D’ora in poi non saremo più di questa terra, mendace, condominiale, illogica, giovanilista*

È successo che nel post precedente ho scritto che mi è piaciuto un libro e però leggendo il post sembra che il libro non mi sia piaciuto. Cose che capitano. Che poi, in realtà, la prima cosa che ho pensato dopo aver finito il romanzo di Nori è stata questa: sì, devo proprio andarmene da Bologna (e lo farò). È già da un po’ che lo penso, e poi ho letto questo romanzo e mi son detta: Vedi? Anche lui…

Io amo la mia città – ci sono nata – ma non la sopporto più. Troppo grande, caotica, inquinata, sporca e anche degradata.
Sono stanca di spostarmi nel traffico e avere continuamente dei flash nella mente in cui mi vedo spappolata contro l’automobile davanti o falciata da uno scooter in corsa.
Sono stanca di dover scegliere il parcheggio per la bici in base a dove ci sono meno probabilità che me la rubino e non sopporto di dovere usare – per andare in centro – la bici detta Scassona anziché la mia bici sportiva nuova e agile, proprio per evitare che me la rubino (come già accaduto).
Sono stanca di essere sempre assordata dal rumore dei motori quando sono per strada e di respirare il mio gas quotidiano.
Poi sono stanchissima di dover scavalcare punk-a-bestia stravaccati in piazza o sotto il portico davanti a dove lavoro, mezzi nudi e perennemente alienati da droghe, alcool e vita grama (grama dal mio punto di vista ma non dal loro, ché ne vanno fieri. Non sto parlando di poveri ma di sbandati), di dover sopportare le loro molestie fisiche e verbali (alle quali non posso reagire), i loro cani e i loro bisogni. Di dover rispondere No, grazie con un sorriso gentile quando mi offrono droga o bici rubate (perché se no si offendono e rischio le botte, come già capitato, non direttamente a me fortunatamente, che sono sempre comunque gentile).
Sono anche stanca del divertimento coatto “perché gli studenti si devono divertire”, alimentato dal falso ma resistente mito di una Bologna – Paese di Cuccagna e Mecca del comunismo (magari lo fosse ancora, ma non come lo intende la maggior parte di loro, cioè una sorta di anarco-libertarismo senza regole. Purtroppo, a sentire certi discorsi che sento o leggo io anche solo girando per l’università non mi stupisco degli attuali rigurgiti terroristici che partono proprio da qui).
Sono stanca di una città i cui abitanti si sentono infinitamente buoni (abbiamo la bontà nel DNA) e tolleranti e invece non è vero, siam come tutti gli altri.

Poi ci sono anche un sacco di cose belle, bellissime, che potrei dire sulla mia città. Sanità funzionante, per esempio, sperimentata sulla mia pelle. Servizi, biblioteche (tra cui una delle biblioteche pubbliche più belle e fornite d’Italia). Tutte cose a cui non rinuncerò neanche andandomene da qui, dato che sono un essere rigorosamente stanziale e radicato, non riesco a concepirmi a vivere fuori dalla mia regione. A me basta andarmene in provincia, anche solo a Ferrara, o a Reggio Emilia o in Romagna, che amo e conosco bene. Non sarà il paradiso ma un po’ meglio sarà (il mio ideale a dire il vero sarebbe trasferirmi in campagna ma per ora, da sola, non ce la posso fare).

Io ho capito che a me di Bologna ormai piace solo il mio quartiere, tranquillo, verdeggiante e dove ci si conosce un po’ tutti; un piccolo paese, insomma. La mia dimensione è questa. Non sono fatta per la grande città.

Voi siete contenti di dove vivete? O avete il sogno di trasferirvi – un giorno – altrove? Ed è solo un sogno o lo farete? Io aspetto solo di laurearmi. Dopodiché cercherò direttamente lavoro fuori di qui, lascerò quello che ho ora e me ne andrò; così, poi, sarà bello tornare a Bologna per vedere gli amici o i genitori, o per fare un giro non sentendola più così mia. Mio cugino lo ha appena fatto – si è trasferito a Ferrara per gli stessi miei motivi – ed è contentissimo.

 

*Il titolo è una frase tratta da Storia naturale dei giganti, di Ermanno Cavazzoni. Dato che, come avrete notato dal tono insolitamente lugubre e disperato del post, mi sento un attimo soffocare, mi sento giusto un tantino stretta, questo libro fantastico, surreale, erudito e leggero insieme, spero mi aiuti a scalfire un po’ quel macigno che porto sulla testa. E, a scanso di equivoci, dico: mi sta piacendo tantissimo!


