Per uno stupido gabbiano

Sul mio comodino tengo alcuni libri (o meglio, una discreta fila di libri; ho un comodino lungo). Oltre al libro momentaneamente in lettura, ci sono i libri “permanenti”, cioè i miei preferiti, quelli particolarmente significativi per me e che voglio avere vicino anche fisicamente, i numi tutelari del mio sonno notturno e della mia anima. Tra questi ce n’è però uno che non mi piace per il suo contenuto, ma da cui non mi separerò mai. Un libro che, se scoppiasse un incendio e avessi solo venti secondi per afferrare qualcosa d’importante da sottrarre alle fiamme, io prenderei quello.

(Siete curiosi?)

Mia mamma non mi ha quasi mai fatto un regalo vero. Cioè anche per il mio compleanno e per natale i regali ricevuti mi sono sempre stati presentati come da parte dei genitori, ma in realtà li sceglieva mio padre. Mia madre si è sempre limitata a comprarmi vestiti, che non ho mai considerato regali ma cose utili e lei, sapendolo, non me li ha mai presentati come tali.

Insomma, finora in tutta la sua vita mia madre mi ha fatto un solo vero regalo (parlo di cose che si comprano, attenzione…) e questo regalo in sé non è tra i più belli che abbia mai ricevuto: Il gabbiano Jonathan Livingston; sì, quel librino sdolcinato pre-new age.

Trovai stranissimo che mia madre, a cui leggere non piace e che non apprezza la letteratura, avesse deciso di regalarmi proprio un libro, scegliendolo tra l’altro autonomamente. Lo interpretai come un tentativo di avvicinarsi a me, ai miei gusti. Perciò lessi tutto il libro e a lettura ultimata le dissi che mi era piaciuto molto. L’ho poi messo sul comodino e da anni (ero in prima media quando ricevetti questo regalo) è lì. Quando spolvero i miei libri e quello mi capita tra le mani, mi vengono sempre gli occhi lucidi. Il gabbiano lo abbatterei con un colpo preciso di fionda, ma al suo posto volo io.


42 commenti on “Per uno stupido gabbiano”

  1. Mariadiavola ha detto:

    i gabbiani sono animali subdoli: sembrano candidi,puri…pare che volino alto…in realtà pur di saziare i loro istinti son disposti senza pensarci due volte a sfamarsi nelle discariche.
    Per questo io ed un’altra persona, li abbiamo presi a modello di una determinata tipologia di uomini marci
    un saluto 🙂

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  2. silvii ha detto:

    Tieni caro ogni piccolo segnale arrivi da una persona come tua madre, lei se ne accorgerà anche se non lo dirà apertamente, e riscalderà il tuo e il suo cuore. Un bacio
    Silvia

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  3. Higurashi ha detto:

    Meno male.

    Pensavo di essere l’unico alieno a cui quel libro non è MINIMAMENTE piaciuto.

    E’ uno di quei libri che non mi ha lasciato praticamente nulla.

    Cosa assai rara, poiché qualsiasi libro che io abbia letto mi ha sempre lasciato una sensazione (in taluni casi positiva, in altri assai meno)

    Si apra dunque questa associazione culturale “Spariamo al gabbiano” 😀

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  4. PaoloFerrucci ha detto:

    Anch’io comprai il libro all’epoca, ma non l’ho mai letto (seppure così breve). Qualcosa mi dissuadeva, forse la sua pretesa di essere una chiave per un facile sentimentalismo.

    I gabbiani sono talmente comuni che li troviamo in moltissime storie (anche nel mio romanzo, del resto). Non so se in natura abbiano particolari qualità: mi viene da pensarli come si pensa a i piccioni delle città.
    Ciao, Flalia, un bacio. :-*

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  5. diegodandrea ha detto:

    mmmhh… abbetteresti il gabbiano con un colpo di fionda??
    Secondo me non ce la fai 🙂
    … ci vuole mira!
    😉
    … e poi se non ricordo male (la lettura di questo libro è veramente risalente, lo avevo persino dimenticato, credo) quel gabbiano volava pure alto… e dalla cosa ne trasse un sacco di guai, giusto? Beato Lui :-))
    Bacio D
    P.S.
    Grazie per il ben tornato che mi hai lasciato, mi ha fatto veramente molto piacere…

