Letteratura di genere

Questo post trae spunto da un commento di Diego (che anche quando ha poco tempo riesce a lasciare sempre interventi interessanti sul mio blog; grazie!) al mio post di ieri in cui lui dice di non amare/non leggere la letteratura di genere. Io ci ho pensato su e ho capito che sull’argomento sono confusa. Spesso è difficile ascrivere un autore o un romanzo a un certo ambito. Bradbury o Orwell sono scrittori di fantascienza? Sì, ma secondo alcuni sono autori troppo “elevati” per essere costretti in un genere (come se ci fosse in questo qualcosa di sminuente). La letteratura di genere è considerata un tipo di letteratura popolare e meno colta, giusto? Ma in realtà, si tratta sempre di scrivere un romanzo, di dire qualcosa. Che questo qualcosa sia collocabile più in un genere rispetto a un altro o anche in nessun genere, a me interessa solo che sia degno di essere letto. Se un romanzo è ben scritto (e per ben scritto intendo che in qualunque modo sia scritto lo è per precise, consapevoli e chiare scelte dell’autore), ha una trama coerente e sa interessarmi o anche solo intrattenermi, per me è un buon romanzo. Poi ovviamente facendo delle graduatorie, Proust resterà lì dov’è nell’empireo letterario e Stephen King (per dirne uno che mi piace molto) occuperà un posto diverso.

Ma in fondo cosa me ne importa (detta come va detta)?

Per di più, autori che noi oggi consideriamo giustamente dei grandi classici e dei modelli imprescindibili (come Balzac, Dickens, lo stesso Dostoevskij), nella loro epoca erano scrittori popolari, che venivano pagati per quante parole scrivevano, sempre in affanno con le scadenze, scrivevano anche più romanzi contemporaneamente… peggio degli autori di best-sellers odierni!
Io sto scoprendo in questo periodo, causa lavoro, la fantascienza, un genere che ho praticato pochissimo: sto scoprendo romanzi e autori interessanti anche se spesso bistrattati proprio solo perché di genere. Questo non lo capisco: uno può usare il genere per dire cose/fare riflessioni/illuminare questioni che vanno ben al di là del genere e che però, attraverso quel certo linguaggio o contenitore, trovano la prospettiva migliore per esprimersi…

A me piace tantissimo Sherlock Holmes perché a 14 anni, al ginnasio, mi andava tutto male e mi era quasi crollato il mondo in testa e io mi rifugiavo nelle avventure di Sherlock (ho tutte le avventure complete, romanzi e racconti, prima e post “resurrezione” del personaggio); ancora adesso ogni tanto mi rileggo uno dei suoi casi e provo un grandissimo piacere. Non ci trovo nulla di sconveniente.

Mi danno fastidio soltanto i libri scritti in fretta e male, quelli scritti solo e appositamente per compiacere un certo tipo di pubblico (ad esempio il pubblico adolescente, che oggi va tanto di moda) o i libri scritti in serie, tutti uno uguale all’altro. I libri disonesti, insomma. O quelli noiosi perché i loro autori, sentendosi dei Grandi della Letteratura, li appesantiscono in un modo orribile.

Per il resto, non riesco a fare grandi differenze, cioè a mettere grandi steccati. Sarà che proprio in generale con le categorie non me la cavo bene.

Il post è confuso perché io sono confusa… Lo chiedo a voi: come la pensate? Ha senso per voi distinguere tra letteratura colta e di genere? Leggete letteratura di genere? Perché sì? Perché no? Cosa vi piace?

Troppe domande? Chi più ne ha più ne metta…

 

[P.S.: dato che due giorni fa qui si è dibattuto di giornalismo e giornalisti, vi segnalo questo interessante e approfondito post di Laura Costantini che, essendo una giornalista seria e appassionata, affronta l’argomento da par suo, cioè molto bene!]


60 commenti on “Letteratura di genere”

  1. Lucilla810 ha detto:

    Ciao! Rispondendo alle tue domande: penso di essere un pò snob dal punto di vista delle letture… Leggo spesso libri definiti impegnati, o cmq di scrittori che non sono dei cani, non leggerei mai Moccia o Sveva Casati Modignani… Però non è un rifiuto, già si ha poco tempo per dedicarsi alle letture, è meglio sceglierle oculatamente, prediligere autori e testi che ti lascino qualcosa, che ti trasmettano emozioni, che ti arricchiscano, altrimenti è solo tempo sprecato!
    Un saluto a presto!

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  2. PaoloFerrucci ha detto:

    cara Ilaria, anch’io non faccio grandi differenze, non metto steccati.

    Però, per onestà intellettuale, riconosco la differenza che c’è fra un ottimo romanzo di genere e un’opera letteraria di valore che abbia un più ampio respiro e un’originalità peculiare.

    Perché i generi, di solito, impongono alcune schematizzazioni che tendono a ripetersi e a renderli riconoscibili come tali. E che piacciono, anche per questo, agli appassionati.

    Nel mio caso, posso dire che ho voluto usare una gabbia di “genere” per raccontare cose che sentivo dentro e che premevano per uscire: quindi, da questo punto di vista, ho operato “onestamente”.

    Dirò di più: in Mistero etrusco ho voluto parlare soprattutto di amore, di amicizia, di lealtà, e di solidarietà per il diverso. E ho voluto farlo in modo apparentemente disimpegnato, quasi giocoso.

    ciao. 🙂

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  3. Ipofrigio ha detto:

    Se il suo scopo è arricchirsi, suggerisco a Lucilla810 che piuttosto giochi in borsa o sposi un miliardario, perché con la letteratura è destinata a subire delusioni amare.

    Credo io che la distinzione fra letteratura “di genere” e tout-court sia di comodo e oggi, ma già da un po’, abbia anche cessato di far comodo perfino ai critici pigri. Rimane, implicita e inevitabile, quella fra letteratura e scrittura di puro consumo, categorie tuttavia molto trasversali, talché per esempio Baricco o Benni sono esempi di letteratura di consumo addirittura pacchiani, nell’attenzione che mettono ad accarezzare per il verso del pelo un lettore individuato con la stessa esattezza usata dai copywriter nell’escogitare le campagne pubblicitarie, ma allo stesso tempo lardellando i loro libri di fittizi marchi di letterarietà; mentre Elmore Leonard, James Ellroy, George Pelecanos, Philip K. Dick sono grandi scrittori normalmente ascritti a un genere.

