L’amor io canto…
Pubblicato: 5 marzo 2007 Archiviato in: musica 13 commentiVi dico solo che ieri ho passato buona parte del pomeriggio cantando madrigali amorosi cinquecenteschi a quattro voci, di un autore fiammingo di cui non ricordo il nome (è il classico autore sconosciuto che la musicologa che ci ospitava dice di avere scoperto, o quasi. Ma perché i musicologi devono per forza scoprire qualcuno, non lo so. Forse lo sa Giacomino).
Cosa ci facessi io lì, in quel bell’appartamentino in centro, in mezzo a giovani musicofili a me sconosciuti, è difficile da spiegare. So solo che, varcata la soglia in compagnia di un’amica, mi sono ritrovata uno spartito in mano, mi è stata saggiata la voce, ho ricevuto l’etichetta di contralto e mi sono poi ritrovata in cerchio a sfoggiare le mie (inesistenti) doti canore. Da un certo punto di vista era una situazione meravigliosa, il mio ideale, perché amo la musica rinascimentale; in particolare i madrigali (composizioni polifoniche su temi amorosi o naturali) venivano cantati nelle corti rinascimentali o nelle famiglie borghesi come momento ricreativo e gioioso, e io adoro questo genere di attività in cui si unisce il piacevole al bello. Solo che avrei preferito assistere seduta su un divano. A un certo punto, presa dalla disperazione, ho provato pure a “cantare” in playback (anche perché ogni voce in realtà era costituita da una coppia di voci), ma sono stata inesorabilmente scoperta e rimproverata da uno spione che mi stava a fianco. Alla fine ci siamo gustati tè e pasticcini ma anche lì non capivo niente perché essendo tutti musicologi parlavano in gergo stretto e mi sembravano una setta di gente piuttosto inquietante.
Uscita di lì, però, pedalando verso casa nell’aria tiepida della sera, ho ripetuto quei canti nella mente e in effetti ero bravissima…
Ecco, vedi? Io posto un’idiozia (profonda) sul Festival e tu te ne esci coi madrigali fiamminghi… che tra l’altro sarei disposto a cantare solo con abiti d’epoca e oportunamente imparrucato 😉
Ciao D
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Sei tenerissima, Ilaria.
Che altro dire?
:-*
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mmm…fiammingo…
Verdelot? Arcadelt?
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non so neppure cosa sia un madrigale, ma questo post mi piace un sacco.
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Gli esperti formano sempre strane sette, che si parli di madrigali, di fisica quantistica o di Star Trek. Ma te la sei cavata splendidamente, direi 🙂
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Che splendida performance avrai fatto! Complimenti, Flalia. E la pedalata? Avrà conciliato la memoria dei madrigali!
🙂
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Diego: eh, magari ci fossimo pure vestiti secondo la moda dell’epoca! Sanremo non l’ho ascoltato, tranne la canzone vincitrice. Adesso vado a leggere il tuo post!
Trippy: no… aveva un nome breve e finiva con y, mi pare…
Paolo: grazie, caro Paolo, e un bacio anche a te (mi sei un po’ mancato…).
Ciao Edi, grazie!
Baggins: hai ragionissimo sugli esperti… ciao 🙂
Grazie, caro Mel. Pedalare concilia il pensiero e i ricordi, in effetti…
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Dufay.
e l’accendiamo.
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Può darsi, mi sa che hai ragione, Trippy. Non so perché non m’è rimasto impresso ma probabilmente sarà lui… 🙂
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secondo me era Paolo Mengoly, scritto alla francese.
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:-)))))))
Forse un suo antenato, data la tematica sentimentale… 😉
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Paolo Mengoly? :))
Quello di “Cur, tu fecisti?”
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“Cur tu fecisti” è il massimo! Ma come ti vengono in mente? Adesso poi mi vien voglia di tradurla sul serio…
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