La vergogna delle scarpe nuove

Ho letto La vergogna delle scarpe nuove di Paolo Nori; l’ho letto tutto d’un fiato, come ogni suo romanzo quando esce. E l’ho trovato molto intenso, ricco di spunti, di situazioni. Ho trovato il suo solito umorismo misto però a molta amara tristezza. Del resto, è la storia di una fine.
Quello che più mi ha colpito è il senso di paternità che emerge fortissimo tra le righe. Questa cosa mi ha molto coinvolta, forse perché di sentimenti paterni se ne parla (ingiustamente) così poco – e quel poco, spesso, così male – che trovarli espressi in modo così forte e, al tempo stesso, pudico, mi ha toccata. Poi c’è lo spaesamento, la separazione, il fare le cose e chiedersi Ma cosa sto facendo?, i segnali che cerchi in ogni dettaglio della vita (o della letteratura) per tentare di opporti o al contrario di assecondare il destino.

Però… però… io non so se questo libro lo consiglierei a qualcuno. Intanto mi chiedo se è “autonomo” o se, letto indipendentemente dai romanzi precedenti, non abbia lo stesso valore. Se uno non sa chi è Francesca e cosa è stata per il narratore, o non conosce com’era il narratore prima di diventare padre (per citare due cose fondamentali), non so se coglie fino in fondo – fino a commuoversi, per esempio – tutte le sfumature di questo ultimo romanzo.
E poi, con Paolo Nori mi succede una cosa strana: io sono convinta di non amare né lui né i suoi libri. Non è un autore che abbia mai consigliato di leggere a qualcuno e non m’ispira simpatia. Eppure, ho letto quasi tutti i suoi romanzi, e li ho letti non appena uscivano, interrompendo magari letture in corso, o togliendo ore al lavoro o al sonno (con la scusa che tanto si leggono in fretta). E me li ricordo tutti bene, per lo più; perciò, come faccio a dire che non mi piace?
Forse sbaglio, ma io associo sempre Nori a Cornia, forse perché sono amici, forse perché li ho scoperti nello stesso periodo grazie al prof. Cavazzoni (di cui sto per iniziare il nuovo romanzo: Storia naturale dei giganti). Chi legge questo blog sa che per Cornia nutro una vera adorazione, nel corso degli anni non solo ho letto e riletto qualunque cosa abbia scritto ma ho acquistato decine di copie dei suoi libri per regalarli ad amici che non lo conoscevano; cosa che, come ho detto, non ho mai fatto con Nori.

Forse i romanzi di Nori li trovo, nonostante le apparenze, molto artificiosi, falsi. Anche questo ultimo, non mi ha commossa, avrei voluto emozionarmi, non ci sono riuscita, o meglio ci sono riuscita fino a un certo punto, poi l’ho trovato troppo costruito e mi è parso falso (un dubbio, questo, che alla fine del romanzo lancia anche il narratore). Non so se vi è mai capitato di leggere un romanzo e pensare che l’autore si autocompiace un po’ troppo, che vi sta prendendo in giro, che se la ride alle vostre spalle…

Poi, voglio togliermi una soddisfazione: finalmente, in questo romanzo, il narratore (che qui si fonde proprio con l’autore, direi) sbotta contro tutti quelli che ne copiano stile e linguaggio. Allora, è vero che, come accade con qualunque autore abbia uno stile molto personale ed espressivo (ma con Nori il fenomeno è praticamente automatico, io stessa mi sto imponendo di scrivere nel mio solito modo perché invece mi verrebbe naturale scrivere questo post a modo suo) è vero – dicevo – che dopo averlo letto o mentre lo si legge viene voglia di scrivere come scrive lui, ma trovo che questo sia insopportabile (e lo pensa anche lui, a quanto pare). È da tempo che noto che ci sono parecchi autori ma soprattutto bloggers che scrivono come Nori… e mi viene un nervoso tremendo, perché è proprio una scopiazzatura. Meno male il nervoso viene anche a Nori (che poi, non è che quello stile lo abbia inventato lui di sana pianta, eh? Solo che lui, a differenza degli scopiazzatori, riconosce tranquillamente a quali autori si è ispirato).