    Nella letteratura di consumo c’è poi quella dignitosa e intelligente, o che almeno non ti fa sentire più stupida per averla letta (Stephen King prima che smettesse di bere e di drogarsi, la Rawlings di Harry Potter, Amelie Nothombe, Michael Chabon…) e quella sbracata e trucida dei Clancy, Grisham e vari palloni gonfiati del c.d. noir italiano.

    Mi rileggo e non posso non osservare: perdìo, come scrivo male.

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  4. melchisedec ha detto:

    Personalmente per me esiste la letteratura; di genere la detesto. La letteratura può essere “buona” o “non buona”, più o meno colta, dipende dai gusti di ognuno e dall’empatia che scoviamo in ciò che leggiamo.
    E’ il modo di scrivere che m’appassiona; per essere preciso… la struttura del periodare, tanto classicamente armonico quanto “rivoluzionariamente” contemporaneo. Non c’è una linea di classificazione o meglio non riesco a trovarla.

    🙂

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  5. PaoloFerrucci ha detto:

    Concordo a grandi linee con quanto detto da Ipofrigio.
    Infatti, fra le altre cose, esistono grandi scrittori normalmente ascritti a un genere; mentre esistono scrittori, che si ritengono “letterari” e non di genere, che valgono molto meno di quanto li si voglia far passare.
    E poi esistono scrittori di genere, spacciati per importanti, che invece scrivono solo per “passare all’incasso”.

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  6. Lucilla810 ha detto:

    Era un arricchimento interiore…. 🙂

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  7. diegodandrea ha detto:

    Ilaria, io non ho mai detto di “non amare/non leggere la letteratura di genere” 😉 … ho detto di non preferire quella letteratura (nello specifico, gialli e romanzi storici) che rimane fine a sé stessa… in altre parole, che si esaurisce nel suo genere… un romanzo storico che abbia una metanarrazione e che non si esaurisca il sé (mi vengono in mente le “Memorie di Adriano” della Yourcenar) andando ben oltre, lo leggo, e come! Stesso discorso, presumo, valido per il romanzo di Paolo in cui, come apprendo dalle Sue parole, ha voluto trasporre (e regalare al lettore) “altro”, che riguarda sua visione dell’amore, dell’amicizia, della lealtà, etc.!
    Insomma, di primo acchitto, davanti ad un romanzo storico o giallo dico “non è il mio genere”, poi se scopro/vengo a sapere che c’è “altro”, lo leggo, perché no?
    Scusa per la precisazione… spero di non esserti sembrato insopportabilmente pignolo 🙂
    Ciao D

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  8. Higurashi ha detto:

    Ritengo il “catalogare” la letteratura una cosa impossibile per me.
    Penso che sia un fattore molto soggettivo.

    Ci sono i “classici immortali” che sono per me dei capolavori, ma alcune opere “tramandate” come tali le ritengo buone solo per schiacciare gli scarafaggi;
    altre ancora ritengo che abbiano un grande valore ma non appartengono al mio “genere” di letture preferite.

    Concordo con te sul “I libri disonesti, insomma”, sottolineando la categoria di “fantasy scopiazzati, piatti e scialbi, nati dalla moda del film sul signore degli anelli” e quelli che diventano scrittori semplicemente approfittandosi della loro immagine “televisiva” o della fama acquisita su altri campi che ben poco hanno a che fare con la vena artistica dello scrittore (che a mio avviso sono la causa dello spreco di carta e del disboscamento delle foreste)

    Se ti piace il genere fantascientifico, non farti scappare Asimov con la saga sulla Fondazione e sopratutto la corrente Cyberpunk (Dick e Gibson)

    Un saluto.

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  9. latendarossa ha detto:

    Beh diciamo che si tratta di scelte ed etichette “culturali”. La differenza da te rilevata tra Proust e King è tutta interna alla nostra cultura: immagino una realtà parallela dove King è lo scrittore “serio”, mentre Proust un autore interessante ma leggero, “di genere” (che so, libro di memorie). E’ un bel problema quello del genere. Diciamo che si potrebbe dire che c’è stato un certo momento della storia – non chiedermi quale – in cui nasce una cultura di massa, o se preferisci chiamala pure cultura popolare. Proust non sarà mai un autore “di massa”, un autore “popolare”. King lo è. Conan Doyle è “popolare”, Thomas Mann no. A questo punto fine del discorso, autori diversi, universi culturali diversi, che convivono pacificamente…i guai incominciano quando vogliamo attribuire anche un valore a queste etichette: ci chiediamo cosa sia meglio, se Proust o King. Chi legge Proust, chi legge King. L’ideale sarebbe leggere entrambi senza chiedersi chi è “migliore”. Almeno io la vedo così.

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  10. Medioevalia ha detto:

    grazie per la visita, felice di averti allietata per un pò.
    Sulla letteratura ti dico in gran segreto che, nonostante credo esista una gran differenza tra letteratura colta e di “genere”,ho letto tutti i libri su harry potter!! Oggi purtroppo si definiscono “letteratura” un gran numero di cose create ad arte allo scopo di vendere, solo per citare gli esempi più famosi : 100 colpi di …, i libri allucinanti di moccia e bestie simili (ammetto che nemmeno harry potter possa annoverarsi tra i capolavori letterari) perciò priverei determinate opere dell’appellativo di “letteratura”

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  11. MariaStrofa ha detto:

    Ilaria, che Orwell sia scrittore di fantascienza… mi giunge come dire assai nuova. Orwell ha scritto un romanzo utopico (e uno solo) ma non è fantascienza: come non lo sono i viaggi di Gulliver.

    Questa che proponi era una discussione che avevamo già fatto da Ferrucci di cui tu avrai certamente letto: non esiste nessun scrittore di genere che possa definirsi il più grande della sua epoca. Né primo e nemmeno terzo posto: la risposta è tutta qui.