29 commenti on “D’ora in poi non saremo più di questa terra, mendace, condominiale, illogica, giovanilista*”

  1. commediorafo ha detto:

    Io amo follemente la mia città.
    Amo attraversare Ponte Pietra (senza “il” davanti) venendo fermato da turisti che mi chiedono in tutte le lingue del mondo di scattare loro una foto.
    Amo arrivare in automobile le sere d’estate in zona Teatro Romano, vicino a casa mia, e ricordare troppo tardi che avrei dovuto fare un’altra strada perchè c’è uno spettacolo e la zona è chiusa al traffico, così mi tocca fare un giro assurdo per tornare a casa mia.
    Amo rovinare gli ammortizzatori della mia macchina percorrendo Corso Cavour (ma una cosa simile la canta anche Lucio Dalla parlando di Bologna).
    Amo poter andare in centro a piedi.
    Amo gli spettacoli della stagione estiva, dall’Arena fino ai cortili in cui si esibiscono le compagnie amatoriali.
    Amo i banchetti di Santa Lucia.
    Amo la mia provincia, dalla Bassa Veronese che strizza l’occhio al Polesine fino ai Monti Lessini che stringono la mano al Trentino.
    Amo il mio dialetto.
    Amo gli autobus che sono sempre in ritardo.
    Amo un sacco di cose, soprattutto quelle che mi farebbero odiare a morte ogni altro posto…

    Massimo

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  2. melchisedec ha detto:

    Io adoro il mio paesello. Farei solo un po’ di pulizia mentale e qualche aggiustamento ai prospetti delle case, per il resto ok. Ma tu lamentarti di BO? Maddai! Tuttavia mi ha interessato conoscere la tua percezione della città in cui vivi, almeno sono notizie autentiche e dirette e non basate sui luoghi comuni televisivi.
    🙂

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  3. PaoloFerrucci ha detto:

    Io vivo già in collina, il mio sogno l’ho già raggiunto. Però mi ha anche un po’ stancato, m’è tornata la voglia di città…

    Tu riuscirai a fare quello che desideri, Flalia, me lo sento. E sei una grande studiosa, come questa ragazza!
    ciao :)*

    dipinto di Lord Frederick Leighton, 1877

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  4. cappelliavolute ha detto:

    Oh, Massimo, che bello… allora continuo io…
    Amo tutte le cose che ha detto Massimo, inoltre amo il gelataio oltre Ponte Pietra, amo andare a vedere il Duomo di sera, specie se piove, ma vanno bene anche gli altri fenomeni atmosferici; amo la bellezza della città vista da Castel San Pietro o dalla Torre dei Lamberti. Amo il nostro piccolo centro storico con le strade familiari come i nostri calzini, amo il parcogiochi in cima alla salita. Amo la città nei suoi capricci, nei suoi difetti, nei limiti. Le biciclette le rubano anche da noi, nei giardini ogni panchina è proprietà privata di un barbone (più di una volta mi hanno fatta alzare urlandomi dietro in malo modo perchè mi ci ero seduta… e loro non ci erano neanche sopra, ovviamente!), non ci sono librerie belle nel senso in cui intendo io il termine bello riferito a una libreria, non c’è neanche uno di quei parchi che non possono mancare nelle grandi città, quei parchi immensi, con i vialetti, le giostre per i bimbi e gli alberi fitti, ma… ma ci sono le librerie familiari, i prati erbosi a misura d’uomo, le vie familiari… avrei tanto voluto andare via da qui, per l’università, ma non sarebbe stato per Verona. Amo la mia città! =)

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  5. flalia ha detto:

    Mel: dunque… sì, mi lamento, ma non perché Bologna faccia schifo. So benissimo che tra le grandi città è una di quelle migliori in cui abitare eccetera eccetera. Io poi mi sento bolognese fin nel midollo, e infatti non solo non me ne allontanerei mai di molto, ma resterebbe comunque il mio centro. Proprio perché la amo posso e devo anche criticarla, però, e non sono affatto in minoranza, tra i bolognesi.
    Il luogo comune (mitico) che si ha di Bologna nel resto d’Italia è esattamente ciò che blocca qualunque amministrazione comunale nell’affrontare veramente i problemi ed è ciò che fa crogiolare molti bolognesi e non in un conformismo ipocrita da anime sognanti (secondo me…)
    E poi… potrebbe essere anche la città perfetta… mi sa che sono io ad avere bisogno di dimensioni più ridotte… 🙂

