Eccomi
Pubblicato: 4 ottobre 2004 Archiviato in: malanni, ospedale 2 commentiE vabbè, riproviamoci. La prima volta ho lasciato perdere, perché non sono un tipo da blog. Sono riservata perfino con me stessa, dunque l’idea di scrivere parole al vento non mi eccita per niente e pensavo non ci avrei più riprovato… ma ora rieccomi, anche se sicuramente non scriverò tutti i giorni. In fondo, avrò pure ogni tanto qualcosa d’interessante da dire, ma senza obblighi!
Per il momento posso dire di vivere in una condizione di totale euforìa, quasi di ubriachezza, il tutto in seguito a un lungo soggiorno in ospedale durante il quale ho scoperto di avere una malattia autoimmune cronica (anche se in forma molto leggera per cui non dovrebbe crearmi troppi problemi, speriamo!). Può sembrare strano, ma sono felice di avere vissuto questa esperienza, tanto che quasi mi è dispiaciuto essere stata dimessa (non so se si tratti di “sindrome di Pollyanna” o, secondo mio padre, di “sindrome di Stoccolma”, cioè l’affezionarsi ai propri carcerieri; o forse è masochismo puro) perché in questo periodo di sofferenza mi sono trovata ad affrontare sentimenti e situazioni che prima mi spaventavano tantissimo e sinceramente non credevo di avere in me tanta forza d’animo come quella che inspiegabilmente ho tirato fuori. Credevo di essere una “debole” e invece mi sono scoperta davvero forte, resistente, positiva. Prima del ricovero l’ospedale mi terrorizzava, e ancor più mi terrorizzava l’idea di avere una malattia seria; addirittura pensavo che se ciò fosse successo mi sarei completamente lasciata andare. Tutte queste paure si sono realizzate e però non è successo alcun dramma! Ho accettato la cosa, ho scoperto che rispetto alle mie visioni apocalittiche l’ospedale non era poi così tremendo e ho cominciato a provare dentro me una GIOIA profonda, autentica, dirompente. Non certo per l’essermi ammalata, ma… non lo so bene nemmeno io, forse ho scoperto che mi piace vivere. E’ triste pensare che sia stata necessaria la malattia per aiutarmi ad apprezzare cose semplici come riuscire a camminare senza dolore alle articolazioni o semplici cose del genere, però purtroppo è andata così. In ospedale ho spesso pensato a quante volte quando stavo bene mi capitava di lamentarmi, di disprezzare la mia vita… e mi sono ripromessa che non sarò mai più così superficiale, neppure in quelle giornate in cui tutto va storto! Ora sto di nuovo bene, devo solo fare una flebo ogni tanto, e mi godo la vita in un modo incredibile! E mi accorgo anche di avere una felicità contagiosa, riesco a trasmetterla agli altri! Insomma, è cambiato il mio modo di vedere le cose e questo mi fa sentire cresciuta, migliore. Proprio pochi giorni fa sono incappata in questa osservazione di Henry Miller. “La nostra destinazione non è mai un luogo, ma un modo nuovo di vedere le cose”. Be’, chissà, forse anche questo blog mi aiuterà nel mio nuovo cammino!
ecco, sono tornata indietro per capire cosa non sapevo e adesso ho capito che forse, ciò che cercavo, era tornare indietro per capire una cosa di me, invece che di te. Non capivo i tuoi riferimenti all’ospedale e alla remissione di…cosa? non ha alcuna importanza ora. Perché ogni risposta sta tutta in questa frase di James che citi. Mi sa che dovrei farne un mantra e dirla a me stessa più volte al giorno ultimamente. Ah, la casa: tranquilla, prima o poi il lavoro finisce e inizia il piacere…
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Rossana, che sei andata a ripescare questo post Grazie perché così mi sono anche ricordata quella frase di James 😉 Per la cronaca, la malattia in questione si chiama "malattia di Crohn", è una malattia autoimmune e esordì proprio in quel lontano agosto del 2004 🙂
"Mi piace""Mi piace"