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  12. cappelliavolute ha detto:

    Tu scrivi: “uno può usare il genere per dire cose/fare riflessioni/illuminare questioni che vanno ben al di là del genere e che però, attraverso quel certo linguaggio o contenitore, trovano la prospettiva migliore per esprimersi…” e io sono assolutamente d’accordo. Esiste una scrittrice per “bambini” che scrive libri fantasy che secondo me non sono affatto per bambini (o almeno, non solo). Si chiama Silvana De Mari, è una dottoressa e i suoi libri (beh, quelli che ho letto io, almeno) sono splendidi. Pur essendo evidentemente storie di genere, piene di elfi, orchi, cavalieri, hanno comunque qualcosa di importante da dire e lo fanno con un’ironia e una limpidezza bellissime, che magari non ho trovato in tanti “classici” che ho letto. Poi, ovviamente, lì si va sui gusti personali, ma comunque, di fatto…

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  13. flalia ha detto:

    Lucilla: che bello leggere un tuo commento! Grazie.
    Be’, Moccia o simili non li leggo neanch’io. Io parlo di autori che secondo me scrivono molto bene e anche cose interessanti e che per questo meriterebbero di essere valorizzati e invece, solo perché considerati “di genere”, vengono penalizzati (mentre altri che non lo meriterebbero, solo perché non “di genere”, li sorpassano). Comunque anch’io cerco di non “sprecare” tempo con letture che mi privano di letture migliori 🙂
    Paolo: 🙂 Sì, anch’io riconosco quella differenza, però dico che pur riconoscendola non mi faccio tanti problemi a leggere anche romanzi “di genere”. Io ho amici un po’ snob e per esempio la mia migliore amica non può sopportare che io legga fantascienza o Stephen King (non tutto, ma alcune cose sì), ma lei non li ha mai letti quindi, come le dico io, ha solo dei pregiudizi! Ecco, a me non piacciono questi pregiudizi… Un bacio, Paolo, e grazie per il brano dedicatomi (mi piacciono le tue descrizioni e mi piace anche la signora Lazzeri) :-*

    Ipofrigio Ciao! Benvenuto! Non sarai contento di come hai scritto, ma in pratica hai espresso il concetto che volevo dire io, e visto che è d’accordo anche Paolo, siamo d’accordo tutti e tre. Grazie 🙂
    Mel: non so se si è capito, ma anch’io mi baso per prima cosa su quel che dici tu: per me un libro deve essere scritto in un modo che mi piace, o di cui almeno riconosco il valore. Se un libro è scritto male non mi piace leggerlo, indipendentemente dalla trama. A me però può piacere tanto uno stile classico, chessò, calviniano, quanto uno stile parlato-sgrammaticato alla Paolo Nori. Ciao 🙂

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  14. flalia ha detto:

    Diego: scherzi? Tu hai fatto benissimo a intervenire e a precisare, dato che è partito tutto da te! 😉 Tu devi intervenire tutte le volte che vuoi per dire quello che vuoi (più di così…)! 🙂 Anzi, la tua precisazione mi fa capire che le nostre opinioni sull’argomento non sono poi così distanti (ho letto anche quel che hai scritto a Laura nei tuoi commenti).
    Sì, è vero, nel libro di Paolo c’è la vita con tutte le sue sfumature, ci sono tante storie che s’intrecciano e si parlano; non piacciono neanche a me i gialli o i romanzi in cui c’è solo azione e soluzione del mistero, ma il suo romanzo è ben altro.
    Ciao, Diego, un bacio :-*

    Higurashi sono d’accordo con tutto quello che hai scritto: quando ho scritto di libri in serie pensavo proprio ai fantasy: “Il Signore degli Anelli” me lo sono letto con piacere (anche se il Fantasy non è davvero il mio genere) ma per il resto credo si salvi veramente poco (Ursula LeGuin, per esempio, che scrive soprattutto fantascienza), non sopporto poi il fatto che siano serie che non finiscono più. Dick mi sta piacendo moltissimo e Asimov lo devo ancora scoprire… Grazie, ciao 🙂

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  15. flalia ha detto:

    Latendarossa: ma sì, infatti io leggo sia Mann sia King. Anzi, io finora ho letto (e leggo) quasi solo i grandi classici (e me li godo!). Per me Dostoevskij, Kafka o Flaubert (per citare i miei preferiti) restano i miei punti di riferimento. Ciò non toglie che possa anche concedermi il piacere di leggere altro… Ciao, grazie 🙂
    Maria: su Orwell hai ragione. Lo so che avevamo fatto questa discussione da Paolo, ma non era esattamente nei termini in cui l’ho proposta io, e poi soprattutto volevo sapere l’opinione dei miei lettori che non commentano sul blog di Paolo (anche se so che molti di loro lo leggono) ma che per me sono importanti. E infatti non sono rimasta delusa…
    Sulla conclusione sono d’accordo con te, ma ciò non significa che quella letteratura sia da disprezzare, mentre per alcuni (non per te, lo so) è così…
    Grazie, come sempre, Maria 🙂

    CaV: hai citato Silvana De Mari! Io mi occupo di letteratura per ragazzi e la conosco benissimo. Noi la proponiamo sempre ai ragazzi che incontriamo proprio perché oltre a scrivere bene sa mantenere una sua originalità pur in un terreno “paludoso” come il Fantasy! Che emozione averla vista citata! Grazie! Ciao 🙂

    Medioevalia: sì, ecco, i Moccia, le Melisse e le Pulsatille non li considero proprio letteratura, né di genere né di altro tipo…
    Grazie, ciao 🙂

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  16. Masso57 ha detto:

    Credo, semplificando, che la questione dei generi letterari sia un po’ come quella delle icone su un pc: spesso racchiudono tante applicazioni anche diverse tra loro che hanno un qualcosa in comune solo per comodità dell’utente finale. Per esempio, un libro come “Fahrenheit 451” lo puoi considerare un libro di fantascienza e Bardbury un autore di fantascienza, in senso classico? Eppure, le grandi librerie lo classificano li. Le etichette sono quelle imposte dalla distribuzione, cui fa comodo semplificare: la vera anima del libro la fa poi il lettore. A me vien da ridere quando leggo, per esempio, che Camilleri è un giallista…..Per dirti, quando arrivo’ in Italia il “mio” Jorge Amado, alla Rizzoli lo trovavi classificato tra gli “umoristi”: ora, in certi romanzi suoi si ride davvero, ma solo un pazzo (o un ignorante) lo classificherebbe in quella maniera…..