Alla fine, insomma, tutto sommato io questo libro lo consiglio, sì, credo proprio valga la pena leggerlo.


21 commenti on “La vergogna delle scarpe nuove”

  1. PaoloFerrucci ha detto:

    Su Nori mi sono spesso interrogato: avevo la sensazione – leggendo qualche pagina e leggendo gli apprezzamenti su di lui – che i suoi libri fossero pressoché inutili, più che altro modaioli. Sapere che l’hai apprezzato mi sorprende un po’, ma se è così significa che il suo scrivere ha un significato. Sai che di te mi fido molto, Flalia: quindi dovrò rivedere – e verificare – le mie impressioni.

    ciao :-*

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  2. OzzyRotten ha detto:

    Non so se vi è mai capitato di leggere un romanzo e pensare che l’autore si autocompiace un po’ troppo, che vi sta prendendo in giro, che se la ride alle vostre spalle…

    Oh certo! Ogni volta che prendo in mano un libro di Tom Clancy mi è successo e mi succede.

    Dell’autore di cui invece parli tu in questo post, devo dire che sono completamente ignorante, e credo che rimarrò tale.

    Però è molto bella la tua maniera di scrivere…

    Benediko

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  3. commediorafo ha detto:

    Uffa… Un altro libro consigliato…
    Ma quando trovo il tempo per leggerli tutti? Pensa che oggi dopo al messa sono andato a fare un giro in libreria e dato che c’era il 30% di sconto sui libri di una acsa editrice mi sono comperato il Don Chisciotte. Certo che me le vado proprio a cercare, eh?
    Massimo

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  4. lauraetlory ha detto:

    Lo consigli, ma da come lo consigli mi sa che non lo leggo. Poi, vengo a tirarti le orecchie perché ancora non hai neanche dato uno sguardo a N.Y.1920. Poi, ti segnalo un post che ho appena messo e che credo potrà interessare una persona colta come te. In quanto agli autori che si autocompiacciono, facciamo prima a dire quelli che non lo fanno, non credi?
    Laura

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  5. flalia ha detto:

    Paolo: probabimente se non avessi incontrato il prof. Cavazzoni non mi sarei appassionata minimamente a Nori perché lo avrei subito trovato molto lontano dal tipo di letteratura che amo. Ma con Cavazzoni mi si è aperto veramente un mondo, e in questo mondo c’è anche Nori. A proposito dell’inutilità: capita, secondo me, leggendo i suoi scritti, quel che capita spesso di provare di fronte a un quadro astratto: la sensazione che non ci voglia niente a produrlo, “son capaci tutti” (poi in realtà non è vero). Poi c’è il fatto che fa un po’ lo sbruffone. Però poi a ben vedere di idee interessanti e stimolanti ce ne sono, uno stile adatto a renderle proprio così come devono essere c’è; è quello e deve essere quello.
    Forse una cosa che di riflesso mi rende antipatico Nori sono i suoi fans (è sbagliato ma è così); per la mia comunque limitata esperienza ho riscontrato tra i suoi fans (e uso apposta questa brutta parola, per niente adatta alla letteratura e ai suoi ammiratori) dei livelli di fanatismo (appunto) un po’ imbarazzanti…

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  6. flalia ha detto:

    Ozzy: ecco, siamo pari perché io non ho letto niente di Clancy…
    Sì, mi rendo conto che hoconsigliato questo libro in un modo che non fa venire a nessuno la voglia di leggerlo…
    Grazie per apprezzare il mio stile!
    Ciao 🙂

    Massimo: eh, ma allora infierisci su te stesso! Anche se il Don Chisciotte, più che infierire è un farsi un gran regalo… Ma hai finito Oliver Twist??? E soprattutto pensa al tuo copione! Come fanno poi i tuoi animati??? ;-)))

    Laura: be’, uno sguardo l’ho dato ma per la lettura devo aspettare… non si legge mica in due ore come un romanzo di Nori! 😉
    Autocompiacimento: forse si autocompiacciono in molti, ma non tutti lo danno a vedere in modo così smaccato!
    Ciao 🙂

