«Oggi desiderare che i ragazzi leggano è un fatto politico contro il potere»

Da oggi fino a venerdì compreso io sono alla Fiera del libro per ragazzi. Oggi, primo giorno, ho assistito a un incontro con Roberto Denti, pioniere della promozione della letteratura per ragazzi nel nostro Paese. Nel lontano 1972, quando in Italia nessuno si interessava all’editoria per l’infanzia, fondò, assieme alla moglie Gianna, la Libreria dei Ragazzi di Milano, la prima in Italia e tuttora tra le più grandi in Europa. Da allora, ha sempre lavorato instancabilmente per promuovere e nobilitare questa letteratura (parlo della letteratura per l’infanzia contemporanea, non solo dei classici), valorizzandone gli aspetti spesso sovversivi e anticonformisti. Infatti questo, come il fumetto, è un ambito ancora così poco esplorato, così misconosciuto e sottostimato da critici e “autorità”, che, al contrario di quanto spesso si pensi, permette, a chi vi opera, una libertà molto maggiore che in altri contesti.
L’occasione dell’incontro era la presentazione di un progetto (al quale partecipo anch’io!) per celebrare i vent’anni dalla diffusione della letteratura per l’infanzia contemporanea in Italia: il 1987 fu l’anno della svolta, infatti. Fu in questo anno che nacquero le collane Salani e Mondadori Junior, per esempio, che portarono tra le mani dei bambini italiani autori eccezionali come Roald Dahl, Robert Westall, Bianca Pitzorno, Philip Ridley, Gary Paulsen (solo per citarne alcuni; ma l’elenco è lungo e prelibato)…

Oltre alla celebrazione, però, si tratta di fare il punto della situazione: che purtroppo sta subendo una brutta involuzione. E questo interessa tutti.
Per esempio, mi ha colpito questa riflessione sulla memoria e la novità. Oggi c’è l’idea del libro-evento (vale anche per gli adulti): i libri del passato, per quanto pieni di valore, rischiano spesso di cadere nel dimenticatoio e di venire considerati “roba vecchia” perché ciò che conta sembra essere il buttarsi sul nuovo, sull’ultima uscita, sul libro strombazzato, quello che bisogna leggere a tutti i costi per non restare esclusi dai discorsi e non passare per retrogradi…
Denti ha raccontato che periodicamente, ogni inizio d’anno, riceve telefonate dai giornalisti che lo intervistano con affanno su quali saranno le nuove tendenze per il prossimo anno! Come se ogni anno dovesse affermarsi una moda diversa o tutto dovesse rivoluzionarsi; come se fosse prevedibile sapere in anticipo quali libri si affermeranno e quali saranno i nuovi best sellers. È questo il meccanismo che porta un lettore a passare quasi passivamente dall’Harry Potter di turno a Tre metri sopra il cielo al Codice Da Vinci (per citare tre libri-evento). Non me la prendo con chi ama questi libri, ma penso sia sbagliato il fatto che a molti piacciano solo perché non ne conoscono altri (che forse troverebbero più interessanti. E forse anche no, ma a questo punto per una precisa, autonoma, e dunque rispettabilissima, scelta!).

Al di là di possibili estremismi, sono convinta che la letteratura non può seguire le mode. E invece la letteratura per ragazzi, dato che i giovani sono così commercialmente appetibili, rischia di venire corrosa da questi meccanismi distorti.

Un’altra cosa che ho apprezzato è stata il modo in cui Denti ha parlato di alcuni romanzi e autori fondamentali degli ultimi vent’anni: mostrandone una profonda conoscenza e un coinvolgimento, una partecipazione intensissimi.
E infine, il richiamo alla professionalità: bisogna conoscere i libri (cioè: averli letti, e sul serio) per poterne parlare, soprattutto con i ragazzi. Quante persone conosco che parlano tanto di libri e poi non ne leggono quasi!