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  17. lauraetlory ha detto:

    Buongiorno Ilaria, ma che hai la sfera di cristallo? Questo era un tema che, dopo un appassionato scambio di vedute con Diego D’Andrea, ho pensato di voler trattare con un post. Intanto però ti ringrazio tanto per la segnalazione del post sul giornalismo e per la stima che mi dimostri (qui qualcuno dei commentatori di Remo Bassini vedrebbe uno svenevole scambio di ipocrisie tra blogger, motivo per il quale mi trovo spesso a disagio a commentare gli “appunti di remo”, sono tutti parecchio aggressivi da quelle parti, a parte Remo, s’intende…). Comunque, quello che voglio dire è che ho in assoluto ODIO gli snob di qualsiasi genere. Soprattutto quando si tratta di scrittori/lettori che scartano un libro per la copertina, per il genere o semplicemente perché è di cassetta. Io ho letto tutto Stephen King e sfido chiunque a dirmi che IT non sia un capolavoro assoluto sul fascino dell’adolescenza. Ho letto Tolkien, Lovecraft, Poe, Asimov, Frank Hebert (il ciclo di DUNE). Ho letto Dean Koontz, Anne Rice, ho letto Moravia (e l’ho trovato assolutamente noioso), ho letto di tutto e di più. Adoro lo Zibaldone di Leopardi ma non disdegno Dan Brown, anzi, ho divorato sia Il Codice da Vinci che Angeli e Demoni che La verità del ghiaccio. Sono libri che ti catturano e ti divertono, magari non suggeriscono grandissime riflessioni sulla vita, ma alle volte anche distrarsi e godersi una bella “americanata” non fa assolutamente male. Quindi perché catalogare? Il genere serve a mettere un libro in uno scomparto piuttosto che in un altro, ma almeno nel cervello dovremmo lasciare che le storie trovino da sole la loro collocazione, attraverso le emozioni che suscitano.
    Per inciso… ho finito di leggere “DA JULIANNE IN POI” di Lorenzo Corvino :-<
    Ecco, quello è il classico libro di un autore che ha voluto, a tavolino, fare quello impegnato, che ha messaggi da inviare al volgo, sempre che il volgo sopravviva alla noia mortale di ciò che scrive… Il finale è la cosa più stupida che io abbia mai letto, e ne ho lette tante!
    Scusa la prolissità,
    Laura

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  18. silvii ha detto:

    Sono pienamente d’accordo con Laura: perchè precludersi una lettura catalogandola a priori? Anch’io leggo molto e mi capita di acquistare libri anche al supermercato, dove non ci sono classificazuioni tipo giallo/avventura/fantascienza,ecc… Leggo, se poi il libro mi fa completamente schifo lo archivio, ma cerco sempre di arrivare fino alla fine. Ho addirittura dato un’occhiata a libri tipo “Cento colpi di spazzola”, o quelli di Moccia (ho due figlie femmine adolescenti…) e ho capito che probabilmente, anzi sicuramente, non li avrei letti mai più perchè non mi sono piaciuti. Ma non mi precludo nulla, altrimenti non potrei dare opinioni in merito, ma potrei parlarne solo per sentito dire.
    Buon fine settimana a tutti Silvia

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  19. utente anonimo ha detto:

    “Mi danno fastidio soltanto i libri scritti in fretta e male, quelli scritti solo e appositamente per compiacere un certo tipo di pubblico (ad esempio il pubblico adolescente, che oggi va tanto di moda) ”

    Non posso che concordare. Il peggio è che questi libercoli per preadolescenti (gli adolescenti veri sono troppo impegnati a riprendersi col cellulare) vengono subito tradotti in film. Quindi, doppio guadagno.

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  20. lo_struzzo_nero ha detto:

    Io al massimo leggo Paperino…

    un bacione e buon w.e.

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  21. Io leggo un sacco di monnezza, e devo dire che mi piace assai.

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  22. Oscaruzzo ha detto:

    Effetivamente esiste la letteratura “di genere”. Un sacco di paccottiglia che viene pubblicata gia` come “Best Seller” prima ancora che ne venga venduta una copia. Fantasy, fantascienza e thriller primi fra tutti. Eppure anche in quelle categorie ci sono capolavori letterari. Bisogna solo cercarli un po’ col lanternino e distinguerli dalla massa. “Il grande sonno” e` ben piu` che un “poliziesco”. Cosi` come “Solaris” non e` solamente “un romanzo di fantascienza” (tanto per dirne un paio…)

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  23. Ipofrigio ha detto:

    lauraetlory:

    ODIO gli snob di qualsiasi genere.

    Da un nemico dei generi, che cosa aspettarsi di diverso?

    Soprattutto quando si tratta di scrittori/lettori che scartano un libro per la copertina, per il genere o semplicemente perché è di cassetta.

    Il tempo della vita è limitato e impone delle scelte anche crudeli: io scarto moltissimi libri per il titolo, per la copertina, per la faccia di chi me ne ha parlato, come del resto fai tu. Sono convinto che chi in vita sua abbia letto un (bel) po’, con passione e costanza, sia bene in grado di giudicare grosso modo un libro senza leggerlo, relativamente ai propri interessi, s’intende,. E comunque – insisto – lo facciamo tutti, non vedo come potremmof evitarlo, ogni volta che decidiamo di leggerne uno invece che un altro.

    Io ho letto tutto Stephen King e sfido chiunque a dirmi che IT non sia un capolavoro assoluto

    Accetto la sfida. È un buon libro, scritto con abilità e grande fantasia; non potrei dirne di più.

    Il genere serve a mettere un libro in uno scomparto piuttosto che in un altro

    No, non fare confusione: la discussione si è iniziata sulla letteratura “di genere”. I generi e la loro teoria esistono da alcuni secoli prima perfino del’linvenzione delle librerie.