    Paolo: sì, forse mi annoierei anch’io in campagna, a lungo andare. Secondo me, l’ideale, per me, è una piccola cittadina, non troppo piccola né troppo grande. Tipo Ferrara, appunto.
    Ecco, sì, studiare studio un bel po’, di questi tempi… :-)*

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  6. flalia ha detto:

    Massimo e CaV:
    e vabbè, allora anch’io:
    amo i colori dei palazzi storici (color “rosso bolognese”, appunto);
    amo i lunghi e comodi portici che mi permettono di girare in centro senza ombrello e che spesso nascondono (e svelano) piccoli tesori d’arte: nicchie, affreschi ecc.;
    amo il suo essere una città raccolta in sé e riservata: non mette in mostra le sue opere d’arte, non espone facilmente le sue grazie artistiche: bisogna andarsele a cercare, a volte perfino sotto terra!
    Amo i suoi parchi e i suoi giardini;
    amo soprattutto la sua storia: la prima città ad affrancare i servi della gleba e a eliminare ufficialmente la schiavitù;
    amo la sua tradizione culturale e politica;
    amo la cucina bolognese e il dialetto e i burattini tipici della nostra tradizione;
    amo il carattere conciliante di molti bolognesi;
    amo tante altre cose.

    Certo che Verona la descrivete in modo proprio appassionato! Devo vederla! Ho visto qualche scorcio in tv tramite giro d’Italia e per es. il Ponte Pietra mi è parso molto suggestivo, mi è rimasto impresso…

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  7. utente anonimo ha detto:

    Io sono tentato dalle sirene dell’Inghilterra. Lì vivono le mie sorelle che ne sono entusiaste, e da quello che raccontano non posso dar loro torto. Sarebbero felicissime di avermi vicino e sono sicure che troverei delle belle soddisfazioni anch’io, ma qui sto bene le rispondo, anche quando non è vero, perché sempre più spesso ho a che fare con l’inciviltà e l’abbondanza di parassiti che mi fanno venir voglia di scappar via.
    Jedredd

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  8. lauraetlory ha detto:

    Ilaria, no. Anche tu vittima della sindrome da assedio metropolitano? Capisco le tue lamentele, ma capisco anche (questo lo capisco sul serio, non come il consiglio del libro che sembrava sconsigliato e invece era consigliato… nel dubbio Nori, che non conosco, non lo leggo, ok?) che ami Bologna tantissimo e che sei la persona speciale che sei, anche perché sei lì, a Bologna. Io adoro Roma e tu mi hai fornito un bellissimo spunto per un post: raccontare pregi e difetti della mia città. I pregi ancora sopravanzano i difetti e quindi no, non vorrei andare a vivere altrove. Anche perché Roma è talmente grande ormai che l’altrove lo ha in se stessa.
    Laura

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  9. flalia ha detto:

    Jedredd: in che città abiti? Certo, l’Inghilterra affascina e in più ci sono le tue sorelle che ti aiuterebbero ad ambientarti, però è un bel salto. Dipende dal carattere… io non credo ce la farei, per es., a meno che non avessi un validissimo motivo (tipo: occasione di lavoro stratosferica, incontro con l’uomo della mia vita eccetera)…

    Laura: sììì, che bella l’idea del tuo post da dedicare a Roma! Tra l’altro è una città che praticamente non conosco, se non ovviamente attraverso il cinema, i romanzi, la stampa, la televisione… ma di persona non la conosco proprio (l’ho visitata una volta da turista ma conoscere una città è conoscerne l’anima, l’umore, non solo i monumenti, quindi aspetto il tuo post!).
    “Sindrome da assedio metropolitano”? Eh, forse sì, un po’ ce l’ho… Ma come tu hai già capito, so bene che se sono come sono lo devo in grande misura alla mia città, le voglio bene, ma forse sono in un momento in cui ho bisogno di spazi più ridotti e di un’aria diversa. Sono anche molto stanca per le mie cose e quindi magari il traffico o i punk-a-bestia mi esasperano più del solito, ma credimi, il problema dell’immobilismo bolognese esiste ed è veramente insopportabile l’ipocrisia che si vive qui. A me non piace!!! 🙂

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  10. 403 ha detto:

    tu pensa che a volte, solo a volte, milano mi pare piccola… e invece non mi è mai parsa troppo grande… a vivere continuativamente in una città meno città di questa non lo farei volentieri (però io come orari, spostamenti, casa, condominio, sono fortunatissimo, quindi comprendo chi a milano ci sta male)

    mi ha fatto molta specie sentirti raccontare bologna come una città troppo grande 🙂 ma sei stata convincente, ognuno ha la propria storia e ha bisogno della propria dimensione…

    ciao!