La frase che ho messo come titolo è stata l’affermazione che ha chiuso l’incontro. Nei programmi scolastici dell’ex ministro Moratti la letteratura per l’infanzia non è contemplata. Dei meccanismi perversi della pubblicità e degli interessi commerciali di chi la guida, abbiamo già detto. Spesso gli stessi insegnanti (non necessariamente per colpa loro) non sanno da che parte cominciare o come muoversi.

Eppure leggere buoni libri, e leggere bene, e costruirsi un proprio giudizio, è uno strumento importante (non l’unico, certo) di libertà (e di sanità mentale, per quanto mi riguarda!).

Cosa ne pensate (credo che il discorso valga in generale)?


30 commenti on “«Oggi desiderare che i ragazzi leggano è un fatto politico contro il potere»”

  1. Ipofrigio ha detto:

    Un’osservazione volante e poco ponderata: ci sono magnifici libri per i ragazzi (uno per tutti: L’isola del tesoro) che non sono libri per ragazzi. E ce ne sono tanti, tantissimi.

    La letteratura per ragazzi, posto che vi si trovano certo opere anche ottime, non mi ha mai interessato, non ho mai letto “libri per ragazzi”. Nel problema affliggente della poca lettura in Italia, porsi il problema della letteratura per ragazzi mi pare addirittura una complicazione per multiplicanda entia per la quale darei mano al rasoio di Occam…

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  2. diegodandrea ha detto:

    Si Ilaria, hai chiaramente ragione, il discorso vale per i libri per ragazzi ma anche (assolutamente) in generale.
    Quello che va diffondendosi è un pericoloso atteggiamento passivo… districarsi nella complessa selva della letteratura (presente e passata) è difficile e mancando la voglia, il tempo o più banalmente un mezzo efficace ad orientarsi (tu ti riferivi giustamente ad insegnanti poco qualificati per i ragazzi, ma anche per i “grandi” manca un’informazione diffusa e “libera” sui libri); dicevo, mancando tutto ciò, è facile finire facili prede del marketing o del più feroce e subdolo marKéTTing… almeno, così pare a me 🙂
    Ciao D

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  3. utente anonimo ha detto:

    Le “tendenze” piu o meno… ci sono sempre state, anticamente c’erano i movimenti letterari (fra cui non dimentichiamoci “la scapigliatura” ;))che con i loro manifesti cercavano di proporre nuovi modi di scrivere che generalmente si contrapponevano ai vecchi schemi…ma allora veniva fatto dagli scrittori stessi… per la gloria…questi scrittori sapevano benissimo che sarebbero morti poveri e pazzi … oggi invece la “tendenza” è cercare modi appetibili per proporre qualcosa (molte volte illeggibile)…col solo scopo di fare soldi! La cosa è aberrante soprattutto quando si rivolgono ad una fascia ancora innocente…la letteratura è piena di capolavori per ragazzi…ahimè …caduti nel dimenticatoio…odio vedere bambini con in mano copie di Geronimo Stilton! che ci posso fare…ma dateji un Pinocchio a sti bambini o ‘na Capanna delllo Zio Tom! Basta coi sorci che parlano! (anche se ammetto …Bianca e Bernie erano carini…quelli si che mi sono piaciuti!)

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  4. cappelliavolute ha detto:

    è vero, è vero… Geronimo Stilton! Che fenomeno terribile! Io sono stata molto fortunata: ho avuto una zia che, quando ero piccola, visto che leggevo tantissimo, si offriva di comprarmi i libri. Solo che, ovviamente, voleva investire bene il suo denaro, per cui io, tra gli 8 e i 13 anni, volente o nolente, mi sono letta tutti i “classici” per ragazzi (dalla Alcott a Salgari, da Twain ai Ragazzi della via Pal, a Senza Famiglia, a Pattini d’Argento, L’incompreso, gran parte di Stevenson… insomma, tutto il leggibile (tranne Verne: detesto Verne!), dopodichè sono potuta passare a cuor leggero alla narrativa per ragazzi “contemporanea” (e lì è nata la mia grande passione per Bianca Pitzorno, con “Clorofilla dal Cielo Blu”!), ma le basi ormai le avevo tutte!