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  24. utente anonimo ha detto:

    raramente leggo un libro in quanto “classificato” in un genere che potrebbe essere di mio interesse.
    Raramente capita che io mi lasci affascinare da un commento letto da qualche critico, oppure convincere da un amico/a.
    Molto più spesso è perchè sono finita in libreria, mio negozio preferito, e ho passato parecchio tempo fra uno scaffale e l’altro, fra un banco e l’altro a guardare, curiosare, ammirare copertine, leggere i titoli e le seconde e terze e quarte di copertina e quindi mi sono lasciata conquistare dall’oggetto. Senza questa fascinazione non sono neppure a metà dal convincermi ad aprirlo un libro.
    Spesso poi, non ricordo neppure bene il nome dell’autore e/o il titolo del ibro, ma ricordo perfettamente il contenuto, la storia, il nome dei personaggi e le vicende ed eventualmente mi interrogo sul messaggio che potrei ricavare dalle mille parole lette e combinate fra loro, in un gioco praticamente infinito di combinazioni e formule.
    poi, magari, mi documento e scopro di aver letto un romanzo, una biografia, un pezzo di storia, una avventura, un saggio,….
    la lettura per il piacere di leggere, più che per sapere o per dovere o per essere online col mondo che corre.
    ciao, mari

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  25. Titolare ha detto:

    Caspita, mi distraggo un attimo e trovo un post con migliaia di commeni… Ci metto troppo a leggerli tutti! Sull’opportunità di considerare Bradbury un autore di genere ricordo una piacevolissima chiaccherata faentina…
    In un certo senso TUTTO potrebbe essere di genere, senza perdere di valore. Il tuo amico Odifreddi considera pure i testi sacri letteratura di genere, pensa un po’…
    Massimo

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  26. flalia ha detto:

    Masso: sì, è così, poi tra l’altro se uno viene etichettato in un modo, può scrivere qualunque cosa ma non si libererà mai dell’etichetta. Es. facile: Stephen King è “il re dell’Horror” e lo scrivono in fascetta anche su suoi romanzi che non sono affatto Horror… insomma, le categorie sono utili quando non diventano gabbie, credo… Ciao 🙂

    Laura: più che telepatia… mi sa che è “colpa” di Diego. Il suo commentino ha stuzzicato entrambe… ma nulla ti vieta di parlarne anche tu, dato che sei più competente di me.
    Capisco bene a cosa ti riferisci, a proposito di complimenti; anche a me dà fastidio quel tipo di malafede, ma ne incontro tanta anche nella vita normale. Per molta gente è inconcepibile che uno possa fare un elogio (per non parlare di favori) a un altro senza aspettarsi niente in cambio o senza essere ipocrita. C’è un modo peggiore di vivere? Io non faccio elogi se non li penso (piuttosto sto zitta), ma se stimo una persona lo dico tranquillamente. 🙂
    Sai che quando ho scritto dei libri odiosi pensavo esattamente al tuo Corvino? Dal brano che hai citato mi è parso che sia uno che scrive apposta difficileper far vedere che lo sa fare…
    IT è anche per me un capolavoro (e anche per il professor Faeti, che ha dedicato a King un bellissimo saggio: “La casa sull’albero”, Einaudi: se ti piace King te lo consiglio caldamente, si legge quasi come un romanzo ed è ricco di riferimenti letterari di ogni tipo.
    Anche a me non piacciono gli snob come li intendi tu.
    E non devi mai scusarti per la prolissità, che non è tale ma è un commento approfondito (poi, cosa dovrei dire io che scrivo papiri?)
    Su questo blog si può scrivere quanto si vuole e quel che si vuole e si può fare complimenti.
    Ciao, grazie 🙂

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  27. flalia ha detto:

    Silvia: ciao 🙂 Moccia e Melissa li evito volentieri, però in generale son d’accordo. Buon fine settimana anche a te 🙂
    Musasapientum: In effetti è così (compresa la battuta – vera, ahimè -sul cellulare)…
    Struzzo: anche il fumetto è letteratura di genere! Fai anche tu parte del club… Ciao, buon w.e. anche a te! 🙂
    Davide: e non mi sembra che ciò nuoccia alla tua cultura, anzi… Ciao 🙂
    Oscaruzzo: in pratica è come se ci fosse una grande sottocategoria trasversale a tutte: il biecamente commerciale. E dico biecamente perché non necessariamente ciò che è commerciale/popolare è privo di qualità, ma lo è ciò che viene creato, prodotto e proposto solo in vista di vendite (magari con filmetto annesso), pubblicità eccetera, senza cura per la scrittura, lo stile, trama eccetera. Può essere un’idea?

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  28. flalia ha detto:

    Ipofrigio: ma perché stuzzichi le mie commentatrici su delle parole di cui intenderai benissimo tu stesso il reale significato? ;-D Sei dispettoso, eh? 😉 (Scherzo, in realtà ti ringrazio per i tuoi interventi approfonditi, stuzzicamenti a parte…)
    Riguardo al secondo “appunto” che fai, credo che Laura si riferisse a quelle persone che scartano assolutamente a priori un romanzo, non perché siano in grado di farlo per la matura e navigata consapevolezza di lettore di cui giustamente parli tu (e che applico anch’io, ormai, abbastanza automaticamente) ma solo perché deviati dal pregiudizio. Conosco gente che di suo non saprebbe distinguere un romanzo di qualità da una schifezza neanche leggendoli, eppure non acquisterebbe mai, “per principio”, un libro considerato di genere o non all’altezza di certi standard che comunque nonconoscono. Insomma, a scuola gli hanno insegnato che Proust è un grande, Dick un minore e questi, senza aver mai letto né l’uno né l’altro, dicono di apprezzare il primo e disdegnano il secondo.
    Questi, secondo me, sono i veri snob…
    Veramente grazie per i tuoi interventi, ciao 🙂

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  29. utente anonimo ha detto:

    grazie di aver lasciato un commento sul mio blog – cornerino: cercandoti ho scoperto tutto un mondo di blog interessantissimi. mari
    ps: pardon per l’o.t.

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  30. neronda ha detto:

    Mmh interessante questo post, e pure il dibattito che ne è uscito….
    Personalmente tendo a giudicare i libri per la copertina, almeno un pò, e odio quelle cartonate e/o chiassose. effettivamente da sbarbina ero meno selettiva e questo mi ha portato a leggere “cose preziose” di King, che ora non prenderei in mano nonostante sia davvero carino.
    Affianco sempre autori leggeri e un pò “usa e getta” alle letture più impegnate, però in effetti non sono i libri di cui parlo.Da quando tengo il blog sui libri però mi impegno a non omettere più nessuna delle mie letture. Poi, come dici tu, pure Dickens e Collins erano autori da “cassetta”, e sicuramente fra 100 anni pure Wilbur Smith verrà rivalutato, come già è successo per Liala. Mi sono laureata in sociologia della letteratura, con una tesi sulla chick lit e per analizzarla ho dovuto leggere un pò di quei libri….e ho finito per affezinoarmici un pò….

