutto economici, il che è anche comprensibile, gli stati non sono enti di beneficenza. E l’ONU (che sarebbe l’unico organismo a poter, secondo me, legittimamente intervenire, perché trovo problematico e retaggio di una logica imperialistica anche il pretendere di voler intervenire a sanare guai di altri paesi da parte di singole nazioni) è praticamente bloccato e non funziona… Per me, a fronte di un mondo globalizzato, bisogna puntare sulla formulazione seria e concreta di un diritto internazionale che valga al di sopra degli stati, e bisognerebbe riformare completamente l’ONU, che così com’è non serve quasi a niente… Nel frattempo, una parte ingente del mondo continua ad andare a rotoli, però…

    Marcello: già… mi sento come te, alla fine anch’io ho scritto il mio piccolo post sul tema perché anche se è inutile forse è meglio di niente, ma a fini pratici non serve a molto. Non so, di fronte a cose come queste mi sento davvero a disagio: nel mio cuore queste situazioni mi coinvolgono, toccano la mia sensibilità, ma poi guardo la tv, vedo quei manifestanti morire (come a Tienanmen, come nei vari tentativi di rivolte in Iran, con noi europei che ogni volta ci entusiasmiamo e poi dopo una settimana già non ci pensiamo più… forse anche “giustamente”, non so) e mi accorgo della distanza che comunque c’è tra me e loro. E’ facile da qui vestirmi di rosso o gridare per la libertà, ma non rischio niente…

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  7. LaportAccanto ha detto:

    scene come queste si sono succedute nel tempo, nei nostri occhi e nelle coscienze… vorrei credere che qualcosa sia rimasto anche se scalzano, accantonato, sormontato dal quotidiano, voglio credere che dietro tutto il ciarpame dell’attualità in costante corsa vi sia anche un po’ di memoria storica affinché non sia più… ma invece, ogni volta… sembra la prima volta.

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  8. melchisedec ha detto:

    Per la nostra coscienza, hai ben detto. Già è qualcosa, Flalia. 🙂

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  9. Jedredd ha detto:

    Le nazioni occidentali avevano già abbandonato, a suo tempo, il Tibet a se stesso, per disinteresse, se solo il mercato globale fosse realmente al servizio dell’uomo, sarebbe un gioco da ragazzi usarlo per far crollare la dittatura in Birmania.
    Giallo zafferano e rosso arancio, sono i colori simbolo dei monaci, il rosso sangue no, non ci sta bene.

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  10. utente anonimo ha detto:

    Buona domenica
    Jedredd

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  11. flalia ha detto:

    LaportAccanto: ciao, benvenuto 🙂
    Mah, secondo me, qualcosa, almeno nelle coscienze di alcuni (spero tanti) resta di sicuro. All’epoca di Tienanmen avevo otto/nove anni mi pare, eppure quelle immagini (con le spiegazioni di mio padre) mi coinvolgevano, mi sono rimaste nel cuore, mi hanno reso più sensibile verso quel tipo di problemi, verso chi vive in altre realtà, diverse e più dure rispetto alla mia. E se questo è accaduto a me, sarà accaduto lo stesso per migliaia o milioni di altre persone. Il problema è che le decisioni degli Stati spesso non sono in linea con questo tipo di sentire. Vorrei che si ragionasse concretamente: cosa fare?

    Mel: è vero, è qualcosa, ma è così poco…

    Jedredd: il mercato globale non è al servizio dell’uomo… cavolo, è assurdo, non si sa neanche con chi prendersela!
    Il rosso sangue non ci sta bene, ma c’è, purtroppo 😦
    Buona domenica, caro 🙂

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  12. OzzyRotten ha detto:

    Anche io credo che vestirsi come se si fosse a Carnevale nons erva a tanto. Piuttosto ci vorrebbero proietti d’artiglieria, e tanta buona volontà. Ma a chi vuoi che freghi della Birmania, se nemmeno all’ONU son riusciti a mettersi d’accordo sul da farsi.

    Sonos empre più convinto che la Democrazia serva solo a lavarci il pavimento.

    Benediko

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  13. flalia ha detto:

    La penso proprio come te, Ozzy, ma non con rassegnazione: siamo di fronte a una serie di sfide, prima fra tutte quella di rendere migliore e più autentico il sistema democratico…

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  14. biancac ha detto:

    io mi chiedo perché sia in cronaca solo oggi, sono oltre vent’anni che si sparge sangue nel Burma…

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  15. flalia ha detto:

    Bianca: vale per la Birmania come per tanti altri paesi, purtroppo. Ma vuoi mettere il “giallo di Garlasco” o la stagione degli amori dei cervi (“interessantissimo” servizio trasmesso al tg2 delle ore 13)?

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  16. utente anonimo ha detto:

    “Il traguardo si allontana sempre da noi.Qunto più progrediamo tanto più conosciamo la nostra indegnità.La soddisfazione sta nello sforzo,non nel conseguimento.Lo sforzo totale è vittoria totalese”

    Gandhi

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  17. flalia ha detto:

    Benvenuta, M0rg4n4, e grazie per la citazione 🙂

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  18. utente anonimo ha detto:

    Ciao, passo di qui dal blog di Diego d’Andrea, mi sono scoperta curiosa di leggerti e in particolare questo post ha destato la mia attenzione… perchè anche io ho pensato lo stesso riguardo alla catena per la Birmania, ma non sapevo proprio come esprimerlo senza risultare indifferente… ecco,tu ci sei riuscita benissimo!
    Bellissima l’immagine e molto vere le tue parole. Avrei voluto saper scrivere qualcosa di simile.

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  19. flalia ha detto:

    Cara Daniela, sei la benvenuta, piacere di conoscerti 🙂
    Grazie per l’apprezzamento del post. Purtroppo, come previsto, i telegiornali dopo due o tre giorni si son già dimenticati che esiste la Birmania…

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