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  5. lauraetlory ha detto:

    Libri per ragazzi? Ho cominciato leggendo Louisa May Alcott, ho continuato con Jules Verne, Emilio Salgari (grandissimo eppure non riconosciuto come sarebbe giusto), Edgar Rice Burroghs (l’inventore di Tarzan, una saga entusiasmante). Poi ho continuato con Tolkien (da inserire nei programmi scolastici, a mio avviso), Stevenson, Daniel Defoe (Robinson Crusoe che nella versione originale è assolutamente crudele, leggetelo), Marion Zimmer Bradley, J.R. Rowling…
    Già, Harry Potter, che seguo dall’inizio con assoluta passione e che amo (anche se non sono più una ragazzina). Leggere è una forma di libertà che non possiamo non trasmettere ai nostri ragazzi.
    Laura

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  6. flalia ha detto:

    Ciao, Ipofrigio! E’ ovvio che “letteratura per l’infanzia” è un’etichetta e va considerata in modo flessibile, se no viene ridotta, come spesso ancora accade, a letteratura-ghetto o letteratura di serie B. La letteratura per l’infanzia di qualità è letteratura tout-court, e infatti non sfigura nelle librerie degli adulti (compresi i romanzi degli autori che ho citato nel post); ma negare che i libri che piacciono (anche, o soprattutto) ai ragazzi abbiano una loro specificità mi sembra difficile… metti in mano a un bambino di nove anni Anna Karenina o L’idiota o Il rosso e il nero… cosa credi che se ne faccia? Non li capisce né può apprezzarli, non perché sia scemo ma perché il bambino (e anche all’inizio l’adolescente) ha bisogno di identificarsi nella storia che legge, di sentirsi protagonista e di trovarci emozioni e desideri che lui ha dentro. Poi crescendo, se nutrito da buone letture, potrà gustarsi tutto il possibile e l’immaginabile. Stevenson ha scritto L’isola del tesoro per e con il suo figliastro dodicenne. Kypling scriveva Kim o Il libro della giungla pensando ai ragazzi (tra l’altro allora nei Paesi anglosassoni si stava affermando l’istruzione pubblica e obbligatoria). Autori come Carroll o Twain e Collodi e tanti altri scrivevano libri per ragazzi perché sapevano di essere più liberi di esprimere il loro pensiero e le loro frecciatine alla società…
    Poi, un buon libro per ragazzi è letteratura, non è affatto qualitativamente o contenutisticamente inferiore; cambia semmai il punto di vista, che spesso è perfino più audace e meno politicamente corretto che non in certa letteratura “alta”.
    E infine: il richiamo alla necessità che i giovani leggano riguarda il leggere tout court, e vale anche per noi adulti!
    Non so se sei d’accordo (scusa la lunghezza ma l’argomento mi appassiona e ci sarebbe da discuterne per giorni…).
    Ciao!

    Diego: infatti. Mi viene in mente anche il lungo commento di Gordiano Lupi che hai postato tempo fa (tra l’altro citava anche “Geronimo Stilton”!), in cui si parlava proprio anche della difficoltà per il lettore di trovare recensioni affidabili e “ad ampio raggio” (non sempre sui soliti noti)… Be’, io nel mio piccolo però non demordo! In questo periodo stiamo facendo tanti incontri con classi di adolescenti e anche riuscire ad appassionarne uno tra venti è una soddisfazione enorme… Ciao!

    Ciao Stefan (di nuovo problemi coi commenti?): hai ragione: un conto è, come dici tu, un movimento letterario che si propone come tale per scopi puramente artistici/letterari; ben diverso è chi agisce solo per motivi di marketing (spacciandosi magari per grande autore…)!

    CaV: tutti romanzi, quelli che citi, che hanno accompagnato (guarda caso!) anche la mia infanzia, grazie a mio padre. Da lì, allenata com’ero, il passaggio ad altri tipi di letteratura è stato naturale e “necessario”!
    (A me però Verne piaceva!)