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  7. caterinapin ha detto:

    “Non so se vi è mai capitato di leggere un romanzo e pensare che l’autore si autocompiace un po’ troppo, che vi sta prendendo in giro, che se la ride alle vostre spalle…”
    Si mi è capitato eccome!!!
    Io ad esempio, non riesco a leggere Margaret Mazzantini proprio per questa ragione. A volte quando lo dico vengo quasi insultata dai suoi ammiratori, ma a me fa quell’effeto lì…
    Son curiosa di leggere Cornia, che non conosco. Hai un titolo da consigliarmi?
    Un bacione
    Cate

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  8. commediorafo ha detto:

    Diciamo che ho infierito su me stesso facendo i un regalo…
    Massimo
    PS
    Mi fa sempre sorridere quando qualcuno parlando dei ragazzi di cui sono animatore li definisce i miei animati 😉

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  9. flalia ha detto:

    Cate: Cornia te lo consiglio col cuore in mano! In particolare l’ideale per cominciare è “Sulla felicità a oltranza”. Se ti piace potresti proseguire con “Quasi amore”. Tutti i suoi romanzi sono editi da Sellerio.
    Margaret Mazzantini non l’ho mai letta… ma non ne ho neanche voglia… 😉

    Massimo: “Animati”… chissà da chi l’ho imparato… ;-)))

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  10. cappelliavolute ha detto:

    Ma quale sarebbe questo stile di questo fantomatico autore che tutti vorrebbero imitare? Io ti devo confessare che non ho mai sentito nominare nè lui, nè l’altro che citi… grave colpa?! ^_^
    Ora non ho tempo di rimediare, ma se mi citi qualche titolo buono, magari, in futuro, un pensierino…

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  11. Decano ha detto:

    Fla, lessi “bassotuba non c’è” che mi prestò un amico.Mi sembrò carino, ma voglio cose più dense e saporose grasse odorose come formaggi francesi e tartufi.Un bacino:)*

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  12. MariaStrofa ha detto:

    Ah, ma Cornia è mio concittadino.

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  13. flalia ha detto:

    CaV: lo stile di Nori è lo stile di un colto che scrive come un semicolto. Cioè è uno stile “parlato” (ma in realtà nessuno parla proprio così), apparentemente sgrammaticato, non “letterario” insomma.
    Per intenderci, ti trascrivo un piccolo brano tratto dal suo penultimo romanzo (Noi la farem vendetta, ed. Feltrinelli), che è praticamente anche una dichiarazione di poetica:
    Primo Moroni e Bermani, come anche Montaldi, hanno lavorato molto sulla lingua dei semicolti, che quando parlano e scrivono in italiano usano una lingua che ce l’han solo loro, è come se la creassero lì, sul posto, è come se dovessero, ogni frase che dicono, fare lo sforzo che bisogna fare per scrivere un romanzo, è come se ogni parola che dicono fossero consapevoli del fatto che ogni parola forse è una parola che non va bene.
    Ecco un pezzo ancor più “noriano”:
    Io quand’ero piccolo che avevo tredici quattordici anni, io e mio fratello e altri due nostri amici ci eravamo convinti che a noi piacevano i Pink Floyd li ascoltavamo sempre coi registratori nel prato lì di Basilicanova o sotto il bersò. Ogni tanto veniva fuori mia nonna allargava le braccia E basta, diceva, con questa musica da morti.
    Oppure:
    Delle volte mi viene in mente Céline, che dicono che quando era in esilio sentire per radio la lingua francese gli veniva da piangere ecco mi vien da pensarci per via che anche a me, delle volte, quando parlo con l’Irma che esploriamo l’inizio della lingua italiana, mi viene da piangere.
    (Non mi sono dimenticata delle virgole e non ci sono refusi, lui scrive proprio così).
    Per cominciare forse si dovrebbe iniziare da “Bassotuba non c’è”, ma non te lo consiglio. Io inizierei da “Noi la farem vendetta” o proprio da “La vergogna delle scarpe nuove”.