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  6. flalia ha detto:

    Ciao Mariadiavola, benvenuta 🙂
    Hai ragione: subdoli. E avidi, quando inseguono le barche dei turisti per carpire rimasugli di pesce e sono pronti ad aggredirti, e volano basso basso, altro che Livingston! ;-D

    Silvia: grazie! Speriamo… 🙂

    Higurashi: anche tu un’anti-Livingston! (Anch’io dubitavo che esistessero) Sì, con tante associazioni insensate, potremmo tranquillamente aggiungerci la nostra! Ciao 🙂

    Paolo: quella con l’ombrello sono io camuffata che mi proteggo dal minaccioso gabbiano in arrivo… Sì, mi sembra giusto il paragone con i piccioni (odiosi entrambi). Ciao :-*

    Diego: lo so, ma scrivere “un colpo di fucile” mi sembrava troppo violento per me, non mi ci vedo proprio neanche nella fantasia… allora ho messo la fionda! 😉
    A me ha fatto piacere lasciarti il bentornato 🙂

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  7. ondalungablu ha detto:

    non l’ho letto e so per certo che condividerei la tua opinione…dubito che lo leggerò …ma capisco il tuo sentimento verso quel libro che rappresenta ben altro…aspetterò che me lo regali qualcuno a cui voglio bene…chissà?

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  8. Io l’ho letto, è orrendo. Ma forse, visto che a quattordici anni leggevo Spinoza e Thomas Hobbes, un librino come “Il gabbiano” non era certo rivolto a me, per così dire 😉

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  9. cappelliavolute ha detto:

    Non saprei, io l’avevo letto quando ero alle medie e non mi era dispiaciuto. Ma è anche vero che non mi ha lasciato poi molto, dal momento che non mi ricordo più neppure di cosa parla… però mi piacciono molto i gabbiani, intanto perchè sembrano una valida alternativa agli orrendi cumuli di piccioni che infestano la nostra città, e poi perchè ho passato anni, da piccola, ad andare con i nonni a “tirare il pane ai cocai”, quindi i suddetti cocai, sono l’emblema di un ricordo che mi tengo stretto! =))

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  10. MariaStrofa ha detto:

    Non l’ho letto e non mi piace!(Scheiwiller-Manganelli)

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  11. Oscaruzzo ha detto:

    Non c’e` molto da spiegare. E` un libro scritto con molto mestiere, in modo molto “furbo”. E` rivolto a un pubblico “mirato”, di quelli che pensano che di “scent of a woman” la parte migliore sia lo sproloquio finale all’assemblea scolastica.

    Eppure…

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  12. biancac ha detto:

    Sei arrivata tardi perchè quel gabbiano l’ho già abbattuto io. Non solo quel libro è orrendo, ma quell’autore è riuscito poi a scrivere roba peggiore….;-)

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  13. lo_struzzo_nero ha detto:

    Tienilo al caldo quel gabbiano prezioso..

    smk

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  14. flalia ha detto:

    Ondalungablu: anche se lo leggi non muori, però letterariamente è inconsistente, contenutisticamente è ingenuo, insignificante e irritante… 😉

    Davide: eri precoce, eh? Allora di sicuro non era rivolto a te. Vedo che la solidarietà è reciproca! 😉

    CaV: allora anche per te il gabbiano è collegato a un valore affettivo… risparmiamo qualche gabbiano, allora 😉

    Maria: per libri come questo è il trattamento ideale… a volte il pregiudizio funziona 🙂

    Oscar: eppure ti ha lasciato qualcosa? Io avevo un’amica che ne adorava l’autore (non so cosa pensasse di “Scent of a woman”, però. Ciao!