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  31. flalia ha detto:

    Mari: ciao, benvenuta 🙂
    Sul modo in cui si scelgono i libri ci sarebbe da scrivere un intero blog…
    Io mi oriento abbastanza anche con recensioni o consigli di amici lettori, ma alla fine l’ultima parola devo averla io, leggiucchiando ed “esplorando” il libro tenendolo in mano in libreria… Poi anche a me piace affidarmi a ciò che può catturare la mia attenzione anche se non ne ho mai sentito parlare… si possono fare grandi scoperte, così (o pietose, come nel caso dell’autore citato più su da Laura…)
    Grazie, ciao 🙂

    Massimo: quando ho scritto Bradbury mi è infatti venuta in mente la nostra conversazione… volevo sapere cosa ne pensavano anche gli altri lettori e, a giudicare dalla qualità dei commenti, sono stata accontentata! Ciao 🙂

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  32. Ipofrigio ha detto:

    Conosco gente che (…) non acquisterebbe mai, “per principio”, un libro considerato di genere o non all’altezza di certi standard

    Sì, ma quanto pochi sono costoro! Io vedo soprattutto gente che, per uguale e contrario pregiudizio, non leggererebbe mai un “classico” o qualcosa qualificato come “letterario”: questo non li trattiene dal parlarne con disprezzo (e dal considerare “snob” chi li legge, ma di questo v. infra).

    Insomma, a scuola gli hanno insegnato che Proust è un grande, Dick un minore

    Che è già una fortuna, perché alle scuole che ho frequentato io mai mi hanno parlato di Proust, figuriamoci di Dick.

    Spezzo infine una lancia a favore degli snob, categoria che mi sembra riscuotere ostilità unanime. Essere snob a me sembra più che altro un mezzo per salvarsi la vita in questo mondo. Ce ne sono di migliori, ma questo è il più a portata di mano.

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  33. flalia ha detto:

    Mari: grazie per la bella cosa che hai detto: i blog dei miei commentatori e i blog che ho linkato sono molto interessanti. Ciao 🙂
    Neronda anch’io sono “sensibile” alle copertine… mi vergogno a girare con libri dalle copertine troppo appariscenti, e anche a comprarli. Di chick lit non ne leggo, né penso, né leggerò (anche se capisco che ti ci sia affezionata).

    Forse però c’è un equivoco, anche a giudicare da altri commenti: io non ho detto che leggo “schifezze” (per intenderci) ma che trovo autori di qualità ingiustamente bistrattati solo perché etichettati come di genere. Poi non ho niente contro chi legge Moccia o Wilbur Smith, ma io non sono tra quelli… Tra l’altro fino a poco tempo fa ero “rigida” su certi canoni che solo ora comincio un po’ a mettere in discussione…
    Ciao 🙂

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  34. briciolanellatte ha detto:

    No, non hanno senso queste distinzioni, come nella musica o nell’arte. Ognuno ha il suo spazio. L’importante è che si riesca a esprimere al massimo livello la propria creatività, che si ottenga l’eccellenza ,raggiunta la quale ogni distinguo perde di significato.

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  35. flalia ha detto:

    Ipofrigio: forse io parlo così perché mi baso sui miei familiari e amici che hanno gusti molto “rigidi” e “letterari” (del resto anch’io ero così).
    Sì, a volte essere snob è meglio che non esserlo, ma bisogna anche distinguere tra i finti snob e i veri snob (quelli che possono permetterselo), secondo me. I finti snob a me non piacciono proprio…

    Ora devo andare a lavorare quindi se ci sono altri commenti risponderò stasera!

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  36. cappelliavolute ha detto:

    Beh, la letteratura per ragazzi secondo me spesso centra il bersaglio più di tanta spazzatura che si può trovare nei reparti “per adulti”… per questo continuo a leggere libri scovati in quegli scaffali anche se magari poi il cassiere mi ride dietro. Silvana De Mari è fantastica, come d’altra parte Bianca Pitzorno, Astrid Lindgren, Neil Gaiman e tanti altri.

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  37. Kinsy ha detto:

    Il brutto delle categorie è che sono statiche e rigide. Nessuna autore entra perfettamente in una definizione unica, di solito trasborda… L’importante è non dare troppa importanza a queste categorie!

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  38. biancac ha detto:

    Ipofrigio, scriverai pure male secondo te, e secondo me no, ma sei riuscito a dire tutto quello che volevo dire io quindi continua così ;-)))

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  39. Ipofrigio ha detto:

    sei riuscito a dire tutto quello che volevo dire io

    Grazie Biancaccia, vorrei dire che ricambio ma perché riesco ad accedere al tuo sito una volta su cinque? Devi avere qualche plug-in che eccede le mie capacità, quindi dovrò provvedermi di un altro browser.

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  40. flalia ha detto:

    Briciolanellatte: già, il vero discriminine dovrebbe essere la qualità… Ciao 🙂
    CaV: la Pitzorno per me è la numero uno nel suo ambito. Hai letto “La bambinaia francese?” (riscrittura di “Jane Eyre”?): quello per me è un romanzo che può essere tranquillamente apprezzato anche da adulti. E son d’accordo con te sul fatto che in certa letteratura per l’infanzia si trovano “perle” rare da trovare in generale… Abbiamo gusti simili, mi sa… Ciao e grazie per i tuoi contributi 🙂
    Kinsy: concordo con te e ti do il benvenuto 🙂 Ciao!
    Stranamenteio: ma dove le trovi tutte queste immagini tenerissime? 🙂 Sei gentilissima, grazie 🙂
    Bianca: “Biancaccia” mi sembra bellissimo… ;-D e Ipofrigio è fortissimo! 🙂 Ciao a entrambi 🙂

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  41. lauraetlory ha detto:

    Cara Ilaria, non voglio impegolarmi nella polemica nata sul tuo post, penso che alla fine ognuno tenda a restare della propria idea. Però una cosa la debbo dire: non se ne può più di queste dispute sulla letteratura e non letteratura, sui libri di genere e non e via dicendo… Un libro è un libro, indipendentemente da chi l’ha scritto e da cosa contiene ( fatta eccezione per i libri frutto di operazioni di marketing) e in quanto tale merita la nostra considerazione, se non altro per la fatica che ha richiesto al suo autore. Poi può piacerci o farci letteralmente schifo, può affascinarci o annoiarci mortalmente, ma vale per ciò che è: lo sforzo di una persona di mettere nero su bianco un’idea, un sentimento, un pensiero, un modo di raccontarsi, di essere, di sperare, di interagire con ciò che lo circonda… Noi non dobbiamo far altro che scegliere e i criteri della scelta sono del tutto personali: l’autore, la copertina, il tema trattato, il genere o quant’altro si vuole. Chi di voi se la sentirebbe di stilare un nuovo elenco dei libri all’indice? Una delle poche cose buona della nostra epoca è la possibilità per tutti di fruire di ciò che più gli piace.Io non potrei mai togliere il loro Moccia agli adolescenti di mezza Italia perchè a suo tempo nessuno mi strappò dalle mani Porci con le ali. Per non stare a farla tanto lunga non me la sento di sfrondare la libreria di nessuno, semplicemente mi riservo la possibilità di lasciare dov’è ciò che non mi piace. Spesso mi capita di prendere degli abbagli, di ricevere delle delusioni (vedi gli ultimi di S.King che ho lasciato a metà), allora esprimo un parere negativo ma rimane un parere, non una sentenza. Dopo anni passati a leggere libri impostimi da programmi e piani di studio mi riservo di leggere per soddisfare un piacere fine a se stesso, la mia dialettica è povera di dotte citazioni ma il mio spirito ne esce stupendamente gratificato.
    E chest’è!
    Buon fine settimana a tutti.
    Lory

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  42. flalia ha detto:

    Ciao Lory, ma sì, son d’accordo: ognuno legga quel che vuole. Io ce l’ho solo con certi libri esclusivamente commerciali, la mia discriminazione la faccio lì. Dopodiché, se a uno piacciono quei libri, non lo considero un idiota per questo…
    Ciao e buon fine settimana 🙂

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  43. Ellee ha detto:

    Interessanti queste riflessioni. Devo ammettere che sono prevenuta rispetto a certi libri, non per il loro “genere”, quanto per il fatto che mi dànno l’impressione di essere stati scritti esclusivamente per fini di lucro e non per comunicare.
    Per esempio non leggerei mai un libro di harry potter!!! (malgrado abbia un sacco di amiche “potteriane” che mi tacciano di snobismo per questa mia avversione!)
    un caro saluto!

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  44. flalia ha detto:

    “Harry Potter” non l’ho letto neanch’io, anche se avrei dovuto (per questioni “professionali”). Diciamo che il “libro del momento”, quello di cui parlano tutti, non ho mai voglia di leggerlo…
    Ciao, Ellee 🙂

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  45. cappelliavolute ha detto:

    Certo che l’ho letto! Mi tengo sempre al passo con le sue opere, perchè la adoro! Quando ero più piccola ho avrò letto “Ascolta il mio cuore” una ventina di volte! E “La bambinaia francese”, che ho letto meno di un anno fa, mi è piaciuto perchè adoro le sorelle Bronte, e questa visione di Jane Eyre da un’altra prospettiva mi ha entusiasmato (dall’originale non me la facevo così grigia e bacchettona, ma probabilmente così doveva essere…)! E tu l’hai letto “Stardust” di Neil Gaiman?Se non l’hai fatto e hai voglia e tempo, fallo: è una fiaba per adulti molto bella! =)

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  46. flalia ha detto:

    Anch’io ho letto tantissime volte “Ascolta il mio cuore”! E anche “Diana, Cupido e il commendatore”! E poi, insomma, tutti gli altri…
    E sono un’appassionata di “Jane Eyre”: sul momento, leggendo “La bambinaia francese”, ho fatto anche un po’ fatica ad accettare questa immagine così scialba di Jane, poi la magia della narrazione ha preso il sopravvento.
    “Stardust” non l’ho ancora letto ma l’ho presente e, dato che me lo consigli, appena riesco provvedo! Gaiman lo conosco anche per i suoi fumetti, ed è una garanzia, direi…
    Ciao 🙂

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  47. cappelliavolute ha detto:

    Fumetti?! Quali fumetti?! Mi sa che me li sono persi… Sì, “Diana, Cupido e il commendatore” era persino più scanzonato di “Ascolta il mio cuore”.Come anche Polissena del Porcello! =) Abbiamo proprio i gusti simili, almeno in materia di narrativa per ragazzi! =) A me, oltre che “Jane Eyre”, piace molto Jane Austen con tutti i suoi romanzi… lo stile narrativo di Charlotte Bronte è molto simile a quello di Jane Austen, secondo me, anche se di sicuro con meno ironia!

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  48. neoscapigliato ha detto:

    Anch’io penso che ci siano due (oddio…forse più di due) fasci di letteratura. C’è quella che io chiamo letteratura di intrattenimento, che pur essendo valida lascia un po’ il tempo che trova … poi invece ci sono gli scrittori le cui parole incidono la tua coscienza, quelli che ti fanno pensare, quelli che ti fanno agire…alcuni che riescono addirittura a cambiarti…quella per me è la vera letteratura…quella che lascia un segno
    Dio ce ne scampi e liberi degli scrittori che fanno ricerche sulle fasce target prima di sedersi di fronte alla tastiera …

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  49. flalia ha detto:

    CaV: una serie di graphic novel (cioè “romanzi a fumetti, per intenderci) sotto il titolo generico di “Sandman”.
    Io amo le sorelle Bronte (anche “Cime tempestose”, forse perfino più di Jane Eyre) e anche la grande Jane Austen (si può dire che “sono cresciuta” con lei). Oltre a “Orgoglio e pregiudizio”, di suo amo in particolare “Persuasione” (non so se l’hai letto/apprezzato). Hai ragione: stile e ambientazione sono in parte simili, ma la Austen è capace di un’ironia meravigliosa!
    Adesso, sempre in quell’ambito, ho scoperto George Eliot (è una donna, nonostante il nome): lei è ancora più ironica.