    Ugo Cornia invece secondo me ti piacerebbe molto, dato l’amore che hai (come me) per gli anziani di famiglia e i legami familiari e per i miracoli del quotidiano. “Sulla felicità a oltranza” è un librino di Cornia che si legge in poche ore e ti dà tantissimo… Secondo me lo ameresti… 🙂

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  14. flalia ha detto:

    Decano: eh sì, anch’io cominciai con Bassotuba e ne ebbi le tue stesse sensazioni, lo trovai anche noioso. Negli ultimi due romanzi mi sembra (anzi, lo dice anche, che non ha più l’ossessione di far ridere) che si preoccupi meno di fare il comico e si metta più a raccontare… quindi ecco che mi piace già di più.
    Non la trovo una lettura inutile ma sicuramente anch’io prediligo una maggiore e saporosa intensità. Un bacio a te! (Ho visto che hai reinserito il “Non spolvero”!) :-)*

    Maria: sì, Cornia è di Modena! 🙂

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  15. cappelliavolute ha detto:

    Allora vada per Cornia… ma se scrive come questo Nori temo che non mi piacerà per niente. Mi piacciono le scritture ordinate, con tutta la punteggiatura, in cui una frase si evolve e si chiude in una struttura chiara e definita. Con alcune eccezioni dettate da mie particolari passioni, ma sono poche! Secondo me un autore può essere chiaro e comprensibile a tutti anche senza necessità di abbassare il suo livello letterario. Diversa è la questione se uno non riesce a scrivere in maniera grammaticalmente corretta, nel qual caso ci sono due possibilità: o il risultato farebbe pensare che sarebbe stato meglio se si fosse dedicato ad altro, oppure produce cose così semplici e belle che te ne innamori. =)

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  16. flalia ha detto:

    CaV: no no, Cornia non scrive come Nori. Scrive in modo fluido e con un andamento “classico” e limpido, benché l’oralità risuoni anche in lui ma più come un monologo che uno fa con se stesso quando pensa. Non lo associo a Nori per lo stile ma per una certo voluto effetto di “spontaneità” (che poi, se è voluta, non è più tale in effetti) che li accomuna.
    Sul linguaggio letterario in linea di massima la penso come te, cioè mi piace che sia più raffinato e corretto (del resto veniamo entrambe dalla “scuola ottocentesca” 😉 ), ma dipende anche da che cosa si vuol esprimere usando un certo linguaggio. Se c’è consapevolezza e coerenza posso farmi piacere un linguaggio alla Nori o alla Celati, se c’è solo sciatteria o scopiazzatura priva di ricerca personale ne faccio volentieri a meno!

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  17. diegodandrea ha detto:

    Che vergogna… non conosco né Nori né Cornia… anche solo per curiosità penso che proverò a leggerli (e poi non immaginavo neanche che questo Nori fosse così famoso e di moda, e che avesse dei fans, etc etc… interessante!)
    Buon lavoro.. tu sì che sei indaffarata per davvero, e con arretrati di lettura rilevanti, a quanto pare 😉
    Un caro abbraccio D
    P.S.
    In questi giorni potrei essere un pò latitante, ma vedrò di recuperare 😉

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  18. cappelliavolute ha detto:

    Allora finita questa prima manches di esami mi faccio tentare da quello che hai suggerito! =)

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  19. flalia ha detto:

    Diego: macché vergogna…! Io per esempio non conosco quasi per niente gli autori sudamericani, che tu invece ami molto! Avremo tempo – spero – per recuperare…
    Un abbraccio! 🙂

    CaV: che responsabilità! Be’, non sentirti obbligata! Però, se lo leggi, dimmi poi se ti è piaciuto o no… 🙂
    In bocca al lupo per gli esami!

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  20. phoebe1976 ha detto:

    Nonostante la mia passione per i libri, non conosco né l’autore, né il titolo. Me lo segnerò, grazie!

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  21. flalia ha detto:

    Ciao, Phoebe, benvenuta! Meno male hai capito che il libro lo stavo consigliando! Guarda, a questo punto credo che l’autore non sia molto conosciuto, al contrario di quanto credevo, eppure ha dei fans (forse pochi) ma veramente sfegatati… 🙂

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