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  11. commediorafo ha detto:

    E’ vero Flalia, Verona la descriviamo in modo apapssionato! Ed è vero anche che la devi vedere.
    Sarebbe onorata di avere una visitatrice come te!
    Massimo

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  12. cappelliavolute ha detto:

    Beh, a me personalmente era piaciuta anche Bologna… tra l’altro ho una vecchia, vecchissima zia bolognese (beh, Bolognese importata, in realtà! Si è sposata con un cittadino doc!)! =)

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  13. Lucilla810 ha detto:

    Perchè non modena? Per me è meglio di Reggio emilia o Ferrara… Ma sono di parte, abito qui! 🙂 Si capisce che alla fine non mi dispiace come cittadina….
    bologna è molto interessante dal punto di vista artistico e culturale, però è troppo sporca e “poco sicura”.
    I punk-a-bestia mi sono simpatici, perchè hanno degli animali che trattano come loro pari… 🙂 Forse perchè anche loro non è che stiano in condizioni di agiatezza particolare, in mezzo alla strada…..
    Bacio a presto!

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  14. flalia ha detto:

    403: ma infatti, è molto una questione soggettiva. io a BO mi sento soffocare, respirerei meglio altrove, paradossalmente un posto più piccolo mi sembrerebbe più libero…
    Milano la conosco bene dato che ho parecchi parenti lì e come città mi piace moltissimo.

    Massimo: verrò, verrò… a questo punto, come potrei non venire a fare una visitina? Riuscirò pure a trovare un giorno! 🙂

    CaV: ma infatti Bologna è bella anche da visitare. In fondo è da quando sono nata che vivo qui ed è la prima volta che mi lamento… 😉

    Lucilla: sai che quando mi sono accorta di non avere citato Modena ho pensato a te? Non l’ho nominata perché a differenza degli altri nomi fatti, non la conosco, credo di non esserci mai stata se non molto di passaggio. Però dato che il mio ideale è una città non molto grande emiliana (o romagnola) credo che anche Modena andrebbe benissimo. Le farò una visitina!
    Sui punk-a-bestia il discorso è lungo ma una cosa va sfatata: non sono poveri. La maggior parte di loro proviene da famiglie normali e in alcuni casi agiate, vai a intervistarli uno per uno come ha fatto il mio prof. di sociologia con la sua équipe e come dimostrano altre inchieste fatte. La loro è una scelta precisa di vita, legittimissima e forse anche apprezzabile in sé, che però fanno “pagare” anche a chi li circonda. Per es., non vuoi lavorare perché sei “contro il sistema”: allora perché vieni a chiedere i soldi a me, cittadina integrata (dal loro punto di vista, poi, perché io non mi sento molto integrata da nessuna parte) nel sistema? Non è una contraddizione? E poi, a parte il fastidio che può causarmi il loro contatto, sinceramente provo anche pena e un senso di fallimento, di dispiacere, nel vedere persone di 30/40 anni (perché non sono giovani, o per lo meno non sono solo giovani) dall’aria completamente incosciente per tutta la giornata, sempre con una bottiglia di birra in mano, a bivaccare per terra tra gli escrementi e i cani… io penso che qualunque persona meriterebbe di più, ed è una sofferenza per me, sia da un punto di vista etico che estetico, assistere quotidianamente a questo spettacolo in cui non vedo felicità da nessuna parte. Adesso magari sembro ottusa, ma non è il “perbenismo” a farmi parlare così, è proprio la mia coscienza…

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  15. utente anonimo ha detto:

    A proposito dell’Inghilterra.
    Anche per me sarebbe un gran bel salto, infatti, quest’idea è come un jolly nel mio mazzo, nonostante tutto, amo stare qui e spero di non dover mai ricorrere ad una partenza.
    Dovendo partire, comunque, prima dell’Inghilterra, preferirei farlo in una città italiana, una qualsiasi dove trovare gente che ama lavorare per il gusto di farlo, ma anche quello sarebbe un salto nel buio perché non avrei nessun punto di riferimento.