    Stefan: hai ragione: ci sono romanzi che divertono o intrattengono anche piacevolmente, ma altri che ti lasciano veramente il segno, ti cambiano dentro, ti aprono nuove prospettive, e sono questi che restano dentro. Ciao, e grazie per i commenti 🙂

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  50. 403 ha detto:

    Di Gaiman per ragazzi mi è molto piaciuto “Coraline” (e non è male neanche “I lupi nei muri” che però è più che altro un breve testo a supporto dei bei disegni di Dave McKean, un disegnatore che ha lavorato tanto con Gaiman nei fumetti e che illustra anche “Coraline” che però è un romanzo vero e proprio).

    Per un primo approccio al Gaiman fumettista io consiglio molto “Death, l’alto costo della vita” una storia che si può apprezzare anche ignorando qualsiasi cosa del mondo di Sandman (bella, ma non altrettanto, la seconda mini di Death, “Il grande momento della tua vita”)…

    Una cronologia dei fumetti di Gaiman pubblicati in Italia la si trova qui.

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  51. ondalungablu ha detto:

    i generi sono solo dei contenitori…sia nella letteratura che nel cinema…poi la qualità letteraria e le tematiche sono altra cosa…esistenziali? psicologiche? sociali? qualsiasi genere può raccontarle, anche western…purché tutto non si affidi a delle formule vuote e convenzionali…oggi nel post ho citato un film che potrebbe essere orror!? mentre parla di solitudine e amore. un saluto

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  52. cappelliavolute ha detto:

    Grazie 403!!
    Flalia!! “Cime Tempestose” è il mio libro preferito! Adoro la parte in cui Catherine parla con Nelly, e Heathcliff dietro il divano ascolta mentre lei fa quel discorso fantastico (“il mio amore per Linton è come il fogliame dei boschi…”)! Emily secondo me è la più tormentata ma anche la più sensibile delle tre sorelle (Agnes Grey di Anne invece non mi è piaciuto,nel complesso): non so se hai letto qualcuna delle sue poesie… non tutte, ma certe meritano proprio! =))
    Di Jane Austen ho letto tutto quello che è stato tradotto in italiano, e oltre ad Orgoglio e Pregiudizio (il mio preferito in assoluto) mi è piaciuto tantissimo Emma, perchè mi riconosco un po’ in questa ragazza un po’ pettegola e faccendona! =) Anche Persuasione mi è piaciuto, anche se mi sembra in una fase già un po’ “crepuscolare”…cioè, l’ho trovato meno vivace, più riflessivo e forse un po’ più disilluso rispetto ai primi.Quello che invece non mi è piaciuto è stato Northanger Abbey!
    Non ho letto nulla di George Eliot, ma la conosco di nome, e poi, dato che i nostri gusti sono così simili, dopo che mi hai detto questo non posso che fiondarmi in libreria!! =)

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  53. flalia ha detto:

    403: grazie! Sei sempre generosissimo con i link che proponi!
    Anche a me è piaciuto “Coraline” e sono d’accordo per “Death”.

    CaV!!! Benedetto Massimo che ci ha fatte incontrare! Non ho più parole… La scena di “Cime tempestose” che citi tu è esattamente una di quelle che preferisco e che mi vengono sempre in mente quando penso a quel romanzo!!! Mi piace tantissimo quando Catherine parla a Nelly di cosa è per lei l’amore e l’incontro con l’altro (quando lei dice: “Nelly, io sono Heathcliff!”), sì come dici tu il paragone tra l’amore per Linton e quello per Heathcliff…
    Ho tutte le poesie di Emily (l’edizione Mondadori, forse la stessa che hai tu) ed è vero, alcune sono meravigliose, mi piace il suo lato selvaggio e tormentato, la sua inquietudine. Di Anne ho provato a leggere “Il segreto della signora in nero” (non ricordo se è proprio il titolo esatto) ma non sono riuscita a finirlo, l’ho trovato noioso.
    E’ vero: “Persuasione” è diverso dagli altri romanzi della Austen; ha una vena molto malinconica, a volte amara, molto riflessiva; praticamente l’opposto di “Emma”, che anche a me comunque piace molto. Sì, “Northanger Abbey” non piace molto neanche a me, anche perché nasce come parodia dei romanzi gotici, insomma non è il massimo. Se poi penso che la Austen scriveva i suoi romanzi in una stanza nella quale giocavano i suoi dieci nipotini e passava chiunque… la ammiro ancora di più!
    In George Eliot l’ironia e una certa lettura sarcastico-sociologica della società è più accentuata che nella Austen; l’epoca è leggermente posteriore e l’Inghilterra stava cambiando. Ma le dinamiche relazionali e affettive che rappresenta sono comunque affascinanti, anche se non c’è il “sentimento” che strabocca in Emily Bronte o nella Austen. Cioè c’è il sentimento ma visto in modo un po’ più lucido e distaccato.

    Ondalunga: ciao, adesso leggerò di quale film si tratta (per il discorso “generi” son d’accordo con te).

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  54. 403 ha detto:

    grazie!

    non c’è di che, l’internet è in primo luogo condivisione, questo è…

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  55. flalia ha detto:

    403: 🙂

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  56. cappelliavolute ha detto:

    Sìsì, edizione Mondadori!!E quel famoso passo me lo sono ricopiata a l’avevo attaccato in camera…Adesso sono seriamente preoccupata!! Dici che siamo gemelle separate alla nascita?! =))

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  57. flalia ha detto:

    CaV: io quel famoso passo me lo ero ricopiata su un quadernetto dove scrivo le citazioni che mi piacciono e che tengo sul comodino! Sto cominciando a preoccuparmi anch’io… ;-))

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  58. nuovimondi ha detto:

    Anch’io detesto i libri scritti da contratto e l’autore non riesce ad ingannare i lettori e non sopporto qualli che scrivendo cavalcano il filone “letterario” del momento.Un saluto.Marzia

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  59. flalia ha detto:

    Marzia: benvenuta 🙂 Ovviamente sono d’accordo con te, i libri scritti per pure ragioni di marketing sono fasulli e non mi attirano per niente… Ciao, grazie!

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