    Laura: pensa che ho appena acquistato l’edizione Einaudi che contiene in un solo grande volume i quattro romanzi della saga di “Piccole donne”! Ben venga Harry Potter quando però non è l’unica lettura (credo tu abbia capito!). Libertà è anche capacità di variare e questo è fondamentale (così come “sbagliavo” – o mi perdevo molto – io a “fossilizzarmi solo sull’Ottocento…). Ciao!

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  7. floria1405 ha detto:

    Appassionare i ragazzi di oggi alla lettura è un compito non facile (ma non impossibile). Insegno in un Liceo e purtroppo gli alunni mi arrivano in qualche modo già “corrotti” da mode, conformismi e cattive abitudini contratte magari negli anni precedenti di studio. Però sì, sono convinta che la lettura sia uno strumento di libertà, che vada incentivata con l’esempio personale e che, in ogni caso, valga la pena di provarci: chi si dimostra restio oggi, magari si “redimerà” poi. Noi gettiamo dei semi: poi staremo a vedere che frutti daranno …

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  8. PaoloFerrucci ha detto:

    Cara Flalia, hai detto molto bene ciò che penso anch’io.
    La letteratura per ragazzi è un mondo molto affascinante in cui, lo confesso, mi piacerebbe immergermi, anche come autore. Ma per farlo occorre conoscerla bene, quindi mi servirebbero molto studio e applicazione. E’ una bella ambizione che forse non riuscirò mai a realizzare: perché è un terreno molto particolare, che richiede talento particolare.

    Mi piacerebbe inventare e scrutare mondi fantastici.
    ciao, Flalietta :)*

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  9. Ipofrigio ha detto:

    metti in mano a un bambino di nove anni Anna Karenina o L’idiota o Il rosso e il nero… cosa credi che se ne faccia?

    Hai nominato due libri (Tolstoj e Stendhal) che ho letto prima dei dieci anni. Non ci ho capito molto e proprio per questo (perché non erano calibrati sulle supposte capacità del mio cervellino) mi hanno dato moltissimo.

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  10. acquaforte ha detto:

    Ciao cara!
    Bel post, mi ci ritrovo in pieno. Sai a cosa mi ha fatto pensare? Una volta, la mia docente di psicopedagogia ci ha detto: “guardate che voi dovete leggere tutto, dovete conoscere i loro libri di riferimento, i loro film, dovete imparare a conoscerli da dentro… non dovete fare gli intellettuali che stanno in un universo parallelo a quello dei vostri studenti…”
    Ti dirò che la cosa mi ha lasciata parzialmente perplessa. Nel senso che giustamente non posso ignorare il loro universo semantico… però devo veramente costringermi a leggere o guardare tanta spazzatura? 🙂

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  11. flalia ha detto:

    Floria: ciao, benvenuta 🙂 I semi “funzionano”; penso anche a me: da adolescente un po’ ribelle qual ero pur di non dare soddisfazione a un prof. ero capace di fingere la massima indifferenza (ma dentro me il semino lavorava e qualche frutto ne è pur risultato).

    Paolo: scrivere un buon romanzo non è mai facile, né per i bambini né per gli adulti. Ma con un po’ di buone letture e di talento… non è poi un pianeta irraggiungibile! Ciao 🙂

    Ipofrigio: non ci siamo capiti (logico, scambiandoci solo dei commenti in un blog). La letteratura per l’infanzia non è una letteratura “rimpicciolita” per il “cervellino” dei bambini (?!). E’ una questione di sguardo, non di tematiche né di stile. Tu hai citato “L’isola del tesoro”: ebbene, non credi che esistano libri analoghi anche oggi? Semplicemente, forse non li conosci… ma non è che dall’800 a oggi non siano più stati scritti buoni romanzi come li scrivevano Stevenson e compagnia bella. Se ti dà fastidio la dicitura “Per ragazzi”, toglila e non cambia niente. Leggiti “La grande avventura” di Robert Westall e dimmi se non è un romanzo questo. Un romanzo e basta… per tutti. 🙂