    Bianca: brava Bianca, mi hai risparmiato un gabbianicidio. Gli altri romanzi li ho accuratamente evitati e per fortuna mia mamma non mi ha fatto altri regali… 🙂

    Struzzo: al caldo nel forrno o in padella? 😉
    Comunque io preferisco gli struzzi ai gabbiani. Ciao 🙂

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  15. melchisedec ha detto:

    E se ti dicessi che mi fu regalato per il diploma delle medie inferiori da amici di famiglia… e che non l’ho mai letto?
    🙂

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  16. flalia ha detto:

    Mel! Ti direi che non ti sei perso molto e che puoi anche lasciarlo lì dov’è… da quel che scrivi sul tuo blog, non credo che ti piacerebbe… :-)) Buona settimana, Mel

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  17. lo_struzzo_nero ha detto:

    ahahah allora tieni al caldo me…

    un bacio 🙂

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  18. lauraetlory ha detto:

    L’ho letto sentendomi in dovere di farlo, un po’ come L’ALCHIMISTA di Coelho e IL PICCOLO PRINCIPE di Saint de Eux… (non mi ricordo come si scrive, comunque hai capito). Ciò che li accomuna è la pretesa (che non credo fosse degli autori) di essere libri a più livelli. Una favoletta neanche tanto intelligente ad una prima occhiata, un viatico per la vita ad un’occhiata più approfondita. Io questo viatico non l’ho trovato. Metterei questi tre libri insieme ad uno che ho avuto la sfortuna di leggere “LA VIA PER SIN” di Romano Battaglia. Una cosa assolutamente oscena per l’evidentissimo tentativo di prendere in giro i lettori, spacciando per esperienza spirituale una cosa che non ha più valore di alcune favolette che io scrivevo a otto anni. Solo che ha me non hanno dato premi, come a Romano Battaglia. Quindi abbatti pure il gabbiano, a tutti gli altri alchimisti, principini e escursionisti sulla via di Sin (?) penso io.
    Laura

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  19. utente anonimo ha detto:

    non ho letto il gabbiano ma visto ke é corto leggilo..dici a tua madre ke lo hai riletto e parlate.con mia madre ho un bel rapporto dopo ke ci siamokiarite..irritava anke me poi ci siamo kiarite…d fumetti&manga quando scrivi??? ;))ele

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  20. ondalungablu ha detto:

    (mi hai fatto sorridere) forse non morirò ma almeno l’irritazione perdura nel tempo o passa in tempi brevi? .-))))

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  21. estivaneve ha detto:

    che bello affezionarsi a degli oggetti che non avrbbero un gran valore, solo perchè testimoniano un affetto o un gesto speciale…
    poi..è proprio divertente questo post ;)))

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  22. Titolare ha detto:

    Forse tua madre che non ama leggerere l’ha trovato bello e significativo proprio perchè è il tipico libro che piace a chi non legge.
    A me non era dispiaciuto troppo. Tu lo definisci pre new age; secondo me è il classico libro al quale chiunque può dare il significato che vuole. Ma avevamo già parlato pure di questo? Mi pare di sì…
    Massimo
    PS
    Per i non veronesi, i cocai citati da CaV sono gli uccelli acquatici, di una razza simile al gabbiano, che vivono lungo l’Adige. Non so quale sia il vero nome in italiano; cercando su google ho trovato varie poesie di altre zone del triveneto in cui “cocai” è tradotto “gabbiani”, ma i nostri non sono proprio gabbiani gabbiani…

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  23. cappelliavolute ha detto:

    è vero, è vero! I cocai sono… i cocai!! L’altro giorno sono andata a tirare il pane agli ultimi rimasti (per una volta dunque non con i nonni…), e ce n’era uno enorme.. sembrava un albatros, altro che un gabbiano! Forse era Jonathan… =))

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  24. flalia ha detto:

    Struzzo: non intendevo che ti preferisco cotto! ;-D Ti preferisco libero di passare da un treno all’altro nella tua metropolitana e di ragguagliarci sulle tue avventure!