    Jedredd

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  16. caterinapin ha detto:

    Si anch’io sono un po’ stufina di Bologna per tutti i motivi che hai elencato tu.
    Io ho vissuto anche in collina, ma non era vita per me. A me piace stare in città, Bologna già mi sembra un paesone… Londra mi piacerebbe moltissimo, ci sono stata e la conosco molto bene. E’ la città che conosco meglio dopo Bologna! Però mi ci vorrebbe almeno la sicurezza di un lavoro, senza partire alla ventura.
    Anche Madrid e Copenaghen mi piacerebbero, capisco la contraddizione sono agli antipodi, però in entrambe ho trovato una simpatia immediata.
    Non so, credo, per tornare al discorso su Bologna, che le cose in questo momento stiano andando peggiorando troppo in fretta. La cultura non è più tenuta in considerazione come un tempo, sarà che occupandomi di progetti culturali e recitando a teatro è un problema che sento molto vicino.
    Non c’è più sicurezza. Dall’inizio dell’anno sono avvenuti un numero di strupri, che compara Bologna a metropoli quattro volte più grandi!
    Si, concordo con te.
    Forse è arrivato il tempo di andare…
    Cate

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  17. flalia ha detto:

    Jedredd: be’, l’idea della città-jolly è rassicurante, è la classica porta sempre aperta. Magari non ci andrai mai, ma sai che potresti…
    Prima di trasferirsi, occorre trovare un lavoro ovviamente, mica andare alla cieca, anche secondo me.

    Cate: Ecco! Una bolognese! E guarda caso, mi dà ragione… 😉
    Fino a un po’ di tempo fa l’unica cosa che mi tratteneva dall’idea di andarmene era la cultura. Ma quale cultura? Ormai Bologna è praticamente morta sotto questo aspetto (e non sono solo io a dirlo). Solo per andare a vedere una mostra interessante bisogna sempre spostarsi (di solito a Ferrara, per restare in regione). Se vai a guardare, ci sono più iniziative culturali in provincia che non qui. Sui fondi (scarsissimi) alle attività teatrali ne so qualcosa dato che il mio (ex) fidanzato era del settore. Aggiungici il degrado e l’indifferenza delle istituzioni… Anche secondo me è ora di cambiare aria. A te, Cate, piacerebbero grandi città, a me, se dovessi trasferirmi all’estero, piacerebbe andare in Finlandia o in Islanda, forse sono gli unici stati dove mi piacerebbe abitare (non visitare, perché da visitare anche a lungo me ne piacerebbero tantissimi). Forse anche in Austria, in qualche paesino sperduto però. Ma, come ho detto, mi “accontento” di Modena, Reggio, Ferrara o simili. Son fatta così.

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  18. ediaco ha detto:

    Naturalmente io voto per la Romagna! Anche se presto sarò più giorni a Roma che a Cesena, e quindi capisco bene ciò che dici sulle grandi città…
    Un caro saluto

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  19. flalia ha detto:

    per me è una tragedia, vengo da napoli dove non so se riuscirei più a vivere, e detesto cordialmente milano da dodici anni, secondo me OVUNQUE è meglio altrove, non dico i motivi che non mi basterebbero dodici capitoli, però ultimamente ne sto tirando fuori un sacco di cose positive, quindi non so, grossa confusione. (determinante per il dibattito questo apporto eh ?)….

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  20. IlGuizzo ha detto:

    Ernesto: con me, a proposito di Romagna, sfondi una porta aperta! La conosco bene e la amo tanto, soprattutto la parte interna, quindi è in pole position tra i luoghi papabili come mia prossima residenza (sì, diciamo che dipende anche da dove riuscirei a trovare lavoro mandando domande qui e là!). Roma è bellissima da vedere ma credo che sia difficile viverci per chi non ci è abituato. In bocca al lupo allora per le tue trasferte romane! 🙂

    Barbara: invece il tuo intervento è importante, intanto perché tra chi mi ha risposto finora non ce n’è quasi nessuno insoddisfatto! 😉 Poi per il senso di spaesamento che descrivi (purtroppo per te?) così bene… Secondo me si va anche a periodi, magari ora Milano comincia, almeno per certe cose, a piacerti di più.
    Pensa che mia sorella è andata a Napoli per studiare lingue africane all’università Orientale. E’ stato un bello sbalzo, ma a parte alcuni problemi (tipo una piramide di spazzatura di fronte a casa e una certa attenzione negli spostamenti) ci si è ambientata molto bene. Ciao 🙂

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  21. flalia ha detto:

    Ciao, io sono cresciuto in un paesino in provincia di Bergamo. Poi a 19 anni sono venuto a Bologna per frequentare il DAMS. Nel 94 Bologna era molto bella, divertente e sicura. Anche se già i bolognesi dicevano che non era più quella di una volta. Adesso fa veramente schifo. Non la sopporto più. Se avessi una buona proposta lontano da qui ci andrei subito. Ciao.