    Acqua: be’, neanch’io riesco a tenere dietro a tutto (per es. agli innumerevoli telefilm che li fanno impazzire). Però Moccia me lo sono letto. E Chambers (che è un grandissimo romanziere) pure. Così ho delle argomentazioni per spiegare per quale motivo preferisco (e consiglio) Chambers a Moccia. Per loro è importante vedere che l’adulto conosce e parla a ragion veduta e non basandosi sul pregiudizio o sul “sentito dire”. Allora magari provano a darti fiducia e si leggono Chambers. E di solito gli piace. 😉

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  12. Decano ha detto:

    Flalia ciao!Guarda se ti va il blog di un amico:melpunk.splinder.com.nel giorno 23/4 si parlava di qualcosa sicuramente correlato.

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  13. melpunk66 ha detto:

    arrivo qui su segnalazione di decano. sarò anch’io a bologna, ma solo domani, per la fiera

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  14. acquaforte ha detto:

    Sì, credo proprio che il significato di questo atteggiamento sia proprio quello di far capire che non si è prevenuti o che ci si basa solo sul “sentito dire”. 🙂

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  15. acquaforte ha detto:

    …perchè questo poi ti permette di condurli per mano anche lungo altri sentieri, che altrimenti potrebbero essere preclusi.

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  16. melchisedec ha detto:

    Vergognoso… indagare sulle tendenze! Ma per le case editrici è così. A noi docenti, anche, tocca una grande responsabilità, perchè molti scritti non cadano nel dimenticatoio.
    Buona fiera!

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  17. Ipofrigio ha detto:

    Se ti dà fastidio la dicitura “Per ragazzi”, toglila e non cambia niente.

    Non credevo di aver detto una cosa diversa. Sì, la letteratura per ragazzi è un concetto che non m’interessa.

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  18. commediorafo ha detto:

    Sempre post interessanti! La frase che fa da titolo al post mi ha ricordato un libro che ho dimenticato di citare: Farenheith 451…
    Citi il fumetto. Credo che se da piccolo non avessi letto Topolino non sarei il lettore che sono oggi.
    Massimo

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  19. OzzyRotten ha detto:

    Io la penso come Antonio Gramsci, che scriveva: “La letteratura non è un fattore relativo e mutante della coscienza culturale mondiale: la letteratura è uno scalino che si deve attraversare sempre con in tasca qualcosa che ce la faccia amare.

    Ringrazio contritamente per i tuoi complimenti, e ricambio.

    Dal Buio

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  20. flalia ha detto:

    Ciao Decano! Grazie per la segnalazione, vado a vedere! 🙂

    Melpunk: ciao, benvenuto 🙂 Be’, allora buona Fiera! Io devo ancora finire di esplorarla tutta…

    Acquaforte: esatto, è questo il punto. E mai come oggi i ragazzi hanno bisogno di punti di riferimento “autorevoli” cioè seri…

    Melchisedec: sì, è orrendo… sono molto d’accordo su quel che dici a proposito del compito di voi docenti! Tu, tra l’altro, sei appassionato di poesia, un genere ancora più in difficoltà (anche tra i forti lettori molti non amano la poesia!).

    Ipofrigio: be’, allora siamo d’accordo! Il “per ragazzi” lo uso per comodità e per intendersi, ma si può tranquillamente eliminare… 🙂

    Massimo: è vero, anch’io ho pensato a “Fahrenheit 451”. Il senso è quello… E sì, viva il buon fumetto (un mondo smisurato…)

    Ozzy: grazie per la citazione gramsciana, mi fa molto piacere ed è molto giusta. Poi, ti dirò che con quel ringrazio contritamente mi hai definitivamente conquistata! ;-D
    Ciao!