    Laura: d’accordo con te. Sul “Piccolo principe” (di Antoine de Saint-Exupéry) però il discorso è un po’ particolare. Letterariamente e “storicamente” non lo collocherei proprio accanto a paccottiglia (per me) come il gabbiano o “L’alchimista”; ma, come dici tu dal punto di vista del significato che la vulgata comune ormai gli attribuisce, sì. Ormai certe frasi ed episodi di quel libro sono luoghi comuni da cui non si salva nessuno. L’episodio della volpe e dei legàmi per es. citato e stracitato dovunque e da chiunque, non dà ormai la nausea? Purtroppo c’è questa idea di libri che fungano da “pillole di spiritualità” e c’è tutto un mercato su questo. Le ragioni che hanno spinto Saint-Exupery a scrivere “Il piccolo principe”, però, non erano biecamente commerciali né ammiccavano a mode del tempo (come fanno Bach e Coelho), anzi era un periodo terribile, quel libro gli è venuto dal cuore. Non immaginava di certo che ne sarebbero stati fatti gli abusi e le strumentalizzazioni di oggi. E lo dico pur non amando “Il piccolo principe”, anzi, aborrendolo abbastanza… Il libro di Battaglia non lo conosco e non lo conoscerò…
    Il problema di fondo è che la “spiritualità” non è una cosa che si compra con un libro o altro del genere. Il tuo viaggio in Nepal la dice lunga su come si possa accostarsi a un autentico senso spirituale.

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  25. flalia ha detto:

    Ele: cara Ele, bentornata! Come anche con il tuo commento dell’altra volta, mi apri prospettive interessanti. Ci penserò (oppure evito di rileggerlo e trovo qualche altro argomento, eh? ;-))
    Vorresti che scrivessi di fumetti? In questi giorni ci sto lavorando, su un fumetto, e non ho tempo per scrivere, ma potrei scrivere tra un po’ di fumetti. Che manga leggi/preferisci? E leggi anche altri fumetti? Ciao 🙂

    Ondalunga: passa n tempi brevi ma come vedi da questo post e dai commenti, ogni tanto riaffiora in modo micidiale… ;-D

    Estivaneve: Grazie!

    Massimo: sì, è il genere di libro che piace a chi non legge, ma non mi pare ne avessimo parlato… Grazie per la precisazione sul dialetto!

    CaV: qui abbiamo solo squallidi piccioni fin troppo ciccioni (però anch’io da piccola gli davo da mangiare)!

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  26. lo_struzzo_nero ha detto:

    Buona giornata, un abbraccio.

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  27. cappelliavolute ha detto:

    Anch’io…. PAZZA!!! COME facevo a tollerare che quelle terribili bestiacce mi venissero a mangiare i semini dalle mani?! Molto, molto, meglio i cocai…almeno loro stanno per aria e tu lanci!! (ehm…scusatemi, detesto i piccioni!!)

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  28. Ma Romano Battaglia non è quel tipo che abbraccia gli alberi?

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  29. PaoloFerrucci ha detto:

    Romano Battaglia era connaturato al Maurizio Costanzo Show, mi sembra di ricordare. Fu lì che si creò il suo personaggio dal fare ieratico, denso di aneliti a vuote formule spirituali.
    Le sua parabola l’ha fatta, l’epoca del MC Show è superata, sui banchi delle librerie furoreggiano altri pseudo-profeti.

    Anche Coelho tramonterà, credo (o no?). Quasi mi pento di non essermi convertito al suo credo new-age panteista: forse mi avrebbe fruttato qualcosa in termini di popolarità.

    ciao, Flalia dolce. :)*

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  30. flalia ha detto:

    Ciao Struzzo, grazie!

    CaV: pensa che qui a Bologna c’è l’abitudine di fotografare i bambini piccoli ricoperti di piccioni in piazza Maggiore, salvo poi, quando crescono un po’, intimar loro di stare lontano dai piccioni che “portano le malattie”! Io per fortuna anche a un anno di vita avevo le idee chiare e ho sempre rifiutato di tenere le manine con su il cibo perché i piccioni mi ricoprissero tutta… che schifo! (Meglio i cocai, ma a una certa distanza) 😉

    Davide: io non so chi sia Romano Battaglia a dire il vero, ma ti ha risposto Paolo nel commento 29. Ti dico solo che un collega di mio padre, all’università di Siena, ha creato un master dal titolo così improponibile che non lo ricordo, durante il quale porta gli studenti ad abbracciare gli alberi (perché un manager dotato di spiritualità è in grado di affrontare al meglio qualunque situazione)!