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  22. utente anonimo ha detto:

    Ciao Guizzo, benvenuto. Be’, vedo che purtroppo la pensiamo esattamente allo stesso modo… Io appena riesco “emigro”… 🙂

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  23. flalia ha detto:

    Anch’io andrò via da questi luoghi dove sono nato e cresciuto, ci pensavo proprio qualche settimana fa, ed avevo già scritto un post per il mio blog (che non ho ancora pubblicato)… Nel mio caso è il bisogno di tagliare il cordone ombelicale, certe relazioni umane ormai logore o troppo legate al mio “passato”… Blog interessante, ripasserò 😉
    Dorian

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  24. GiacominoLosi ha detto:

    Ciao Dorian! Sì, forse è anche salutare, a un certo punto, avere desiderio di cambiare aria… 🙂

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  25. flalia ha detto:

    io sono scappato da Roma dopo trent’anni di amore folle
    sto ancora scappando
    mi riacchiapperà, sono sicuro.
    A Bologna manco sparato. Portici, cani, rumore, traffico, finti alternativi, le regie di Calixto Bieto.

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  26. ondalungablu ha detto:

    Ciao Giacomino: mi citi sempre qualche nome che non conosco! Meno male c’è google! Ciao 🙂

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  27. diegodandrea ha detto:

    la mia città è piccola, molto tranquilla, ma mancano eventi artistici di rilievo, e anche senza rilievo, però è molto vivibile…in compenso il mare, quello bello è vicino. un saluto, ciao

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  28. flalia ha detto:

    Ciao Ilaria, anche tu mi sei mancata…
    Dunque, più o meno penso che avrai capito che anch’io vivo una certa insofferenza per la mia città e Roma, poi, mi appartiene ben poco. Certe volte ho persino la sensazione che questa città, in vero, non esista più… è come sia esistita in passato e faccia finta che sia oggi! Da tempo mi da la sensazione di un bel ristorante, dove si mangia anche bene, ma dove oramai da tempo non c’è più una vera e propria specialità della casa… va beh… forse, ben vedere, però, tutto questo non riguarda altro che la mia insofferenza ai luoghi. Pensa che da qualche parte ho letto che Roma ha sempre lasciato un pò “freddini” molti degli scrittori e intelettuali che (come consuetudine del tempo) tra 800 e 900 giravano l’Europa… credo che, a questo punto, un motivo ci debba pur essere.
    Di Bologna non saprei dire, non la conosco.
    Piuttosto ho letto che parlavi di Finlandia. Io ci sono stato più volte, ed è vero, nella stagione giusta sa essere magica, ma in inverno è un pò “dura”. Per quanto riguarda i paesini austriaci, poi, sì, sono un incanto!
    Io per ora fuggirei a Barcellona… la amo e per tanti motivi (anche Woody allen ha deciso di andare a girare lì)… e poi c’è Praga… un altro grande amore dove, negli anni, sono sempre tornato ma in cui forse non vivrei… forse! 😉
    Un caro abbraccio
    D

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  29. Anonimo ha detto:

    Ondalunga: be’, quelli ormai mancano anche a Bologna, credimi 😉
    Meglio il mare e la tranquillità…

    Ciao Diego! Bentornato! Io Roma non la conosco “di persona” (l’ho giusto visitata da turista e la conosco attraverso i media). Mi dà l’impressione di una città che nel corso del tempo abbia smarrito la sua identità, come dici tu. Per quanto mi riguarda è troppo dispersiva; grande per grande, preferisco Milano che è più “compatta”, più comunità, ha ancora un suo stile; ma forse è solo perché la conosco meglio… Praga mi ha preso il cuore, forse è la città più bella che abbia mai visto, ma non da viverci. La Finlandia, sì, c’è il freddo ma mi spaventa meno del caos, dell’inquinamento e del marcio che respiro qui. Di Barcellona in effetti parlano tutti bene, ma… non so, di sicuro anch’io ho un po’ di insofferenza per i luoghi in generale… dopo un po’, mi sento soffocare… l’unica cosa certa è che me ne andrò da qui, in provincia… 🙂

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