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  21. ondalungablu ha detto:

    l’altro giorno nel citare i libri ne ho elencato apposta alcuni che comunemente sono considerati “letteratura per ragazzi”, in realtà in origine non lo erano affatto, penso ai Viaggi di Gulliver di Swift (è scritto giusto?), all’isola del Tesoro di Stevenson e altri che ho letto con grande piacere. I ragazzi ora non li leggono più quei libri. Ci sono, attualmente, dei buoni autori come Bianca Pitzorno e altri che hai citato ma ormai, come in tutto, esiste una produzione mirata. Harry Potter? L’ho letto, il primo! Forse non è brutto, ci sono invenzioni, ma la scrittura!? Manca la pagina, la sintassi d’autore, secondo il mio parere. L’ Italo Calvino del Barone… del Cavaliere…del Visconte!? A chi pensava quando scriveva? A un target !? Mi piacerebbe pensare che ci siano libri leggibili anche dai ragazzi…comunque sono favorevole alle iniziative che promuovano la lettura e che educhino ad apprezzarla…ciao un saluto

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  22. Oscaruzzo ha detto:

    Quanti spunti!

    Per quanto riguarda le mode e le tendenze, io sto proprio all’opposto. Leggo (quasi) solo roba che abbia almeno 40-50 anni. Perché se è ancora in circolazione, probabilmente varrà qualcosa 😉

    E anche per la letteratura per ragazzi è così. Ai miei nipoti tendo a regalare più libri di Verne o Twain che non altro… E loro apprezzano.

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  23. Lucilla810 ha detto:

    Per quanto riguarda in generale, non letteratura per ragazzi, non seguo le tendenze, anzi, le guardo con sospetto!Se di un libro ne parlano tutti, o è splendido (ma è raro che sia per questo), o è perchè ha venduto moltissime copie, ma i veri lettori non sono tantissimi, allora chi l’ha acquistato? 🙂
    Un bacio a presto!

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  24. MariaStrofa ha detto:

    c’è un blog di una persona molto in gamba che ha parlato per post e post di questo tema, soprattutto facendo riferimento a un libro di rodari.

    ti do il link:

    http://www.annaritaverzola.splinder.com

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  25. latendarossa ha detto:

    Certo che sono d’accordo! Il discorso fila, e anche bene. Io penso sempre (magari sbaglio) che prima di mettermi a leggere Moccia, come minimo dovrei finire Proust o leggere Céline o tutto Calvino, ma sono considerazioni mie. Stessa cosa per i ragazzi. Purtroppo la moda, le nuove tendenze sono un fenomeno più di mercato che letterario vero e proprio. Poi lì credo che i ragazzi non vengano esattamente interpellati ma piuttosto che subiscano quella o quella scelta fatta dai manager delle case editrici ahimé.
    Complimenti per i post che scrivi…ma bbbrava :)))

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  26. OzzyRotten ha detto:

    Prego. In effetti però il contrito mi viene ogni volta che nomino Gramsci.
    Non per altro 🙂

    Dal Buio

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  27. flalia ha detto:

    Ondalunga: è vero quel che dici. I romanzi migliori sono quelli scritti per raccontare una storia e con una cura per lo stile, indipendentemente dal pubblico che li leggerà. Chissà poi se vorrà dire qualcosa, a proposito di Harry Potter, il fatto che tra i suoi più accaniti fans ci siano anchelegioni di trentenni? 😉

    Oscaruzzo: è vero, i classici piacciono ancora. Però penso sia giusto scovare anche della buona letteratura contemporanea, i “classici del futuro”… Ciao 🙂

    Lucilla: infatti un fenomeno rilevato è che spesso i “libri-evento” catturano il pubblico dei non lettori, che rimangono tali. Cioè il libro evento si esaurisce in se stesso: ammesso che oltre a essere comprato venga letto, no sembra fungere da “trampolino di lancio” verso letture di altro tipo… 😦

    MariaStrofa: grazie per la segnalazine. Vado a leggere.

    Marcello: grazie 🙂 E anch’io faccio il tuo ragionamento! Ho ancora un sacco di “mostri sacri” da leggere… Ciao!

    Ozzy: ah, capisco, e approvo! 🙂

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  28. flalia ha detto:

    (Scusate i refusi, ma sono un po’ suonata…)

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  29. OzzyRotten ha detto:

    Suonata?
    Hai una chitarra in testa?
    Questo vuol dire?

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  30. flalia ha detto:

    No, ma è come se l’avessi dentro la testa, nel senso che sono (ero) rincitrullita!

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