    Paolo: nooo! La new age no! Scrivi troppo bene tu e hai troppe belle idee… E poi, a giudicare dal tuo blog, non ti ci vedo nei panni di uno scrittore-santone!
    Ciao! :-*

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  31. christine69 ha detto:

    penso di essere una bella persona anche se mi piace il gabbiano livingston ( quelli veri mi fanno schifo davvero tanto)
    Mi piace leggere e poi sentire, ragionare, argomentare per conto mio. Il libro mi è piaciuto, anche quando l’ho riletto ai miei figli. Certo è un prodotto di mercato, non ci piove, non è un romanziere russo o marcel proust.
    Allora nei clichè ci metto Siddartha, Il Piccolo principe, l’Alchimista, il Profeta. Questo non toglie che leggo con passione Von keiserling, Marai, Maras, Jeshoua, Lansdale, Yourcenaur, i russi, gli americani e tutta ala letteratura inglese.
    un caro saluto
    vale

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  32. babilonia61 ha detto:

    Non posso fare a meno di venire a sbirciare il tuo blog: lo trovo piacevole, sincero, simpatico…credo di essermi perso qualcosa in non essermi affacciato a questa finestra prima di oggi.

    Beh! Juan Salvador Gaviota; il titolo del Gabbiano in spagnolo: lo lessi anni fa, quando cercavo la via per l’introspezione, insieme ai libri di Shirley Mc Lane, pellegrino in terre sudamericane… semplice, poetico e di facile lettura, allietò qualche mia serata solitaria.

    Felicità

    Rino, passando da queste parti

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  33. flalia ha detto:

    Ciao Vale, benvenuta 🙂 Non fraintendermi: io critico il romanzo, non chi lo ama. Non sono di quelli che giudicano le persone da quello che leggono o non leggono! 🙂 Quel romanzo, personalmente, non mi è piaciuto, e dato che all’epoca avevo 11 anni e non sapevo neanche cosa fosse la letteratura “commerciale”, se non mi è piaciuto non è stato per ragioni “ideologiche”, ma proprio perché l’ho trovato insignificante e anche un po’ fastidioso per via di quell’individualismo subdolo che secondo me propone. Ma questa è solo la mia umile opinione. Grazie a te per la tua 🙂

    Rino! Hai letto il mio commento da Paolo? Sono felice di vederti qui! Grazie anche per avermi detto il titolo del romanzo in spagnolo: non lo conoscevo! A giudicare da quel che scrivi (conosco il tuo blog) la via per l’introspezione l’hai trovata, vero? Ciao 🙂

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  34. babilonia61 ha detto:

    Flalia: grazie;
    la via dell’ introspezione l’ho trovata dopo tanti anni, difficile è percorrerla, ci tento.

    Felicità.

    Rino, introspezionando il tuo piacevole blog

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  35. diegodandrea ha detto:

    Ciao Ilaria… mica ti sarai andata ad allenare con la fionda? 🙂
    Torna presto!
    Bacio D

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  36. biancac ha detto:

    Ma dì un po’… sei andata a bruciare il libro? Dai, è un regalo di mamma….

    😉

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  37. flalia ha detto:

    Ciao Rino: seguirla (l’introspezione) è difficile, ma averla trovata è già qualcosa! Grazie!

    Diego: magari!!! Molto più banalmente, ho dovuto lavorare tantissimo e non ho avuto tempo di aggiornare il blog! Grazie per esserti “preoccupato”! Ciao 🙂

    Bianca: no no, non l’ho bruciato, stavo lavorando su altri libri… Ciao 🙂

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  38. Ellee ha detto:

    Il Gabbiano mi manca! Ma mi pare di non essermi persa niente ;-))
    ciao ciao!

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  39. flalia ha detto:

    Assolutamente, cara Ellee. A giudicare dal tipo di sensibilità e di cultura che traspare dai tuoi post, dubito proprio che possa piacerti!

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  40. GiacominoLosi ha detto:

    che fine ha fatto Joey Schittino?

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  41. Se non fossi un uomo assai mite, direi che quel collega di tuo padre va abbattuto col fuoco e le picche 😉

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  42. flalia ha detto:

    Giacomino: mi citi sempre dei nomi che non conosco! Non ho idea di chi sia questo tipo… 😦

    Davide: stesso pensiero mio e di mio padre (ma anche noi siamo persone miti…), ma non dei tantissimi iscritti al suo master, uno dei più ambiti… :-/

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